Capitolo 2

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Damian, così stronzo ma stupendo, è qui davanti a me, con indosso solo un paio di pantaloncini da basket, il suo petto è meraviglioso, proprio come avevo immaginato, e come mi sono ricordata da quest'estate dopo averlo conosciuto.
Vengo distratta dai miei pensieri dalla sua voce profonda

«Allora, mi hai sentito bambolina?»

«Cosa? Ah si, che vuoi da me ora?!»

«Voglio parlarti, sai, a volte le persone normali parlano ed esprimono i loro pensieri, come faccio io con gli agnellini»

«Wow, che genio, non ci sarei mai arrivata se non me lo avessi detto tu, ti meriti un premio, oh sì giusto, ai coglioni che chiamano le ragazze bamboline e agnellini non ne danno» gli dico facendo un finto applauso, tanto i nostri genitori non ci possono sentire, stanno al secondo piano, e noi stiamo al primo

«Allora? Mi fai entrare? Voglio, anzi, DEVO parlare con te!»

«Va bene, ma hai esattamente 10 minuti»

«Bastano e avanzano bambolina» dice facendomi l'occhiolino

«Bene allora entra»

Dopo averlo fatto entrare mi fermo un secondo per vedere se mia mamma o Justin siano sul nostro piano e poi richiudo la porta.

«Che vuoi?» gli chiedo guardandolo male e incrociando le braccia al petto

«Ho detto a mio padre e Margaret che domani andremo a fare una passeggiata così che tu possa vedere la città, ricordi bambolina?»

«È successo esattamente due ore fa, come faccio a dimenticarlo in così poco tempo, me lo spieghi?»

«Che ne so io?! Comunque, a parte gli scherzi, io non ti porto da nessuna parte, se vuoi vai da sola fuori, io ho degli amici che vengono qua e se te lo stai chiedendo sì, sono gli stessi di quest'estate, per cui non mi muovo da casa, se ti va posso solo darti un consiglio, ovvero di evitare i vicoli bui e le strade strette, non vorrei che tu facessero del male visto che sei un agnellino»

«Che gentile che sei! Mi domando da chi hai preso, beh, da Justin no di certo!»

«Neanche da mia madre se è per questo» dice rabbioso

Adesso stiamo alzando i toni e ho paura di svegliare i nostri genitori

«Abbassa la voce, o si sveglieranno»

«Oh, si, certo. Ora cambia discorso, non vorremo mica che pensino che andiamo d'amore e d'accordo, ma subito dopo ci trovano a litigare, e in camera tua per di più»

«Appunto, mia madre e Justin non si meritano questo» dico indicando prima me è poi lui

«Cosa vorresti dire?»

«Dico solo che sono delle brave persone e che non si meritando dei figli che litigano tra di loro dopo neanche un giorno che si vedono dopo una settimana di vacanza al mare dove non sapevano chi avevano di fronte»

«Bene, allora levo le tende»

«Aspetta» dico esasperata tirandolo per un braccio, l'unica cosa che non mi aspetto è che lui si fermi e si giri fermandosi a pochi centimetri dal mio viso con il suo petto.
Il suo profumo è sensazionale, sa di frutti di bosco e vaniglia, mi fa sentire a casa, ed è solo adesso che me ne rendo conto, Damian è più grande di me di un anno.

«Cosa vuoi bambolina?» sussurra con quella sua voce che sembra ancora più profonda e mi accorgo essere veramente sensuale

«Mi spieghi perché ti comporti così?»

«Così come?»

«Nel senso che davanti ai nostri genitori sei come un fratello modello, ma quando sei con me da solo mi dici di starti alla larga e mi chiami con un soprannome che non ha molto senso»

Lui, Il Mio FratellastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora