4. Insonnia

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Passarono i mesi, ed arrivò l'inverno.

Harry e Draco da tempo non si rivolgevano parola e non si punzecchiavano più com'era loro abitudine fare.

Harry stava appollaiato sul tappeto davanti al caminetto della sua sala comune e chiacchierava con Ron del Natale. Finalmente aveva trovato una famiglia con cui passarlo, ed adorava il Natale a casa Weasley. Così caldo, caloroso...solo lì si sentiva a casa tanto quanto ad Hogwarts.

Quell'anno però, entrambi sarebbero rimasti a scuola a festeggiare,perché Molly, la madre di Ron, aveva deciso di fare una sorpresa a suo figlio Charlie, che studiava draghi in Romania; andandolo a trovare insieme a suo marito Arthur.

"Quando mamma me l'ha detto ho fatto i salti di gioia ! Finalmente nessuno mi assillerà per fare i compiti..."

"Io adoro passare il Natale con la tua famiglia Ron ! ...Ma anche qui è qualcosa di meraviglioso..."

Ad Harry tornò in mente il suo primo Natale ad Hogwarts. L'enorme albero coperto di luci in sala grande, i pupazzi di neve, la quiete dei corridoi e, soprattutto, l'avere un sacco di tempo libero.

Non dover frequentare le lezioni, dava l'opportunità di fare un sacco di cose; compreso pensare a Draco.

Draco...per un po' era riuscito a toglierselo dalla testa.

"Ed Hermione cosa farà ?"

Chiese poi a Ron, scacciando dalla mente tutte le sue fantasie.

" Probabilmente andrà dai suoi genitori, come ogni anno.

Hey me me stavo per dimenticare, ho sentito da Dean Thomas che anche Malfoy rimarrà a scuola a Natale! "

"Il suo adorato paparino non lo vuole più in casa?"

Entrambi scoppiarono a ridere.

Harry avrebbe dovuto passare il Natale con Draco Malfoy, e forse, sarebbe riuscito anche a scambiarci qualche parola...Magnifico !

"Harry io vado a letto...sto per svenire dal sonno"

"Già, ti seguo"

I due amici andarono nel dormitorio e si infilarono sotto le coperte dei loro morbidi letti a baldacchino. Si addormentarono non appena le loro teste toccarono i cuscini di piume.

Quella notte Harry fece un sogno...particolare.

Sognò di svegliarsi la mattina di Natale e trovare un immenso abete decorato, con ai piedi un altrettanto grande scatola natalizia.

Si diresse verso di essa e protese il braccio per cercare di aprirla, ma subito, un ragazzo sbucò dal coperchio facendolo cadere a terra dallo spavento. Era Draco Malfoy.

Questo, piegandosi, si avvicinò al viso di Harry, iniziando a baciarlo prepotentemente. Poi si tolse la camicia candida, rimanendo con il petto nudo e muscoloso. Continuandolo a baciare, sbottonò anche la sua maglia a righe.

Harry si svegliò di colpo madido di sudore e con un'imponente erezione che faceva alzare i pantaloni del pigiama.

Imbarazzato dall'effetto che gli aveva procurato sognare Draco, cercò di riaddormentarsi, ma inutilmente. Decise allora di alzarsi dal letto.

Si avvicinò alla finestra, la aprì e si mise ad osservare il panorama.

Piccoli fiocchi di neve si posavano delicatamente sul prato davanti a lui e sul davanzale. Parevano danzare, brillando alla bianca luce lunare.

Quel candore gli ricordava il pallido viso del ragazzo, che tanto desiderava accarezzare e ricoprire di baci. Ma Harry non provava neanche a sperarci. Draco non lo voleva nemmeno come amico, figuriamoci se si fosse mai innamorato di lui. Probabilmente Hermione avrebbe avuto qualche speranza in più, ma a lei che ne aveva la possibilità, Malfoy non interessava affatto; e dato che Harry non sarebbe mai stato ricambiato ,avrebbe dato qualsiasi cosa per dire lo stesso di sè.

Stanco di stare in quella stanza senza riuscire a chiudere occhio e guardando gli amici dormire sereni, decise di fare una passeggiata.

Prese dal baule il vecchio mantello dell'invisibilità, se lo mise fino a coprirsi completamente e si avviò fuori dal dormitorio.

Il pavimento era gelido, sotto ai leggeri calzini di cotone e ad ogni passo, un brivido gli percorreva la schiena. Certamente, Hogwarts di notte non sembrava il posto più rassicurante dell'universo.

Nel modo più silenzioso possibile, Harry scese i gradini della torre e si avviò verso i sotterranei del castello; facendo attenzione a non incrociare Gazza o la sua gatta spelacchiata. Dopo una decina di minuti, si trovò davanti ad una grossa parete scorrevole. Era quello l'accesso per le camere dei Serpeverde.

Allungò delicatamente la mano in avanti, toccando la superficie liscia e congelata della pietra; poi si accasciò a terra, facendo scivolare via il mantello dal corpo, ed appoggiando la schiena alla fredda parete.

Pochi metri lo allontanavano dalla cosa che più desiderava. Non poteva averla, ma non poteva neanche lasciarla del tutto. Ci sarebbe sempre stata una parte di lui, a svegliarlo nel cuore della notte, ad angosciarlo senza più farlo addormentare.

Nel silenzio della notte, Harry pianse tutte le sue lacrime.

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