18: «Tienimi su quando sto per cadere, tu siediti qui»

2K 72 6
                                    

Alberto's point of view

Esco dalla stanza di Tijana lasciandola in lacrime, con il trucco colato appena sotto gli occhi e i puntini deformati: mi ferisce vederla così, con il volto pieno di lacrime e di residuo nero del trucco, che più piange più intensifica la sua sfumatura diventando sempre più scuro.

È come se il mascara fosse tutto quello che si è sempre tenuta dentro per anni e ora si sta lentamente sciogliendo - con le lacrime - sul suo viso, macchiandolo.

È come se il mascara rappresentasse la corazza che si è impegnata a tenere su per tutto questo tempo, ma le corazze crollano e i ghiacciai si sciolgono: e il suo cuore era solamente un ghiacciaio che si stava sciogliendo.

Indosso il pigiama più velocemente possibile, non sopporto l'idea che io sia in camera mia mentre lei è sola a piangere, così mi cambio in fretta e furia per raggiungerla.

Busso alla sua porta e mi apre, con addosso il suo pigiama - simpatico, devo dire - con gli unicorni.

È la prima volta che le vedo addosso qualcosa di diverso da una felpa: che sia quella del programma o che siano sue personali, lei indossa solo felpe!

Seppur consapevole del fatto che stia indossando un pigiama e non un abito elegante, mi soffermo per un momento ad osservarla e questa ragazza ha il suo fascino anche in "tenuta notte".

«Hai una passione nascosta per gli unicorni? Non me l'hai mai detto: potrei offendermi, lo sai?» chiedo scherzoso e vedo un'espressione serena sul suo volto: sta sorridendo, lievemente ma sta sorridendo.

«Entra dai» mi fa passare.

«E non criticare i miei unicorni!» esclama chiudendo la porta alle sue spalle una volta entrato.

Mi siedo a gambe incrociate sul suo letto e lei imita la mia azione sedendosi di fronte a me e intrecciando le gambe.

«Come stai ora?» prendo il coraggio di parlare per primo, ma questo coraggio non si nota molto poiché svanisce non appena glielo chiedo in un sussurro e non a piena voce.

«Mmh bene» risponde.

Osserva in basso, le nostre gambe incrociate, i suoi pantaloni colorati e i miei molto sobri - blu notte- osserva ovunque pur di non sollevare gli occhi e osservare i miei.

Così avvicino la mia mano al suo volto e uso una carezza sul mento come pretesto per sollevarle la testa e costringere - in modo dolce e gentile - i suoi occhi a guardare i miei.

«Come stai ora?» ripeto senza interrompere il contatto visivo.

«Bene!» sorride per la quasi ovvietà della risposta, come a dirmi te l'ho appena detto, perché lo richiedi? ma non ci metto molto a riconoscere quel sorriso: è falso, è forzato, è di cortesia, non è il suo naturale sorriso!

«Delle volte sembra che il tuo cervello abbia delle parole da usare in caso di emergenza e ripete sempre quelle, anche quando sa perfettamente di non essere convincente» le faccio notare.

«Non capisco» sentenzia confusa.

«Non esiste solo bene come risposta a come stai? Non c'è bisogno di fingere con me: io ti leggo, sei un libro aperto e non te ne accorgi!» le confesso.

«Sto male» ammette finalmente: è quello a cui volevo arrivare!
Non a farla stare male, ma a farle ammettere a se stessa il suo stato d'animo: se non se lo ammettesse da sola, non si potrebbe lavorare a migliorarlo!

«Ti andrebbe di parlarmi dei tuoi?» chiedo andando dritto al punto.

to be continued...







Spazio autrice

Ciaoooo ⭐

Scusatemi se questo capitolo è un po' corto ma avevo voglia di aggiornare due volte questa sera, spero apprezziate ❤

Questo è l'inizio di tutto il discorso, ma per il continuo dovrete soltanto aspettare 😉

Ditemi cosa ne pensate di questo capitolo e della storia in generale, mi farebbe piacere ✨

A prestooo 💙

|| acqua e ghiaccio • TISHERTO || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora