Capitolo 1: il Viaggio

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Chloe

- Oh sì, e vogliamo parlare di quando Chloe è salita sul bancone del bar con quella mossa? I ragazzi stavano impazzendo tutti! - Chloe rise con Jennifer e le altre due ragazze a cui si rivolgeva, per nulla a disagio mentre ricordavano le sue mosse provocatorie di quella serata.
Ballavano sempre insieme nei club di Darktown, ma qualche giorno prima era stato indetto un concorso: un viaggio premio che sarebbe stato assegnato ai migliori della serata. Loro, Chloe, Jennifer, Katia e Giulia, erano le Regine del club ed era scontato che il premio sarebbe andato a loro. Ma sapere che avrebbero ballato tutte al loro massimo, aveva attratto così tante persone che il locale quasi strabordava. E a loro la folla, stuzzicava di più.

Per questo ora si trovavano sui quattro posti del treno che le avrebbe portate a destinazione. Non che il viaggio fosse esattamente il loro genere: un "Tour guidato di 3 giorni tra le meraviglie della regione", troppo culturale per i loro gusti. Ma cibo e hotel erano tutti pagati, e a questo non si dice mai di no.
- E poi ricordiamoci che abbiamo tutti i ragazzi della regione ai nostri piedi, in hotel faremo festa! - aggiunse una elettrizzata Katia, che come lei non aveva mai potuto permettersi un viaggio. Ma il suo pensiero aveva espresso bene quel che volevano da quei giorni, che sarebbero stati tutto tranne che culturali.

Erano bellissime, e non era solo questo ad aver impresso loro il titolo di Regine del club. Loro, semplicemente, ottenevano tutto ciò che volevano, e nessuno poteva dir di no. Nessuno ci aveva mai nemmeno provato, e questo dava loro ancora più sicurezza.

- Allora che aspettiamo? Iniziamo subito - disse Chloe, partecipando all'entusiasmo delle amiche. Notando che il treno si stava fermando, indicò la piccola porta che divideva la loro carrozza dall'ingresso - il prossimo che entra é mio.
Aveva imbrogliato, ovviamente. Aveva visto una comitiva di ragazzi con i borsoni da calcio e di certo non poteva sbagliare, ma le altre seguirono la sua sfida e si prenotarono per il secondo e terzo stando al gioco.
Evidentemente però non furono i muscolosi calciatori dai bei capelli ad entrare per primi.

Il ragazzo che ne entrò aveva una corporatura simile, e per questo era passato inosservato. Indossava una leggera camicia maniche corte e jeans scuri che avrebbero dovuto sfigurare con quel cappello da baseball calato in testa, ma che su di lui non dava cenni di stonatura.
Le ragazze scoppiarono a ridere chiamandolo "sfigato": era il loro termine per definire tutti quei ragazzi tutto lavoro e perfezione, così lontani dalla loro idea di vita da meritarsi quell'appellativo. Eppure Chloe stava guardando quei suoi occhi scuri che erano di una profondità disarmante. Sembravano così dolci ed espressivi che si ritrovò a chiedersi se lui vedesse il mondo come lo vedevano gli altri.
Fu in quel momento che incrociò il suo sguardo, e vi indugiò un po'. Dopo un attimo vide la sua fronte corrucciarsi e le fu chiaro che aveva capito lo stessero deridendo. Chloe cercó di mostrarsi indifferente e si uní così alla risata delle amiche, mentre lui proseguiva oltre nel corridoio del treno cercando posto, e lei sprofondò nel sedile lasciando che le altre continuassero la loro selezione. Fu un solo momento, archiviò quel folle incontro silenzioso, spazzato via alla vista del loro hotel e in particolare alla scoperta che nella città c'era un torneo di calcio e le squadre in trasferta soggiornavano lì.

A dire il vero, glielo disse la loro guida una volta scese dal treno, un signore di mezza età che avrebbe accompagnato il gruppo composto da una trentina di persone, lungo la "scoperta delle meraviglie". E che si scusò per il fatto che l'hotel fosse pieno di calciatori e avrebbero fatto rumore disturbando il loro sonno.
Le ragazze risero. A nessuna di loro importava proprio il dormire, e neppure la notizia della partenza alle 5.30 di mattina per raggiungere la destinazione le avrebbe fermate. Loro, erano le Regine della notte.

***

David

David si sdraiò nel letto della camera dell'hotel davvero stanco. Aveva già impostato la sveglia alle 5, e per questo alle 22 si era già messo a letto. Il giorno seguente avrebbero preso il treno delle 5.56 e alle 8 sarebbe iniziato il tour che tanto attendeva. Sperava permettesse di rimanere fino a tardi: si trattava di uno dei più grandi centri astronomici al mondo. Per questo c'era un solo treno che portava lì, perché il luogo era disperso tra le pianure completamente isolato dall'inquinamento luminoso, ovvero tutte le luci delle città che impedivano di vedere le stelle. E lui non vedeva l'ora.

[Darktown] La mia notte é tuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora