Lost

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Greg, Jane, Ashton e Mackenzie erano riusciti a raggiungere il nascondiglio ma gli altri ancora non erano arrivati. Mac pensava che ancora non fossero stati attaccati dato che non aveva ricevuto nessun aggiornamento. Solo quando si rese conto che era passato troppo tempo, iniziò a preoccuparsi: dove erano finiti?
«Da quanto siamo qui?» chiese a tutti.
Rispose Greg «da quasi un'ora.»
«E per quale fottutissimo motivo non sono ancora arrivati?» rispose, alzando il tono della voce.
Nessuno rispose perché non sapevano cosa dire, non sapevano dove fossero.
Più il tempo passava, più si sentiva la tensione crescere nella stanza. Ashton notò subito che Mac era preoccupata, fin troppo, e se stava in silenzio si notava di più. Si avvicinò a lei e, indeciso sul da farsi, appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle, posò lo sguardo nel suo per qualche secondo e, spingendola poco verso di se, fu in grado di stringerla al petto. Era il suo modo di rassicurarla e sinceramente non aveva paura di ritrovarsi un coltello in pancia per quello che aveva fatto. Se fosse davvero successo, ne sarebbe valsa solo la pena. Era riuscito ad avere un ulteriore contatto con lei dopo quel bacio.
Il bacio.
Già provava un attrazione malsana verso la ragazza ma quando lo baciò crebbe solo di più. La cosa che gli piaceva di più era che Mac, anche se sembrava stronza, acida e menefreghista, nel suo piccolo si preoccupasse per le persona a cui voleva bene e quella sera ne era solo un esempio.
Mac in risposta appoggiò solamente la testa sul suo petto e restarono in silenzio fino a quando, all'improvviso, suonò un telefono. Era quello di Jane.
Tirò fuori il telefono dalla tasca «è Miller!» disse.
«Metti il vivavoce» suggerì Greg.
Appoggiò il telefono sul tavolo e mise il vivavoce. Mac si sciolse dall'abbraccio e subito bombardò di domande «dove cazzo siete? State bene? Perché non siete ancora qui?»
«Ciao.»
Non era Miller ne uno degli altri. Era una voce difficile da riconoscere perché era stata distorta.
Quella telefonata fu solo un dialogo tra Mac e la persona misteriosa.
«Chi cazzo sei?»
«Questo non è importante, sai? Io mi preoccuperei più per le tue amichette. Anche per gli altri ragazzi. Soprattutto per loro.»
«Non toccarli se no giuro che vengo dove ti trovi e ti rovino l'esistenza, intesi?»
«Non toccarli, mh? Al momento non rientra nelle mie capacità.»
«Non me ne fotte un cazzo.»
«Io starei attenta a parlare, non vorrei sporcarmi la maglietta con lo schifosissimo sangue di questi vermi. Comunque, ti va di giocare con me al rifugio?» e riattaccò.
Mac restò scandalizzata dall'ultima frase "Ti va di giocare con me al rifugio?". Si appoggiò contro il muro e si coprì il viso con le mani, in modo che gli altri presenti non potessero vedere le sue emozioni: quella era la frase che spesso diceva Liam, suo fratello, quando erano piccoli. Erano soliti andare in questo magazzino abbandonato, non tanto lontano da casa loro, e giocare. Solo dopo la morte dei loro genitori perse i contatti con lui, visto che si trasferì.
La sua unica preoccupazione era che non avessero preso anche Liam. Era l'unico della sua famiglia che le rimaneva.
«Dobbiamo andare» disse, cogliendo tutti di sorpresa.
«Dove? Qui siamo al sicuro» rispose Greg.
«Ti pare che non lo sappia?» sbottò «So esattamente dove si trovano.»
«Dove?»
«L'ultima frase che ha detto era in codice: me la diceva spesso mio fratello, quando eravamo piccoli, e il rifugio indica un magazzino abbandonato non tanto lontano da casa mia.»
Ci vollero pochi minuti prima che raggiunsero il magazzino. Mac e Jane riconobbero il furgoncino: era lo stesso che videro davanti a casa Hemmings. Si divisero in due squadre ma Jane aveva troppa paura e restò dentro al furgone ad aspettare che tutto fosse finito. Così Mac si ritrovò solo dietro ad un cespuglio con il fucile già puntato, nel caso si fosse visto qualcuno, e non badò ne a Greg ed Ashton ne dove si fossero nascosti.
