Capitolo 17

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Mi sto cambiando quando sento due mani prendermi per i fianchi

«Kay»

«Damian, mi hai fatta spaventare»

«Scusa, è che mi mancavi»

«Ma se ci siamo separati solo cinque minuti fa»

«Solo? A me sembrava un'eternità»

«Vieni qui» dico attirandolo a me per abbracciarlo «Sei tu che mi hai detto che dovevo cambiarmi e io ti ho ascoltato»

«Beh, sei quasi più scoperta ora che prima» dice osservando

Sono in reggiseno e shorts, ma io posso essere più sfigata di così?

«Stavo pensando»

«A cosa stavi pensando piccolo Damian?»

«Se negli anelli facciamo incidere i nostri nomi? Cioè io faccio incidere nel mio il tuo nome e tu il mio nome nel tuo?»

«È un'idea magnifica, ma quando lo facciamo?»

«Perché non finisci di vestirti e andiamo in gioielleria a farlo subito?»

«Va bene, un attimo che mi metto la canottiera e mi trucco un po'»

*****

Siamo in macchina e stiamo andando in una gioielleria in centro, io sono nervosa, non so perché

«Stai ferma con la gamba o ti ritroverai senza perché ti partirà via»

«Scusa, è che sono nervosa»

«E per cosa?»

«Beh, abbiamo trovato degli anelli, li indosseremo, adesso andiamo a incidere i nostri nomi e per finire in bellezza, domani a scuola sarò tartassata di domande»

«Se vuoi torniamo indietro»

«No...No, è solo che è strano»

*****

Il gioielliere ci ha subito chiesto quanti anni avessimo e quando gli abbiamo risposto che abbiamo sedici e diciassette anni ha cominciato a dire che lui alla nostra età aveva altro per la testa, che siamo troppo giovani per un passo così grande, di aspettare di capire chi è adatto a noi.
Così Damian si è spazientito e ha detto al Signore che siamo fratello e sorella e che vorremmo avere i nostri nomi sugli anelli perché ce li avevano lasciati i nostri genitori prima di separarsi

«Damian» dico stringendogli la mano

«Dimmi»

«Sei strano, da quando siamo usciti dalla gioielleria hai cambiato umore, dopo che l'uomo ha detto che dovevamo cercare di capire chi è adatto a noi»

«Lo so, è che mi chiedo se tu ci sarai sempre o se sparirai, se mi abbandonerai quando avrai capito che sono un imbecille che non fa altro che commettere errori»

«Non ti abbandono, te l'ho promesso»

«La paura però resta lo stesso»

Vorrei dirgli che si sbaglia, che la paura scompare dopo un po', ma non posso, ho anche io la stessa paura
Paura di perderlo, paura di venire abbandonata, paura del futuro che ci aspetta.

*****

Tra un'ora dovrebbero tornare a casa mia madre e Justin
Non so cosa aspettarmi, non so cosa succederà, non so niente, ma allo stesso tempo so molto
Cosa succederà quando varcheranno la soglia di casa?
Cosa succederà quando parleranno con Damian o con me?
Ci sono tante domande e le risposte le ha solo il tempo
Damian è seduto e io sono sulle sue gambe, è assorto nei suoi pensieri non gli parlo, solo gli faccio capire che ci sono, gli accarezzo i capelli.
Dopo un po' sembrerà quasi risvegliarsi da un sogno e mi guarda
Mi perdo nel cioccolato dei suoi occhi, sono così belli, così profondi
Non penso a quello che ci circonda, non mi interessa se arrivano i nostri genitori, non me ne frega niente, esistiamo solo io e lui, lui ed io, lo bacio, un bacio diverso dagli altri, un bacio bisognoso, un bacio per fargli capire che ci sono e ci sarò sempre

*****

La porta di casa si apre e noi ci guardiamo, non importa rimaniamo così. Abbracciati l'uno all'altra, io appoggio la testa sulla sua spalla e a sua volta lui appoggia la testa sulla mia e mi stringe a se

Sento dei passi avvicinarsi e poi qualcuno bussa alla porta e la apre senza attendere una risposta

«Kaylee, Damian, siamo a casa, venite che la cena è pronta» è Justin

Io lo guardo, guardo il mare che si ritrova per occhi, un mare di bugie, lui guarda me è Damian e fa una faccia strana, poi però sorride e se ne va senza che noi gli rispondiamo

Damian mi da un bacio sulla testa e scioglie l'abbraccio, io mi alzo e a sua volta lo fa anche lui, poi mi prende per mano e ci avviamo verso la cucina.

Sento nella stretta il freddo dell'anello che porta al dito, è strano, non ci sono abituata

*****

Quando arriviamo lì troviamo seduti a tavola che ci aspettano, solo che la disposizione è diversa, loro si sono messi davanti a me è Damian, quando in realtà mia madre sarebbe dovuta essere di fianco a me e Justin di fianco a Damian

«Ragazzi, sedetevi, dobbiamo parlarvi» ci dice Justin in tono preoccupato

Qualcosa non va, c'è qualcosa che ci devono dire ed è importante
Noi ci sediamo e Damian continua a stringerti la mano anche sotto il tavolo

«Sappiamo di aver sbagliato, ma vi preghiamo di perdonarci, abbiamo visto che avete preso le fedi del nostro fidanzamento e ve ne siamo grati, ora però vorremmo essere perdonati perché stiamo per partire e torneremo dopo uno o due mesi»

«Cosa?!» esclamo io in tono, forse troppo, alto

«Kaylee, lo so, non siamo mai state distanti così a lungo, però devi capire che lo facciamo per voi»

«Per noi? Ma vi rendete conto? Siamo due adolescenti cazzo! Non possiamo avere una vita normale? Dei genitori normali? Con un lavoro normale? No! Dobbiamo avere una vita piena di pericoli con dei genitori che sono agenti speciali e un lavoro che potrebbe portare alla morte! Bello, davvero bello! Siete dei genitori che danno davvero un bel esempio! Bravi!» gli dico quello che penso loro mi guardano e mia madre ha gli occhi lucidi, non se lo aspettava, ma non mi importa, mi alzo e vado in camera mia

Quando la chiudo la sbatto e mi vado a sedere sulla poltrona, mi raggiungibili come un gatto, sono senza parole, mai avrei creduto che mia madre avrebbe potuto farmi una cosa del genere.
Non piango
Non parlo
Rimango seduta
Rimango in silenzio
Mi sento vuota
Mi sento piena di delusione
Piena di rabbia
Cosa ho fatto perché mi capitasse una cosa del genere?

Sento bussare alla porta

«Chi è?» chiedo distaccata

Lui, Il Mio FratellastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora