Anarchy

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America, Atlanta.

C'è chi comanda e chi subisce; chi vive tranquillo e chi lotta per sopravvivere, chi vive a spese degli altri.

E poi naturalmente, c'è chi si prende gioco di tutto.

In quella città ormai era successo di tutto: il fattore che aveva influenzato maggiormente era la divisione dei quartieri.

Questi due mondi non dovevano avere dei contatti tra di loro. Erano totalmente diversi e uno avrebbe distrutto l'altro.

La gente sembrava provenire da due pianeti opposti. Le persone nella parte occidentale della città vivevano di materialismo, di soldi. E poi c'era la parte orientale, la parte della città lasciata tirar su da sola, con gente che si alza al mattino, senza sapere se alla sera sarebbe tornato a casa.

«Miller, Healy» disse Mackenzie.

«Che ci fai già a casa? Hai svuotato già tutte le bottiglie?» chiese Miller, sarcasticamente.

«Se vuoi fare la testa di cazzo, non ti conviene adesso. Non avevo più un cazzo nel portafoglio e allora sono venuta a finire la mia scorta personale, se non ti dispiace.» fece un ghigno e se ne andò in cucina lasciando le altre due in salotto.

Da ormai quasi tre anni vivevano nella casa che una volta apparteneva ai genitori di Mac. Erano morti in un incidente, mentre sia Miller che Healy erano scappate di casa quando avevano 15 anni.

Ritornò Mac e si sedette sul divano opposto da dove erano sedute le altre due.

Prese un sorso dalla bottiglia di vodka alla pesca e disse «ma domani, andiamo a terrorizzare un po' la scuola?»

«Direi di sì, è da un po' che non torturo Jane.» intervenne Miller.

«È da anni che hai di mira solo lei, non ti stufi?» chiese Healy.

«Dovresti vedere come si spaventa appena mi vede.»

«Io mi chiedo perché non le hai ancora fatto niente su quella pelle candida che si ritrova.» disse Mac, prendendo poi un altro sorso dalla bottiglia.

«Mh, non è ancora il momento.»

«Cazzo, quando ti decidi?» intervenne Healy.

«Ecco che inizia a innervosirsi» sogghignò Mac, facendo un altro lungo sorso riprendendo subito dopo «allora, domani?»

La loro scuola si trovava in un quartiere che avrebbero preferito evitare, ma c'erano tante persone con cui divertirsi.

Jane Hemmings era la preda per eccellenza di Miller. Aveva solo un anno in meno di lei.

Andavano a scuola solo per vedere la reazione degli altri, non seguivano neanche le lezioni. Quando passavano nei corridoi, tutti si allontanavano il più possibile da loro. Ormai erano abituate ad essere evitate e la cosa un po' gli faceva piacere.

Anche se non studiavano, quando volevano divertirsi ognuna aveva la sua abilità: Miller era capace a scassare qualsiasi serratura e maneggiava molto bene le pistole; Mac era più brava usare qualsiasi forma di coltello esistente e la sua capacità di parlare cinque lingue aiutava molto spesso a ottenere ciò che serviva; mentre Healy riusciva a pianificare di tutto senza un minimo errore e preferiva dare pugni che tenere in mano un'arma.

Non passavano mai un'ora in classe, preferivano girare per i corridoi o stare nel giardino della scuola. All'ora di pranzo andarono tutte e tre in mensa, dove si trovava la maggior parte della scuola. Fu li che videro Jane seduta con un ragazzo.

«Esiste altro momento migliore per umiliarla? Non credo proprio. Mac, Healy, andiamo.» disse Miller, iniziando successivamente ad incamminarsi verso il suo tavolo. Si sedette vicino al ragazzo, in modo da guardarla meglio in faccia, mentre le altre due si sedettero vicino a lei.

«Ciao Jane» le disse Miller.

Appena le vide, si irrigidì e guardò il ragazzo di fronte a lei chiedendogli aiuto con lo sguardo.

«Sai, mi mancavi» prese una patatina dal suo piatto per poi continuare «io ti mancavo?»

Sapeva benissimo che non avrebbe risposto mai «ti sei trovata anche un ragazzo in mia assenza! Non lo presenti alla tua amica?» disse mentre spostò lo sguardo su di lui.

Non riuscì a capire, ma dalla sua faccia sembrava essere quasi disgustato dalla sua presenza. Mac ed Healy cominciarono a ridere.

«Sono suo fratello» disse secco il ragazzo.

«Un altro Hemmings! Quale onore!» intervenne Mac.

«E dimmi, come ti chiami?» continuò Healy, incuriosita, ma non rispose.

«I vostri genitori non vi hanno insegnato che dovete risponde quando qualcuno vi fa una domanda?» disse Mac.

Miller spostò lo sguardo ai tavoli attorno e vide che tutti stavano fissando la scena. Le bastò dire «che avete da guardare?» che tutti tornarono a fare qualsiasi cosa stessero facendo prima.

«Stronzate a parte, Miller con te è stata fin troppo buona. È arrivato il momento di saldare tutte le volte che non ti ha causato nemmeno un piccolo taglio.» sussurrò Healy all'orecchio della ragazza. La sua faccia perse del tutto colore, sembrando quasi morta.

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