Ogni tanto dal magazzino uscivano dei ragazzi e qualcuno ogni tanto cadeva a terra, forse colpiti dagli altri due. Non stava uscendo più nessuno quando qualcuno si avvicinò alla porta per entrare. Con lui c'era anche un altro ragazzo. La cosa strana è che ci stavano mettendo troppo per entrare. Mac fece qualche respiro profondo e sparò. Subito il ragazzo cascò a terra. Era quasi sicura che fosse morto visto che non aveva emesso alcun urlo di dolore.
Il ragazzo vicino a lui si accasciò vicino al corpo morto: ora mancava solo lui da uccidere. Riprese di nuovo la mira ed era pronta per sparare ma si bloccò quando, dal ragazzo, sentì urlare «Ashton! Ashton, guardami!».
Sbiancò. Buttò la pistola a terra e neanche si accorse che stava correndo verso Ashton. Non poteva morire, non doveva morire.
«Ashton! Respira!» continuava a urlare Greg.
Quando Mac si ritrovò vicino a lui era ormai troppo tardi per salvarlo.
Ashton se n'era andato.
Mac rimase immobile per qualche minuto riorganizzandosi le idee.
"Ho sparato ad Ashton. È morto. Non ho potuto salvarlo. E sicuramente è già morto qualcun altro. E non posso salvarli."
Una lacrima cadde sulla sua guancia ma non voleva piangere di fronte a Greg. Si asciugò la guancia e successivamente avvicinò le labbra a quelle di Ashton. Stampò l'ultimo bacio e infine sussurrò «scusami».
Decisero di entrare ma niente poteva prepararli. Healy e Paco giacevano in una pozza di sangue, Miller sembrava stordita mentre gli altri erano tutti in ginocchio con le mani legate dietro alla schiena e le bocche erano bendate. Luke e Michael stavano piangendo, forse per la paura o forse perché sia Healy che Miller erano morte. Calum si limitava a guardare il pavimento.
La cosa che più spaventò Mac era vedere colui che ha progettato il tutto. Aveva su il cappuccio e non riusciva bene a vedere i lineamenti del viso.
«Ciao, Megan.»
Si impietrì. Solo tre persone conoscevano il suo vero nome: Miller, Healy e suo fratello. Nessuno dei tre poteva parlare, visto che Liam non c'era e le altre due erano quasi morte.
«Come fai a sapere il mio nome?» chiese Mac.
Il ragazzo si levò il cappuccio e sogghignò.
Era Liam.
Prima che Mac potesse rispondere, incominciò «se stai calma e zitta ti spiego tutto con calma. In verità mi basta dirti che i nostri genitori sono morti per colpa tua. Soltanto colpa tua. E anche Healy e Paco sono morti per colpa tua, sai?»
«Non ho fatto un cazzo di niente ai nostri genitori!» rispose secca Mac.
«Oh sì invece. Papà stava guidando e stavate discutendo su queste due qui. Perché tu ci eri amica e volevi salvarle.»
«Anche tu volevi salvarle!»
«In verità stavo aiutando i nostri genitori ad ucciderle. Ma non le volevo uccidere perché ti volevo bene» prese una pausa prima di continuare «è che coglione sono stato. Mi odiavano per non averle uccise. E odio anche te per tutta questa storia.»
Mac portò le mani ai suoi fianchi ma non trovò la pistola. Greg, accorgendosene, puntò la sua verso la testa di Liam.
«Non ti conviene spararmi, sai? Ho tanti uomini che ti ucciderebbero.» Greg mantenne la pistola puntata.
Continuò «e poi avete fatto questa cazzata di portare questi quattro nel nostro quartiere. La pagheranno pure loro per colpa vostra.»
Andò vicino a Luke e posizionò la pistola sulla sua tempia.
Si sentì uno sparo provenire da infondo il magazzino e Liam cadde a terra. Greg corse verso di lui e disse «è morto.»
In lontananza si vide Jane avvicinarsi con in mano una pistola. Stava tremando.
L'unico pensiero che attraversò la mente di tutti era solo uno.
Healy era morta.
Paco era morto.
Liam era morto.
Ashton era morto.

Anarchy || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora