Mac entrò nel negozio di Greg. Era un luogo abbastanza stretto, ma aveva le migliori armi delle città. Greg si trovava dietro alla cassa e stava scarabocchiando qualcosa su un pezzo di carta.
Era conosciuto da tutti perchè prima faceva parte delle forze armate e la sua cicatrice, che dalla fronte proseguiva sul sopracciglio destro, ne dava la prova. Non raccontava mai a nessuno come se l'era procurata.
«Ciao Mac» disse Greg, alzando la testa e posando lo sguardo su di lei «come mai sei qui?»
«Mi servono delle pistole.» disse, mentre guardò tutte le armi appese nel negozio.
«Per?»
«Non posso dirti tutti i dettagli, ma potremmo essere nella merda» disse «Me ne servirebbero sei e possibilmente ora»
«Cosa preferisci?»
«Tu che mi consigli?»
«Domani mi arrivano delle M9 nuove di zecca, se sei disposta ad aspettare.»
Imprecò tra sé e sé «va bene, ma appena ti arrivano, vieni a casa mia. Non importa che ore siano, ma vieni e basta.»
Uscì dal negozio lasciando Greg a riprendere ciò che stava facendo.
Appena varcò la soglia della porta, vide Ashton seduto sul divano che guardava la televisione. Era da solo, apparentemente, perché non vide nessuno - non sentì nessuno. Si avvicinò lentamente a lui e si piazzò poi davanti alla televisione, ostruendogli la vista. Portò le braccia al petto e le incrociò e alzò un sopracciglio, posando lo sguardo su di lui «cosa ci fai qui?»
Gli provocò una piccola risata «secondo te?»
Si avvicinò a lui, lo prese per il colletto della maglietta e lo alzò con forza, portando il viso pericolosamente vicino al suo «non dovresti stare qui, sai?» disse in modo che solo loro due potessero sentire. Posò lo sguardo sulle labbra perfettamente scolpite del ragazzo.
Erano così invitanti che infatti le avvicinò alle sue e stampò un bacio casto, facendole combaciare perfettamente tra di loro per poi staccarsi successivamente. Ashton parve quasi soddisfatto dalla situazione, ma Mac non voleva dargliela vinta «ora vattene nella mia camera e se ti trovo in giro, non so cosa ti faccio» e mollò la presa dalla sua maglietta.
Sul viso di Ashton comparve un sorriso malizioso: Mac lo notò subito e corrugò la fronte mentre i suoi occhi si facevano sempre più sottili e si concentravano su quelli di Ashton, in modo tale da impaurirlo.
Era ormai quasi sera quando si ritrovarono tutti in salotto: Miller era appena tornata, mentre gli altri la stavano aspettando. C'era anche Paco con lei.
«Ci hai messo un'eternità, cazzo!» disse Healy appena la vide.
«Almeno lei non sta in casa a drogarsi» la provocò Mac.
«Almeno lei non si ubriaca da mattina a sera.»
«Mac, Healy, calmatevi, ok? Sapete benissimo come me che non è momento di incazzarsi per certe stronzate, sinceramente» intervenne Miller «comunque ora c'è Paco con voi, chiedetegli tutto quello che potete. Io vado da Jane» mentre pronunciò il nome posò involontariamente lo sguardo su Luke.
Lasciò ciò che aveva comprato e si diresse verso la casa degli Hemmings. Nonostante abitassero in quartieri diversi, le ci vollero solo pochi minuti ad arrivare. Prese il cellulare di Luke dalla tasca - che aveva preso quando li avevano spenti - e scrisse un messaggio a sua sorella.
A: Jane
Jane, ho dimenticato le chiavi e dovresti venire ad aprire.
Inviò e aspetta solo pochi secondi prima di sentire, prima che fosse aperta la porta, «Lukey! Ero così in pensiero per te! Non mi hai mandato nessun messaggio! Devi racc..» si interruppe e si pietrificò vedendo la figura di Miller davanti a lei.
Quando c'era lei di mezzo significava solo che ci sarebbero stati casini.
La spinse appena indietro in modo da entrare e chiudere successivamente la porta «io e te dobbiamo farci una chiacchierata.»
Jane deglutì e nella sua mente percorsero varie "idee".
