13. L'AMORE AI TEMPI DEI SOCIAL

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Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana,
ma non sono sicuro dell'universo.
Albert Einstein.

Costi di produzione, ricavi al lordo, crediti verso clienti, stato patrimoniale.

Sono assorto nella lettura e perso tra quella sfilza di numeri che mi stanno incasinando la mente.

La Oro y Plata ha preso finalmente piede in Europa e ho ricevuto già decine di proposte da birrifici tedeschi che vogliono accaparrarsi l'esclusiva per l'Oktober Fest.

Mi rendo conto di non essere più da solo nella stanza e riesco a scorgere Vor appoggiato allo stipite della porta con una camicia gialla a righe sottili rosse, un paio di jeans blu scuri, un orrendo gilet bianco a chiazze nere e un foulard legato al collo.

Non so per quale fottuto motivo sia vestito da sceriffo Woody.

Se non si è ancora capito, conosco tutti i film Disney e Pixar perché mio fratello è un fan sfegatato. Sto aspettando ancora il giorno in cui indosserà il vestito azzurro di Elsa di Frozen per farlo internare.

«Perché sei vestito così?». Tamburello le dita sulla scrivania e smetto per un attimo di controllare il bilancio aziendale.

«È il mio look su Tinder! In questo modo le ragazze con cui abbiamo appuntamento mi riconosceranno alla svelta».

«Appuntamento?». Lo fisso frastornato e lo vedo annuire e girare su se stesso.

«Anche il cappello?». Scrollo la testa divertito mentre appoggio la penna ed incrocio le braccia.

«Ah certo, quello dà il tocco di classe! Nella mia foto profilo ho la camicia aperta che fa risaltare i miei addominali, non indosso i boxer e il cappello serve a nascondere...».

«Oddio, okay, messaggio ricevuto!». Arretro con la sedia e lascio che le gambe graffino il pavimento del birrificio. Mi alzo in piedi e mi sgranchisco perché ho passato tutto il giorno chino sulla scrivania.

«Hai sentito crostatina?». Mio fratello avanza verso il centro dell'ufficio e io mi faccio serio in volto. «Dalla tua faccia deduco di no ed è un gran peccato».

«Ieri sera ha urlato come una pazza isterica, ma ho capito il perché». Avevo decisamente interpretato male i suoi segnali e mi aveva detto esplicitamente che non avremmo mai avuto un rapporto che andasse oltre quello professionale. Ma, al di là di questo, per la prima volta una donna mi aveva confidato di essersi interessata a me non per il mio aspetto fisico e questa cosa, se da un lato ha distrutto il mio essere troppo narcisista, dall'altro mi ha reso un uomo felice. «Comunque credo abbia bisogno di stare da sola e voglio lasciarle i suoi spazi, perciò...». Il mio sguardo incrocia quello di mio fratello ed entrambi esclamiamo all'unisono.

«Montgomery's brothers night!». Ci battiamo il cinque e i nostri visi s'illuminano a giorno.

Usciamo veloci dal birrificio e ci fiondiamo diretti nella limousine che ci porterà al Tropical, un locale appena fuori Helena. Mentre Trevor si versa champagne e cerca di non rovesciarselo addosso a causa delle migliaia di buche che formano il manto stradale, i miei pensieri viaggiano sulla corsia preferenziale del divertimento. Per stasera non voglio pensare ai giornalisti, alla campagna, all'azienda e, soprattutto, a Rebecca.

«Come funziona Tinder?». Trevor mi fissa sbigottito e io incrocio le braccia come a proteggermi da quello sguardo penetrante. «Vor, sai che non sono molto attivo sui social!».

Mi allunga un calice di vino. «Oh, dunque, è molto semplice. Basta fare swipe!».

«Devo fare che?». Strabuzzo gli occhi e lo vedo sbuffare mentre sorseggia un po' del liquido degli dei.

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