«Che ci fai tu qui?» chiedo acida
«Volevo vedere mia figlia, colei che mi è stato impedito di far crescere assieme a me»
«È troppo tardi per pentirsi, dovevi pensarci prima, dovevi pensare prima di agire»
«Mi sono accorto dei miei errori, ora, ti prego perdonami»
«Ma ti senti? Vieni qui a implorare il mio perdono, vattene prima che io chiami la polizia»
«Kaylee, ti prego, sono sempre tuo padre»
«Mio padre? Tu sei solo un malato mentale che mi ha picchiata quando ero una bambina, mi hai rovinato l'infanzia, per colpa tua sono dovuta diventare più matura fin da piccola»
«Lo capisco che sei arrabbiata tesoro, però io ero, sono e sarò sempre tuo padre»
«Tu.Non.Sei.Mio.Padre. Mio padre è morto quando ha cercato di portarmi via da mia madre. Adesso posso dire di avere un padre, Justin si comporta come un padre, Justin mi sostiene, Justin è presente quando ho bisogno di lui, quando abbiamo bisogno di lui»
«Ti prego Kaylee» mi dice con la sua lurida voce falsa implorante
«Scordati il mio perdono, ora vattene, lasciami in pace»
«Perdonami, ti prego, ho bisogno del tuo perdono»
«Ho detto di no, hai due minuti per andartene o chiamo la polizia, non sto scherzando»
Sentendo le mie parole fa una faccia inorridito, ma non si muove, poi sento dei passi alle mie spalle, mi giro e vedo che Damian è sulle scale che mi guarda, poi si avvicina e mi cinge il fianco con un braccio. Dobbiamo aver parlato a voce troppo alta, forse abbiamo addirittura urlato, per aver svegliato Damian
«Buon pomeriggio signore, le serve qualcosa?» chiede lui in tono cortese ed educato
«Si, il perdono di mia figlia, non me ne andrò da qui senza quello»
Damian si gira a guardarmi poi guarda l'uomo davanti a noi e poi di nuovo me, io cerco di fargli capire con gli occhi che non riesco più a sopportare la sua presenza e lui sembra capire
«La prego di andarsene, la sua presenza non è gradita signor Davis»
«Mi chiamo Christian, Christian Devis»
«Bene signor Christian, è pregato di andarsene» dicendo ciò chiude la porta e si gira a guardarmi «Va tutto bene?» mi chiede preoccupato con voce dolce
Io non rispondo, lo abbraccio e comincio a piangere, piango e sento Damian stringersi più forte, baciarmi la testa e cercare di tranquillizzarmi
«Andiamo su Kaylee» la sua non è una domanda, bensì un'affermazione
Saliamo le scale ed entriamo nella mia stanza che è quella più vicina
«Come faceva tuo padre a sapere dove trovarti?»
«N-non lo so, credevo di essere al sicuro, di non doverlo rivedere mai più» dico piangendo
«Sei al sicuro, non ti toccherà, te lo prometto. Ma dobbiamo avvisare tua madre e mio padre, okay?»
«Okay»
*****
Apro gli occhi e mi accorgo che sono abbracciata a Damian, sono le 18.30 tra poco i nostri genitori dovrebbero tornare.
Damian è sveglio, lo capisco perché mi sta passando una mano sulla schiena«È meglio che io vada in camera mia, tra poco dovrebbero tornare Margaret e mio padre»
«No, ti prego, stai qui, mia madre non si farà strane idee se le racconteremo quello che è successo questo pomeriggio»
«Va bene, non me ne vado, però sistemati un po' prima di scendere, hai i capelli tutti per aria, ma sei lo stesso bellissima»
«Come dire, sei bella quando dormi ma finisci per essere uno zombie quando ti svegli»
«Non è quello che ho detto»
«Lo so, scemo»
«Il tuo scemo» dice per poi baciarmi
Sentiamo dei passi avvicinarsi e poi allontanarsi, successivamente qualcuno che bussa alla porta della stanza di Damian, ho due minuti per sistemarti i capelli, ed è ciò che faccio, appena finisco sentiamo qualcuno bussare alla mia porta
«Kaylee, siamo a casa, posso entrare?»
Io e Damian siamo sul letto seduti, lo guardo e lui mi guarda, si alza e va a sedersi sulla poltrona, io rimango sul letto
«Vieni mamma»
«Hai per caso vist... oh ecco Damian, lo stavo cercando»
«E ora l'hai trovato»
«Stai meglio a quanto pare»
«Già. Mamma, dopo a cena dobbiamo dirvi una cosa»
«Devo preoccuparmi?»
«Dipende da quello che credi, ma in un certo senso devi stare attenta»
«Va bene, la cena è già su, Justin ha preparato le lasagne»
«Va bene, dieci minuti e arriviamo Margaret» in tutto il discorso è stato zitto e ora parla, non capirò mai la logica maschile
Mia mamma fa passare lo sguardo da me a lui poi di nuovo a me e di nuovo su di lui, poi esce dalla stanza«Mi sa che ha pensato che c'entriamo qualcosa noi due» dico girandomi verso la poltrona, ma la trovo vuota «Dai, mi sono girata a vedere mia madre uscire e tu sei già sparito?»
«Sono qui in parte a te» mi dice facendomi prendere uno spavento, è veloce, fin troppo forse
«Mi hai fatto perdere tre anni di vita»
«No dai, ammettilo che ti sei preoccupata»
«No, non capivo come facevi a essere sparito in due minuti che mi sono distratta»
«Ah, okay. Comunque dobbiamo scendere tra cinque minuti»
«Già, per cui?»
«Baciami» mi dice, non me lo faccio ripetere due volte, lo attiro a me è lo bacio
*****
Durante la cena spieghiamo cosa è successo, a mia madre va di traverso la lasagna quando le dico che Christian è riuscito a trovarmi e parlarmi, Justin invece è più tranquillo ma si vede che è preoccupato.
«Cosa possiamo fare?» chiedo alla fine
«Chiederò a dei miei amici di seguirci quando andate fuori e di controllare la casa, così per stare tranquilli almeno per un paio di giorni» dice Justin
«Papà, non ti sembra un po' esagerato? Intorno alla casa sì, ma non mi va di essere seguito dovunque vado» interviene Damian
«Damian ha ragione Justin, forse è meglio avvisare la polizia e basta, dire che aveva da rispettare le distanze e mostrare la carta del tribunale dei minori» cerco di far ragionare io
«Tesoro, Justin lo fa per te e per Damian, sappiamo di cosa è capace tuo padre, per cui è meglio tenerlo sotto controllo per un po'»
«Mamma, ti prego, non dire che è mio padre, perché mi da fastidio»
«Quindi? Che si fa?» chiede Damian
«Farò venire due miei amici qui per un paio di giorni, rimarranno a dormire qui e terranno la casa sotto controllo, poi chiedo se è possibile rintracciare il signor Devis e farò in modo che sia controllato»
«Perfetto» dice mia madre
«Justin, mamma, che lavoro fate voi?»
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Lui, Il Mio Fratellastro
Teen FictionIN REVISIONE Lei, Kaylee, una ragazza dolce, ma che tiene dentro di sé tanti, forse troppi, segreti. È forte, ma allo stesso tempo fragile. Vive con la madre a Chicago, fino a quando un fatto la porterà a trasferirsi nella città di Los Angeles, dove...