«Ci sono i tuoi genitori?» e scosse la testa in risposta «bene, ora devi ascoltarmi e non mi interrompere» la ammonì.
Iniziò a girare per la stanza, studiandone ogni angolo mentre parlava «grazie al tuo fratellino, siamo tutti nella merda. E sai, adesso vi aiuterò anche - perché ci sono passata anche io, e sinceramente non so perché lo sto facendo - ma dopo non credere che ti lascerò in pace così facilmente. Anzi, sarà anche peggio del solito» ritornò lentamente da lei ed aggiunse «e ora ti tocca prendere questa nuova scheda telefonica per non essere rintracciata.»
Allungò la mano verso di lei e le fece segno di darle il telefono. Appena glielo appoggiò sulla mano, lo smontò e tirò fuori la scheda sostituendola con quella nuova «ci sono salvati il mio numero e anche quello di Mac e Healy» la guardò mentre le restituiva il telefono.
«E Luke?» chiese temendo la sua risposta.
«Cara Jane, ora il tuo "Lukey" devi scordartelo. Per te ora non esiste più.»
Deglutì. Al solo pensiero di non avere più suo fratello la rendeva triste e sentiva un peso al cuore, come se le mancasse qualcosa.
Eppure la visita di Miller la prese alla sprovvista: non solo perché era lei, ma anche perché parve preoccuparsi.
Annuì alle sue parole e infilò il telefono in tasca «bene, contattaci solo per lo stretto necessario.»
Miller si diresse verso la porta e la aprì, ma prima di andare «chiuditi in casa e non uscire per nessun motivo al mondo, almeno che non te lo diciamo noi.»
«Allora, che vi ha detto Paco?» chiese Miller quando ormai era tornata a casa.
«Era molto strano, ma le cose che ha detto lo erano di più» le rispose Healy.
«Era strano perché forse era fatto» intervenne Mac «ma il problema è che non era fatto.»
Miller le guardò confusa e Mac continuò «ha detto testuali parole "Ormai vi ha scoperto, e lo conoscete anche. Molto bene direi. Non c'è da fidarsi di nessuno ultimamente." Secondo me è lui.»
«Anche secondo me» aggiunse Healy «ma la sua roba è così buona.»
«Se è davvero lui, almeno poi la smetti di prendere quella robaccia.»
«Dovete sempre litigare, voi due?» sbottò Miller «Siete insopportabili, dio. E secondo me non è lui, se no avrebbe già agito.»
«Ha ragione, però» disse Mac «quando ha visto i ragazzi era sorpreso di trovare gente come loro a casa nostra.»
«O forse si è sorpreso perchè sapeva di trovarli qui» disse Healy.
«Dovremo smettere di parlargli, secondo me» disse Mac «se non è lui, lavorerà per qualcuno di sicuro.»
«Prima assicuriamoci che sia lui» intervenne Miller «ci è sempre stato amico, non credo ci tradisca così.»
«No, tu non capisci proprio mai un cazzo» sbottò Mac «non capisco perchè continui a pensare come se fossi ancora dei quartieri alti. Sono ben cinque fottutissimi anni che vivi qui e ancora non hai capito che non c'è nessuno su cui contare, apparte me ed Healy?»
Alzò gli occhi al cielo e le rispose a tono «parla quella che vuole far entrare Helen nel nostro gruppo» e posò lo sguardo nel suo, in segno di sfida.
A causa dell'altezza, Miller dovette alzare la testa per guardare Mac cheormai si ritrovava a pochissima distanza «è diverso» e disse a denti stretti.
Miller alzò il sopraccglio sorpresa dalla risposta «non credo, sai? Potrebbe benissimo scappare e andare dalla polizia. E a quel punto ci ritroveremo tutte e tre al fresco.»
Healy si avvicinò e si mise tra di loro, in modo da separarle «non c'è bisogno di litigare, ora. Avremo tutto il tempo dopo per discutere cosa sia meglio fare.»
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Anarchy || 5sos
FanfictionNon per tutti la vita ha in programma un'esistenza felice. Alcuni nascono crescono e muoiono accompagnati dalla felicità; altri se ne vanno senza averla mai provata. Per alcuni tutto è sempre semplice; per altri il destino è crudele. Alcune perso...