IX

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Ero fermamente convinto che dopo quella svista mi avrebbe cacciato da casa sua dandomi del pervertito, ero già pronto all'imminente strigliata ma la sua mano non sembrava volersi spostare.




[Jimin POV]

Era il suo petto quello che stavo toccando? Dov'era la maglietta?

La sua pelle ancora umida si alzava e abbassava velocemente sotto il mio tocco, il suo respiro rapido e affannato risuonava nelle mie orecchie e lo conservai con cura nella mia mente, non avrei potuto ascoltare altro provenire dalla bocca di Jungkook.
La mia mano continuò a viaggiare sul suo petto scoperto che desideravo poter vedere con i miei occhi, ma solo il tatto poteva soddisfare la voglia di conoscerlo di più. Scesi sull'addome dove premetti leggermente per poter sentire i muscoli che erano leggermente in rilievo, facendomi domandare se in realtà si allenasse. Sentii Jungkook contrarre l'addome più di una volta e il suo respiro farsi sempre più profondo e caldo tanto da poterlo percepire sul mio collo. Tornai sul petto dove sentii il suo cuore dimenarsi.

Era nervoso?


Poggiai l'orecchio sul suo petto umido per poterne sentire i battiti che non accennavano a calmarsi, sembrava come se avesse appena finito di correre una maratona.

Odorava di buono.

Passai le dita sul suo fianco per sentirlo ancora una volta contrarre l'addome e respirare profondamente, reazione che trovavo gradevole e quasi avrei voluto sentire di più, ma la cosa che non mi aspettai fu la reazione di Jungkook che mi afferrò i fianchi e poggiò il mento sulla mia spalla. Il suo respiro era ancora agitato e con le mani stringeva la maglietta del mio pigiama che si stava leggermente inumidendo a causa del mio sudore. Avvolsi le sue spalle con le braccia, lasciando che i nostri corpi si riposassero qualche minuto prima di far ricominciare quella danza diretta dalle mie mani sulla sua schiena che si inarcava ogni qualvolta ne studiavo la spina dorsale, scendendo vertebra per vertebra. Jungkook si allontanò all'improvviso, mi prese un braccio e mi chiese dove fosse il bagno. Ancora confuso dalla sua reazione glielo indicai e quando sentii sbattere la porta della stanza mi buttai indietro, coprendomi il viso con le mani e assorbendone il calore.


[Jungkook POV]

Non poteva essere, non poteva essere, non poteva essere.

Jungkook, quello era un ragazzo.

Allora perché il mio corpo stava reagendo in quel modo? Perché con Hoseok e Taehyung no ma con LUI si? Cercai di distrarmi sciacquandomi la faccia con dell'acqua fredda ma l'immagine di Jimin che mi toccava il corpo continuava a navigare indisturbata nella mia testa come un film che non poteva essere messo in pausa. Riuscivo a sentire ancora le sue mani che mi accarezzavano il petto, la schiena, i fianchi e ancora chinato sul lavandino cercavo una spiegazione alla reazione del mio corpo che non smetteva di bruciare. Passai una mano fra i capelli bagnati e mi guardai allo specchio, lo sguardo scese sulla mia gola che tastai con le dita, per poi scendere ancora più in basso fino a raggiungere i jeans, dove intravidi qualcosa che non mi piacque per nulla e che dipinse sul mio volto una smorfia di disgusto e profonda vergogna.

"Jungkook, hai qualcosa che non va".

Mentre pensai a come risolvere il fastidioso problema sentii bussare alla porta, mi girai di scatto impietrito.

"Jungkook, tutto bene? Sei lì da un pò"

Colto da un improvviso lampo di genio decisi di affacciarmi appena dalla porta e chiedere a Jimin se avessi potuto usare la doccia per lavarmi.

Uscito dalla doccia mi avvolsi con degli asciugamani che mi aveva precedentemente lasciato ed entrai in camera, dove vidi Jimin sdraiato sul letto che si era addormentato tenendo in una mano un libro. I capelli erano arruffati davanti agli occhi, la bocca lasciava passare dei flebili respiri capaci di intenerire il mio cuore. Le guance rosse mi chiamavano per un bacio.

Un bacio solo e innocente non significa nulla, tranquillo.

Mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai la fronte spostandogli i capelli e, con grande naturalezza, poggiai le mie labbra sulla sua guancia scrivendo un "buonanotte" sul suo petto.


"Non ti ho sentito arrivare" mi disse la madre di Jimin, mentre prendeva un sorso di caffè.
"Stava già dormendo, non avrei voluto disturbare" Jimin tradusse per me.
La donna mi versò del succo d'arancia del bicchiere e mi sorrise ancora una volta, si alzò dal tavolo e mise nel lavandino i suoi piatti sporchi.
"Va bene ragazzi, ora devo proprio andare o farò tardi" Diede un bacio sulla testa di Jimin che sorrise teneramente e mi poggiò una mano sulla spalla, avvicinandosi al mio orecchio.
"Trattalo bene" mi voltai verso di lei e annuii.

"Jungkook, ieri non ti ho chiesto per quale motivo fossi venuto da me perché ti ho sentito nervoso e non mi pareva il momento giusto"
Mi afferrò la mano.
"Ti va di parlarne?"
"Ero solo in giro e avevo notato si stesse facendo buio, quando ho visto casa tua ho pensato di passare a trovarti"
"Perché?" mi si avvicinò facendo toccare le nostre braccia.
"Volevo rispondere a quello che mi hai detto ieri al parco"
Jimin sorrise e appoggiò la guancia sulla mia spalla mentre giocava con le dita nella mia mano.

"Vorrei davvero poter affrontare tutto questo contando su di te...diventare amici..."
sospirai e Jimin parve accorgersene perché sembrò avere il volto confuso.

"...ma non voglio trascinarti nel fosso con me."

𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 - jikook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora