Capitolo 16

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Kaylee's pov

Ho appena finito di asciugarmi i capelli e sono uscita dal bagno, la porta della camera è aperta e sento Damian piangere.
Mi allaccio meglio l'asciugamano e scendo.
Lo trovo in cucina, è in piedi davanti all'isola, in una mano stringe un foglio di carta con delle scritte, probabilmente un messaggio che ci hanno lasciato Justin e mia madre, l'altra è abbandonata lungo in fianco.
Gli vado vicino e lo abbraccio da dietro, lui in automatico si gira e mi stringe a se, in questo momento ha bisogno di gesti, non di parole

«Kaylee»

«Si?»

«C'è una lettera anche per te, da parte di tua madre»

Lo guardo interrogativa e lui mi porge una lettera, la apro e comincio a leggerla

"Kaylee, tesoro,
Scusami, so che non mi perdonerai mai per quello che sto per dirti, ma devi capire che l'ho fatto per il tuo bene.
Quando eri piccola ho lasciato il lavoro all'ospedale di Chicago e mi sono arruolata nella SWAT.
L'ho fatto perché era l'unico modo di proteggerti, l'unico modo per far finire l'incubo in cui eravamo finite
Mi dispiace tesoro, ho sbagliato, ne sono consapevole. Ma ti prego, perdonami.
Quando io e Justin ci siamo conosciuti io ero a Los Angeles per una conferenza con la mia squadra e ci siamo visti in ufficio.
Abbiamo parlato e poi mi ha chiesto di rivederci, ci siamo frequentati per un po' e poi mi ha chiesto se mi andava di trasferirci con lui, così ho chiesto il trasferimento dell'FBI e quando me lo hanno accetto ho detto a Justin che ci saremmo trasferite da lui
Pensavamo di far incontrare te e Damian prima di trasferirci ma né lui né te avete voluto, così ho mandato a Jus una tua foto e lui l'ha mostrata a Damian e alla guardia che ti protegge quando noi siamo in viaggio, così da non avere problemi.
Lo so che probabilmente mi odierai dopo aver letto tutto questo, non posso ti posso biasimare, ma cerca di perdonarmi, l'abbiamo fatto a fin di bene, l'ho fatto a fin di bene.
Se riuscirai a perdonarmi, tu e Damian andate nella stanza mia è di Justin, sulla porta della cabina armadio troverete un post-it, leggetelo e fate ciò che c'è scritto
Ti voglio bene piccola
Te ne vorrò sempre
Non spiegartelo
Mai
Con amore
Mamma"

Non ci posso credere
Non può essere vero
Mi ha mentito
Mi ha fatta crescere in un mare di bugie
Mi ha fatto credere che lavorasse in ospedale invece era un agente speciale
Mi ha presa in giro
Vorrei odiarla, ma non posso
L'ha fatto per me
L'ha fatto per uscire dall' incubo in cui eravamo
L'ha fatto in buona fede

Non mi accorgo delle lacrime che stanno scendendo fino a quando Damian me ne asciuga una è mi abbraccia da dietro appoggiando il mento sulla mia spalla

«Che ti ha detto?» mi chiede cauto

«Era nella SWAT, già quando ero una bambina, mi ha mentito fino a ieri sera»

«Ah»

«Tu lo sapevi?»

«Mio padre me ne ha accennato qualcosa sulla lettera che mi ha scritto»

«Ah okay. Comunque mia mamma ha chiesto di perdonarli, dice che lo hanno fatto in fin di bene e che non volevano mentirci»

«Anche mio padre me lo ha detto»

«Facciamo quello che ci ha chiesto mia madre nella lettera?»

«Cioè?»

«Dobbiamo andare nella loro stanza e leggere il biglietto che hanno attaccato alla porta della cabina armadio»

«Va bene, ma questo per loro cosa significherebbe?»

«Che li perdoniamo, almeno un po', non pretendono che gli parliamo a loro basta essere perdonati»

Lui, Il Mio FratellastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora