Paco

767 20 14
                                    

Quando vide i quattro ragazzi a casa di Miller rimase sorpreso dal fatto che li mostrassero senza paura. E lo sorprendeva anche che si fidassero di lui.

Andò a casa di Elle - si faceva chiamare così per non essere riconosciuto - subito dopo che uscì dalle ragazze. Lo conosceva da sempre e sapeva che di lui si doveva fidare ben poco.

Entrò in casa e notò che Elle era seduto sul divano a leggere dei vari fogli. Li appoggiò sul tavolino a lui e invitò Paco a sedersi vicino a lui.

«Novità?»

«Ci sono e li ho visti con i miei occhi.»

«E come sono?» chiese mentre estrasse il pacchetto di sigarette. Aprì e la porse in avanti in modo da offrirle a Paco che rifiutò «esattamente come nelle foto che hai trovato.»

«Sai dirmi altro oltre alle cose che già sappiamo?» estrasse una sigaretta e la portò alle labbra, accendendola subito dopo.

«Sono convinte che le aiuterò, ma sinceramente non voglio finire morto come lo faranno quelle cose inutili.»

Provocò una risata a Elle «come siamo pungenti, Paco» buttò fuori il fumo e riprese «è il momento di far capire a quei ricchi del cazzo chi comanda. Nelle buone e nelle cattive» posò lo sguardo su Paco «ma di questo ne parleremo dopo, quando ci saranno anche gli altri.»

Elle era un ragazzo che sapeva incantarti con la voce, convincendoti quasi a fare ciò che diceva. Proprio per questo aveva molte persone che lo aiutavano.

Erano in una stanza abbastanza buia, o almeno le luci che c'erano riuscivano a far vedere poche cose. C'erano all'incirca venti persone in quella stanza, ognuno seduto da qualche parte. Paco si sedeva sempre dietro all'angolo: sinceramente a lui non fregava dei discorsi e litigi che si creavano, gli interessa solo quanto Elle avrebbe sganciato per aver lavorato per lui.

Si spalancò la porta ed entrò Elle nella stanza: era un ragazzo abbastanza giovane ed era piuttosto alto, aveva i capelli mori e gli occhi scuri.

Schiarì la voce e nella stanza ci fu soltanto silenzio. Chiuse la porta e iniziò poi a parlare «sappiamo tutti perché siamo qui.»

Come al solito, prese una sigaretta e incominciò a fumarla «sono stanco delle persone ricche e del fatto che si sentono migliori di noi. Ma che cosa hanno in più di noi? Solo dei fottutissimi soldi.»

Buttò fuori il fumo e si affacciò alla finestra continuando «e non capisco come la nostra gente possa aiutarli. Cosa fanno loro per noi? Ci lasciano nella parte più malandata della città solo perché non possiamo permetterci qualsiasi cosa di costoso!»

Molte persone annuirono alle sue parole «ma questo è il momento di riscattarci. So come va a finire e chi muore non sono loro ma qualcuno di noi. Questa volta è il loro turno.»

Buttò il mozzicone dalla finestra, si girò e cercò Paco nella stanza. Lo indicò «vedete quel ragazzo? Grazie a lui sappiamo dove si trovano e dovrete difenderlo ad ogni costo. Non voglio che si faccia nemmeno un graffio se no ve la vedrete con me.»

Gli rivolse un sorriso e poi continuò «il piano è questo: saremo divisi in tre gruppi. Il primo gruppo andrà in casa loro e prenderà quei poveri coglioni e li porterà qui. Il secondo invece sarà al rifugio e si occuperà poi, insieme a me, a farli fuori tutti. Il terzo andrà a casa della cara Jane Hemmings e la porterà al rifugio e anche lei sarà giustamente massacrata.»

«Attaccheremo tra qualche ora, giusto per riuscire a raggruppare le vostre armi e divertirci nel modo giusto» accennò una risata.

«Hanno fatto incazzare la persona sbagliata.»

Anarchy || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora