VI

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Spalancai gli occhi e incrociai le gambe di fronte a lui.
Si coprì gli occhi con l'avambraccio ma riuscii comunque ad intravedere delle lacrime che iniziarono a rigare quel viso così delicato e morbido, almeno così sembrava.

Avrei voluto accarezzarlo.

Si sedette nella mia stessa posizione e lasciò che entrambe le sua braccia cadessero sull'erba mentre dai suoi occhi che non volevano saperne di aprirsi continuavano a sgorgare grossi lacrimoni intrisi di tristezza, scesero su alcuni fiori bianchi. Il mio cuore decise di fare qualche salto quando accolsi Jimin fra le mie braccia nel modo più naturale possibile, accarezzandogli i capelli corvini per farlo tranquillizzare.

È solo la corsa Jungkook, è per quello che il tuo cuore è fuori controllo.

Profumava di buono, di pesche appena raccolte e solitudine, tanta solitudine che speravo di poter scacciare un pò, continuavo ad accarezzargli i capelli e a stringerlo sempre più al mio petto, mi afferrò la camicia singhiozzando.
Con ancora la testa sul mio petto mi parlò con voce nasale.

"Vorrei sapere come sei fatto"
Afferrai il dorso della sua mano.
"Sono come tutti gli altri"

Jimin rise dolcemente e mi si riempii il cuore di soddisfazione. Mi diede uno schiaffo amichevole sulla mano.
"Non ci credo per nulla, secondo me sei un bel ragazzo"
"Se fosse così non avrei problemi a trovarmi una ragazza, e invece non ho successo né nella vita né in amore"

Jimin aprí gli occhi, lasciandomi ancora una volta guardare quella meravigliosa sfumatura blu che metteva in risalto la chiarezza del suo viso, il contrasto fra i scuri capelli e sopracciglia e le sue gote leggermente rosee che si intonavano perfettamente con il colore delle sue piccole e carnose labbra che parevano dei piccoli boccioli di rosa.
Mi persi nei suoi occhi per quello che mi sembrò un tempo interminabile e non mi accorsi che le sue mani iniziarono a percorrere le spalle e il mio collo, fino ad accarezzare i lobi delle orecchie e i capelli nei quali affondò le dita. Scese lentamente sul viso, inizialmente analizzandone la forma per poi andare a concentrarsi sugli occhi, lasciandogli fare quella sorta di divertente analisi che ogni tanto mi provocava un piacevole solletico che raggiungeva lo stomaco come una scarica elettrica. Andò poi a concentrarsi sui dettagli del mio naso che si occupò di percorrere con l'indice fino a raggiungere le labbra che avevo involontariamente appena schiuso, rilassato sotto il tocco delle sue piccole e delicate mani.
Le accarezzò con i polpastrelli, delineandone la forma e lo spessore e mi parve di sentire il mio cuore fare un tonfo che mi risuonò del cervello, sentendolo pulsare nel collo e mandandomi in fiamme le guance e le orecchie, fortunatamente non poteva vedermi perché avrei giurato di essere diventato più rosso di un pomodoro.
Tornò poi sulle guance che accarezzò con entrambi i pollici, soffermandosi però in particolare sulla piccola cicatrice che avevo sullo zigomo destro.

Jungkook stai reagendo così solo perché non sei abituato a tutto questo, ed è ancora colpa della corsa.

Eppure Taehyung e Hoseok mi mostravano sempre affetto accarezzandomi, talvolta baciandomi la guancia come farebbero dei fratelli ma con loro non reagii mai così, mai sentii il cuore correre impazzito nel petto e lo stomaco chiudersi facendomi mancare il fiato: tutto quello stava accadendo per la prima volta nella mia vita, sotto il tocco di quel ragazzo che conoscevo da così poco ma da cui volevo ricevere ancora e ancora tutto l'affetto che mi sembrava colmare quello spazio nel cuore che neanche Taehyung e Hoseok erano riusciti ad occupare.

Ma perché? Che cosa significava? Che Jimin era più importante di loro?

"Mi sembri proprio un bel ragazzo, Jungkook" disse con un filo di voce, mentre tornai a guardarlo negli occhi sperando sconsolatamente che non si fermasse.

"Anche tu sei molto bello" scrissi sul suo avambraccio, lentamente, senza distogliere lo sguardo dal suo e senza accorgermi di quanto naturale fosse stata la mia risposta.

"Non posso confermare ma mi fido delle tue parole"

Il mio cuore decise di tradirmi quando Jimin poggiò la fronte sulla mia, tenne le mani appoggiate sul mio collo con le quali percepì il calore che divampava dal mio corpo.
Il mondo di Jimin era fatto di suoni, di odori, di sapori e di sensazioni che probabilmente in quel momento stava studiando silenziosamente, prendendosi il tempo necessario e lasciandosi trasportare dal mio respiro spezzato (a causa della corsa?), dai tratti del mio viso e dalle sue mani ancora fredde che cercavano di scaldarsi.

Jimin mi stava conoscendo.

La sua voce tenue spezzò per un momento quella pace.
"Hai la febbre, Kookie?"
Con ancora gli occhi chiusi poggiai l'indice sulla sua guancia e iniziai a scrivere.
"No, non credo"
Alzai gli occhi per vedere ancora una volta il suo volto che si era intanto girato di profilo mentre la mia mano continuava a stare sulla sua guancia e ad afferrare qualche capello che gli cadeva con naturalezza accanto l'orecchio.
Mi lasciò esaminare per un po' il suo piccolo naso, i suoi occhi dolcemente socchiusi e le labbra carnose.

Che cosa mi stava succedendo?

"Jungkook" sussurrò.
"Dimmi"
"Affrontiamo tutto questo insieme"
Prima che potessi rispondere sentii il telefono vibrarmi nella tasca dei pantaloni e con sorpresa notai si trattava di un messaggio di Taehyung.

"Credo tu debba delle scuse a Hoseok"
guardai Jimin sistemarsi di nuovo sul prato mentre digitai rapidamente una risposta.
"Di che stai parlando?"
"Mi ha chiamato incazzato, dove diavolo sei finito?"
"Sono in un parco, non credo di essere distante da casa"
"Sbrigati a tornare"
Rimasi un po' incredulo da quella reazione.
"Che significa questo tono autoritario?"
"Ti conviene fare come dico"

𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 - jikook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora