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Taehyung guidò il gruppo fuori dalla sala da pranzo. Era tardo pomeriggio, la temperatura cominciava a calare, e Jungkook nei suoi pantaloncini bianchi stava cercando di trattenersi dal tremare come una foglia. Il panorama, completamente ignorato appena arrivati, era talmente stupefacente da togliere il fiato. Il campo era nel bel mezzo di una valle, circondato quasi totalmente da montagne altissime, dalle punte nascoste dalle nuvole. L'erba era rigogliosa, gli alberi infiniti e i fiori sparsi un po' ovunque erano stupendi. Quel posto era davvero pittoresco. La ciliegina sulla torta era l'immenso lago azzurro puffo che rifletteva cristallinamente il territorio circostante.

Nessuno fiatava, erano tutti concentrati sul paradiso che gli si trovava attorno. La voce di Taehyung ruppe il silenzio: -È bellissimo, non è vero?- e iniziò ad indicare alcuni posti con l'indice lungo. Non molto lontano dalla struttura principale, una casetta in legno dove si trovava la sala da pranzo, la cucina e qualche camera provvista di poltroncine, giradischi e altre cose allo scopo di intrattenere, si trovavano le piccole abitazioni dove avrebbero dormito. Erano costruzioni piccole, provviste solo di una camera da letto ed un bagno.

Il gruppo di ragazzi era composto in totale da ventuno persone, nove femmine e undici maschi. Le ragazze condividevano le tre strutture più grandi, tre in ognuna, e i ragazzi quelle più piccole e, onestamente, più bruttine, con due persone in ogni casetta. Taehyung alloggiava in una abitazione separata, leggermente distante, e decisamente più grande e lussuosa di tutte le altre, con tanto di vista sul lago. A questo punto è normale che sorga il dubbio: se i ragazzi sono dispari e divisi in una coppia per ogni struttura, non ce n'è uno che rimane solo? E la risposta è sì, uno resta da solo, e ovviamente quell'uno è Jungkook, semplicemente per il fatto che non aveva stretto amicizia con nessuno sul pullman, diversamente dagli altri, e tutti avevano già trovato un compagno. Tuttavia, il ragazzo ne fu estremamente felice, non aveva intenzione di condividere la stanza con nessuno.

Si erano ormai fatte le 18, quindi Taehyung decise di lasciare un'oretta ai ragazzi per sistemare le loro cose; dopotutto doveva anche lui disfare le sue valigie.

Jungkook iniziò a sistemare ordinatamente i suoi vestiti nell'armadio di legno, che scricchiolava come le foglie autunnali secche sotto alle suole delle scarpe. La casetta non era per niente male: aveva due letti piuttosto grandi, un bagno pulito, un caminetto che teneva l'ambiente caldo e una finestra che dava sulle montagne e su un pezzetto di lago. Ed è proprio quella finestra che fece pensare a Jungkook che forse, tutto sommato, alla fin fine, questo campo estivo gli sarebbe piaciuto... o forse stava pensando a qualcos'altro? O meglio ancora, qualcun altro.

That summer camp (Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora