ChloeVedere Giulia in quello stato effettivamente giustificava la chiamata allarmata di Josh. Dopotutto, era lei quella abituata a quella condizione. Conosceva ogni reazione e ogni cosa da fare, mentre Giulia solitamente era quella che se ne prendeva cura.
In quel mondo invertito, Josh sedeva sulla vasca con le mani tra i capelli, Giulia era sdraiata sul tappeto senza forze. Di tanto in tanto si tirava su a sedere, e in quei momenti le tenevano la testa o si preoccupavano che non facesse nulla di stupido.
Alla fine, qualcosa di stupido lo fece. Iniziò a parlare come se in corpo avesse una maxi dose di caffè, più sveglia che mai anziché stanca. Lo sapeva che era il culmine di adrenalina prima che crollasse.- Io ti odio - iniziò a dirle, additandola. Chloe la guardò, lasciandola parlare.
- Tu hai detto quelle cose, e poi le hai fatte. Mi hai lasciato sola - borbottò lei, biascicando le parole.
- Giul...
- Pensavo fossimo amiche - alzò appena la voce, tanto che Josh si avvicinò pronto a fermarla. Ma lei continuò solo a parlare:
- Tu e quello là - Giulia iniziò a guardarsi attorno, come a cercare qualcosa. Scoppiò poi a ridere appoggiandosi al lavandino:
- Non si è sforzato neppure di stare qua David - scoppiò a ridere Giulia, una risata isterica.
- Non ci stavamo tutti e quattro in bagno - rispose secca Chloe, ma lei sembrò non sentire. Guardava con sguardo vuoto Josh, che invece le dava ragione:
- Te l'ho detto, non lo devi neppure nominare lui. È un egoista bastardo, guarda in che condizioni ti ha messo - continuava a ripetere Josh, e ogni volta era un pugno al cuore. Ma erano le parole di cui aveva bisogno Giulia, farle sentire che ora senza altri ostacoli erano lì.Rimase in silenzio, un silenzio turbato. Poi si sistemò stanca sul petto del ragazzo, portando il viso sulla sua spalla. O più precisamente, cercò di mettersi a dormire, esausta.
E per un lungo istante nessuno più parlò, silenzio. Un silenzio che le rompeva l'anima di ingiustizie e dolore.
- Le preparo un posto dove sdraiarla, torno subito. Riesci poi a portarla tu o sveglio David? - solo nominarlo la faceva sentire meglio. Aveva bisogno di andarlo a svegliare, vederlo, sentirlo mentre la calmava, la tranquillizzava.
- No faccio da solo, non andarlo a svegliare. Vai - borbottò Josh di rimando facendola sprofondare.Si alzò sulle gambe vagamente, e si diresse fuori dalla stanza chiudendo la porta in modo da non rischiare di svegliarla se avesse fatto rumori.
E poi, aveva bisogno di chiudere tutto là dentro, respirare a fondo e riprendersi scordando quelle parole.
Ma fece un salto indietro attaccandosi spaventata alla porta quando vide una figura scura poco davanti a sé.Se ne stava raggomitolata, seduta sul freddo legno che ricopriva il pavimento. Le braccia stringevano al petto le ginocchia, il volto affondato in quella stretta.
David. Aveva aspettato lì fuori tutte quelle ore, in paziente attesa.
Un calore che partiva dal cuore le si diffuse commosso a tutto il corpo.Si morse il labbro, avvicinandosi. Fece piano vedendolo immobile, e si inginocchiò davanti a lui.
Solo allora capì che aveva preso sonno. Forse esausto, in quella posizione scomoda che avrebbe di sicuro lasciato qualche intorpidimento alla schiena.
- David? - sussurrò, avvicinando una mano a sfiorargli piano i capelli cercando di non spaventarlo.Un secondo solamente. Poi alzò la testa di scatto, gli occhi semichiusi che raccoglievano tutto il sonno del mondo.
- Sono sveglio, sono sveglio - esclamò subito precisando. Era probabilmente crollato nel sonno mentre aspettava. E altrettanto probabilmente avrebbe aspettato anche fino al mattino se fosse servito.
- Va tutto bene? Lei sta bene? - aggiunse, cercando di darsi un contegno. Fingendo di essere sempre stato sveglio, la voce ancora assonnata mentre a fatica la metteva a fuoco. Chloe non ci pensò più di un attimo, si fece spazio tra le sue ginocchia e si buttò tra le sue braccia stringendosi al suo collo. E si strinse forte, come a volerne sentire tutto il calore.
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[Darktown] La mia notte é tua
JugendliteraturChloe vive solo la notte, tra un ragazzo e l'altro, di drink in drink. Non esiste altro modo per sopravvivere a Darktown, se non tra club e party, balli e nessun limite. L'unica cosa che ti può salvare è qualcosa di forte, un sentimento così profon...