17: «E in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei»

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Tish's point of view

Ho le lacrime agli occhi e piano piano scendono giù, lungo il viso, a lasciare il segno del mio dolore: sto piangendo, sto piangendo di nuovo, sto piangendo di nuovo per mio padre.

Guardo in alto e vedo le stelle, guardo in alto e vedo mia madre, guardo in alto e ritrovo la mia casa.

«Chissà come stai» mi chiedo a voce alta, dopo aver calmato i singhiozzi.

«Chissà se ti dà fastidio che io ti stia parlando» penso, dando inizio a un lungo monologo poiché la persona a cui è riferito non può né potrà mai rispondermi e trasformare questo monologo in un dialogo.

«Avresti ragione ad essere infastidita da me, dalla mia presenza, dalle mie parole: ti ho lasciata da sola quando non dovevo e l'ho fatto per salvare me, senza pensare a te. Ora che non sei qui - però - quella da salvare sono io! E non ti sto parlando per dirti salvami! Ti sto parlando per un po' di compagnia, a te e a me: fa bene ad entrambe!» sussurro.

«In alcuni casi vorrei tanto raggiungerti: mi sento così inutile quaggiù!» sospiro arresa.

«Poi però penso alle parole che mi hai detto prima che io facessi la persona egoista e mi ricordo che un danno l'ho già fatto dimenticandomi di te, non voglio farne un altro non ascoltando le tue parole!» ricordo.

«Qualunque cosa mi accada - Tijana - tu continua ad andare avanti e non deve fermarti niente e nessuno: né tu, né i tuoi limiti, né le tue paure, né i momenti in cui vorresti sparire per sempre, né le persone, né le loro parole: ricordi?» cito le sue parole con un filo di voce perché, ripetendole, sento nella mia mente la voce di mamma che le rivolge a me, come se fosse ancora al mio fianco a ripetermele ogni volta che le dimentico.

Un brivido mi attraversa la schiena al suo ricordo e una lacrima invece attraversa il mio viso.

«Ecco, finisce sempre così: tu che manchi, io che piango» sospiro coprendomi gli occhi.

«Se fossi qua al mio fianco, probabilmente ti staresti arrabbiando perché ti ha sempre dato fastidio vedermi piangere per cose o persone per cui non ne vale la pena, quindi se fossi qui con me mi ripeteresti di non piangere per lui e mi abbracceresti, ma la verità è che non sei qui con me e nessuno è qui con me»

«E non hai idea di quante volte mi sono maledetta per essere scappata via, e non hai idea di quante volte io mi sia sentita e mi senta tutt'oggi fottutamente in colpa, e non hai idea di quante volte mi senta inutile!» esclamo.

«Non penso di aver mai fatto qualcosa di buono nella mia vita: sono sempre stata la tua più grande preoccupazione anche quando condividevamo lo stesso dolore, la stessa malattia. Ti ho sempre portato ansia e disperazione, come puoi avermi voluto bene?» chiedo.

«Sai - il bene che vuoi a una persona non dipende dalle cose belle che ha fatto per te, dipende solo da quella che vi lega senza che voi ve ne accorgiate» sussurra una voce calda e grave.

Inizialmente mi spavento, poi mi giro e scorgo Alberto avvicinarsi.
Cosa ci fa qui? Ha ascoltato tutto? Ha ascoltato quello che ho detto? Mi ha vista piangere? Mi ha vista rivolgermi a mia madre?

«Da quanto tempo sei qui?» chiedo spaventata: nessuno mi ha mai sentito parlare con la mia mamma e nessuno mi ha mai vista piangere per lei, dopo la sua morte.

«Ti ho raggiunta subito, ero preoccupato dal colore pallido che aveva assunto il tuo volto non appena ti sei allontanata per rispondere» confessa.

«Odio farmi vedere piangere per mia mamma e odio che qualcuno mi veda parlarle» sbuffo nascondendo i miei occhi rossi e pieni di lacrime dietro i miei palmi.

«Eppure è così normale! Siamo esseri umani, Tish: viviamo, ci affezioniamo, la vita ce li porta via e stiamo male. È normale piangere, è normale parlarle perché ti manca. Non pensare che vedendoti piangere o sentendoti distrutta nel parlarle risulti debole perché ho imparato una cosa di te, che sei tutto, fuorché debole!» esclama accarezzando le mie braccia, che pian piano cedono e mostrano quegli occhi pieni di lacrime che mi sono tanto impegnata a nascondere.

Sento le sue mani sfiorarmi le guance e togliere via ogni lacrima versata e sul punto di scendere.

«Ssh, non merita!» sussurra

«Lui non è così importante da ridurti così e lei non è così lontana da te da sentire così forte la sua mancanza!» mi ricorda.

«Chiaro?» ripete a voce bassa, annuisco un po' incerta.

«Andiamo dentro? Fa freddo qua fuori!» nota, ma nego.

«Non voglio: si vede che ho pianto e non voglio che i ragazzi lo sappiano» ammetto.

«Va bene» mi asseconda.

«Ma hai bisogno di qualcosa? Qualunque cosa ti faccia stare meglio» si preoccupa e annuisco.

«Di cosa?»

«Un abbraccio» chiedo titubante: non ho mai chiesto un abbraccio ma ora lo sto chiedendo. Ora mi sto sentendo così impotente, così piccola, così bisognosa d'affetto e di dimostrazioni che sto chiedendo un abbraccio per la prima volta in diciotto anni, e lo sto chiedendo ad Alberto.

Non ci pensa due volte a stringermi a sé facendomi scomparire fra le sue possenti braccia. Questo senso di casa e di protezione mi fanno sentire ancora più debole e fragile, da farmi piangere di nuovo.

«Stai tranquilla» sussurra ondeggiando lievemente per evitare la staticità dell'abbraccio

«Non succederà nulla di brutto» mi ripete.

«Ora però andiamo su: non puoi stare qui fuori a piangere!» realizza.

Mi convinco e smetto di piangere per salire in camera, dove non c'è Arianna e non ci sarebbe stata: questo weekend è tornata dai suoi, quindi mi ha lasciato da sola in camera.

«Ora vai in bagno, ti sciacqui la faccia smettendo di piangere e metti il pigiama, nel contempo io vado a mettere il mio: dormo con te oggi, non mi fido a lasciarti da sola senza nessuno, senza Arianna!» esclama.

Annuisco ma dentro di me sorrido: non avevo voglia di restare da sola questa sera!

Faccio come mi ha detto e metto il mio pigiama super imbarazzante, con gli unicorni. E quando Alberto torna, vado ad aprirgli.










Spazio autrice

Ciaoooooo

Come state? 💙
Questo capitolo è enorme, contenti? Ahahah
Spero abbiate la pazienza di leggerlo tutto e di non odiarmi nel prossimo: i discorsi tra Tish e Alberto li porteranno a parlare di cose tristi 💔

A prestooooo 🎀

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