tutto dentro di te.

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Rientrai nella struttura, vedendo un Roger preoccupatissimo...

R:-Bianca!

B:-Scusa Roger, stavo facendo il giro della wammy's....-

R:- Bianca, quello che hai fatto a Near non è corretto.
Almeno vai a chiedere scusa.-

B:- Tsk. Non ci penso proprio.-

R:- Bianca! -

B:- cosa? -

R:- se non chiedi scusa, sarò costretto a metterti in punizione.-

B:- Non credi che non ricordarsi di nulla sia già orrendo?!-
Detto questo me ne andai, lasciando riflettere un po' l'uomo.

R:- Bianca, per favore, va a chiedere scusa.-

B:- Pff....-

"Non puoi non andare, avanti....
Non è giusto, sai che hai sbagliato..."

-Forse per una volta ti ascolterò- dissi sbuffando alla mia coscienza.

"Tsk, dovresti farlo più spesso"

-Speraci-

"sempre."

Sbuffai un sorriso e poi continuai a camminare verso l'infermiera.
Bussai ed aprii la porta.

-Permesso...-

-Prego.-
Mi disse l'infermiera sorridendo.

Davanti a me c'era Near con il cotone nel naso...
Quando mi vide girò lo sguardo.

-Ascolta...-

Il ragazzo girò leggermente gli occhi in mia direzione.

-Volevo scusarmi per il mio comportamento.-

-La cosa più giusta da fare sarebbe pensare, prima di commettere gli errori.-

La sua risposta mi fece gelare il sangue e salire la rabbia.

-Beh, però in fondo te lo sei meritato, omino pallido.

Il ragazzo girò di nuovo il viso ed io me ne andai, salutando gentilmente l'infermiera.

Intanto nella mia testa, le mie emozioni si erano date da fare....

-Io a quello gli spacco il c-

"Non essere volgare"

-Cosa vuoi?! Non hai fatto altro che peggiorare la situazione.-

"D'accordo magari non è un tipo molto empatico, ma è sempre una persona."

-È uno stronzo del cazzo! E basta.-

"Sì, però calmati."

- non dirmi di stare calma!-

"Stai tranquilla."

-Senti, io odio chi mi dice stai calma e stai tranquilla. Quindi smettila."

"Stai serena..."

- Mi prendi per il culo?!-

"Probabile."

- CHE NERVOSO!!!-

"*la coscienza se la ride di gusto*"

-Beh, tanto, ormai sono andata dal tipo pallido, facciamocene una ragione...-
Dissi sbuffando.

Continuai a camminare fino a quando non mi colpì una ragazza dai capelli meravigliosamente neri e lunghi, con gli occhi sul viola ed una pelle chiarissima.
Stava suonano il violino.
Era bravissima, spettacolare.
Restai a guardarla per circa 5 minuti, poi lei smise di suonare e si avvicinò a me con aria superba.

- Hai bisogno di qualcosa?-
Mi disse.

-Dici a me?- risposi.

-e a chi potrei dire ci sei solo tu.- Mi rispose lei.

-No, in ogni caso.-
Continuai.

- Comunque non sei niente male a suonare, anzi.- dissi io.

- Lo so, sono la prima d'Inghilterra.-
Mi disse con superiorità.

-Capisco. Vabbè ci vediamo...-
Le dissi con aria scocciata...
Non mi piaceva, era troppo superba per i miei gusti.

-Sinceramente, spero di no.- mi disse ridendo malignamente.

- Ma in questo istituto, avete tutti la convinzione di essere Dio? no perché non lo siete, sappiatelo.-
Dissi con aria gelida, lasciandola lì con il suo sguardo da "qui comando io."

- Io non capisco, ma si sentono tutti Dio qui dentro? Bah, che antipatia.
Quella tipa mi ha fatto venire i nervi.-

"Come se già non ce li avessi."

-Appunto.-

Feci altri due giri ed infine arrivai in camera mia.

- Che palle, non ci voglio stare qui!-

"Lo so, ma abituati."

-Guarda, stai zitta.-

"Tsk."

Non volevo tornare in camera mia, infatti tornai di sotto e cominciai a girare.

Girai tutte le stanze.

Continuavo a camminare senza un punto fisso dove andare.
Ad un certo punto uscii in giardino, come se qualcuno mi chiamasse e mi colpì una sorta di extra struttura attaccata alla parte laterale della wammy's.
C'era un'entrata, una porticina di legno, che dava all'interno di questa "struttura".
La aprii, piano, entrai e vidi un grande crocifisso attaccato alla parete di fronte.
C'erano delle panche per sedersi...
Era una piccola chiesetta.
Mi feci il segno della croce e mi sedetti su di una panca.
Era come se ci fosse qualcuno che volesse parlare con me una presenza.
Io ero stata da sempre molto credente, ma purtroppo durante il periodo dell'ospedale non potei più partecipare alle solite messe della domenica, oppure alle festività.
Ad un certo punto sentii qualcuno toccarmi la mano destra e mi girai immediatamente.
Non c'era nessuno.
Ma non so per quale motivo mi venne in mente solo una parola "mamma".
Cosa sarà stato? Non saprei davvero.
Poi sentii qualcosa dirmi...
-Quello che hai visto e sentito non era un semplice sogno...-

-Chi è?!-
Dissi un po' allarmata.

-Adesso devi calmarti.-
Diceva la voce.

Ero terrorizzata, ma capivo che quella voce la sentivo solo io.

Presi un bel respiro e poi dissi.

-Posso sapere chi sei? Per favore.-

-Tu chi pensi che io sia?-

- Non lo so...davvero, non lo so...per favore...Non ricordo nulla...-

-Sei proprio sicura di non ricordare niente?- disse la voce a mo' di conzolazione e sorridendo, penso.

-Sì..-

-Ti sbagli, è tutto dentro di te.-

- Non capisco più nulla...-

-Calmati.-

-Per favore devo sapere chi sei.-

-Sono te.-

...Una Ragazza Impossibile...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora