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Ora il problema è dirlo a Jack...
Penso mentre cammino in direzione della sua stanza, non essendo umano, Jack, è già guarito e non ha più nemmeno un taglietto.
Busso alla sua porta e, fortunatamente, viene ad aprirmi lui
-"c'è il tuo compagno di stanza?"-
-"sì, ciao è bello vederti anche per me"-
-"scusa"- gli dico per poi alzarmi sulla punta dei piedi per dargli un bacio a stampo -"hai un momento per parlare?"-
-"sì, certo"- dice uscendo dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre ci dirigiamo in un posto tranquillo mi avvicino a lui prendendogli la mano, a questo gesto lui si china dandomi un bacio sulla guancia.
Siamo sotto lo stesso albero in cui ho incontrato Tom prima
-"che devi dirmi?"- mi chiede mettendosi davanti a me
-"la regina, scusa volevo dire: la preside mi ha convocato nel suo ufficio"-
-"che hai fatto? Ucciso qualche mosca di troppo?"- mi chiede, io gli schiaffeggio il fianco
-"cretino"- dico per poi scoppiare a ridere visto che lui, per vendicarsi, inizia a farmi il solletico.
Cadiamo per terra e io mi ritrovo sopra di lui, continuando a ridere, mi appoggio sui gomiti per poi mettermi a sedere su di lui.
Jack, mettendomi le mani ai fianchi mi sposta in avanti verso il suo torace
-"fidati che è meglio se stai più in qua"- dice intanto che un sorrisino si fa strada nelle sue labbra, io diventando dello stesso colore dei miei capelli gioco con i lacci della sua felpa.
-"devo dirti una cosa amore"- inizio
-"dimmi"- mi risponde mettendo le braccia sotto la testa
-"la preside mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha detto che sono stata reclutata"- lui si siede di scatto abbracciandomi.
-"amore..."- inizio a dire ma lui mi interrompe
-"so che ce la puoi fare"- dice continuando ad abbracciarmi -"sei brava per la tua età, me lo sentivo che succedeva"- poi staccandosi per guardarmi negli occhi continua -"sopravvivrai perché hai enormi capacità e se non saranno necessarie ci sarò io a proteggerti anche se ci metteranno in squadroni diversi"- mi passa una mano nei capelli per poi tirarmi di nuovo in un abbraccio.
Seppellendo la faccia nella sua maglia aggiungo -"tranquillo, non servirà trasgredire le regole mi hanno messo nel tuo stesso squadrone"-.
Lui stringe più forte l'abbraccio per poi lasciarmi e darmi un leggero bacio sulle labbra seguito da altri, ogni bacio si approfondisce sempre di più, finché lui finisce sopra di me e sorridendomi dice -"dovranno passare sul mio corpo per averti, nessuno toccherà questa bellezza"- lo bacio per poi staccarmi e guardarlo sorridendo
-"questa bellezza?"- gli ripeto mimando la sua voce
-"non prendere in giro il principe"- mi avverte
-"perché che succede se ti prendo in giro, principe?"-
-"questo"- dice per poi iniziare a rotolare di lato.
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Domani mattina partirò insieme agli altri per il campo...sono in ansia...in questi giorni mi hanno rassicurato dicendomi che essendo una cadetta e essendo più piccola non mi succederà niente...ma la paura e l'ansia non sono sparite del tutto.
Qualcuno bussa alla porta così lascio cadere nel letto la maglia che stavo per mettere dentro la valigia e vado ad aprire mi ritrovo davanti Jessica che, appena mi vede, mi abbraccia poi staccandosi mi dice -"ti ho portato l'uniforme"- e mi passa una busta di plastica
-"grazie"-
-"ti stai preparando?"-
-"sì, sto preparando la valigia..."-
-"bene..."- continua lei per poi sospirare -"io vado, ci vediamo dopo"- aggiunge sorridendo
-"sì, a dopo"- detto questo chiudo la porta e mi dirigo davanti al mio letto, apro la borsa e tiro fuori l'uniforme: ha dei pantaloni militarizzati comodi con due tasche davanti e due dietro, la maglia è a maniche corte, sempre militarizzata, con lo stemma del regno bianco sul davanti, per finire, c'è anche un mantello con le maniche lunghe, bianco.
Giro il mantello e sulla schiena c'è riportata una frase più grande in azzurro: squadra reale, e una più piccola in nero: cadetto. Lo ripiego e lo appoggio sulla sedia con il resto dell'uniforme.
Qualcun'altro bussa alla porta e vado ad aprire, appena apro mi trovo davanti un mazzo di rose rosse
-"per lei signorina!"- esclama Jack sorridendo, io ricambiando il sorriso prendendole per poi fargli spazio per entrare.
-"stai preparando la valigia?"- chiede entrando.
-"sì..."- rispondo sospirando e chiudendo la porta.
-"Hey"- dice mentre mi si avvicina e mi abbraccia -"andrà tutto bene, ci sono io a proteggerti"-.
-"ma chi proteggerà te?"- gli chiedo stringendo l'abbraccio.
Lui staccandosi dall'abbraccio mi sposta i capelli dietro all'orecchio con la mano -"non è la prima volta che vado in guerra, so cavarmela"-
-"me lo prometti?"- chiedo alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi -"mi prometti che non morirai?"- continuo io.
-"te lo prometto"- risponde per poi darmi un bacio sulle labbra.
Appoggio la mia fronte alla sua e chiudo gli occhi, lui sempre abbracciandomi inizia a fare vagare le sue mani lungo le curve del mio corpo -"Jack..."- lo chiamo bisbigliando mentre il mio cuore inizia a battere sempre più forte e la mia faccia cambia colore.
Lui inizia a baciarmi con più intensità e foga, poi sollevandomi da terra mi porta contro il muro mentre io aggancio le gambe intorno alla sua vita. Passo le mani tra i suoi capelli  accarezzandoli ad ogni bacio,facendo così cadere al suolo il mazzo di rose.
Lui inizia a baciarmi il collo per poi sbottonarmi i primi bottoni della camicia.
-"Anna"- mi chiama lui con voce piena di desiderio -"posso tirare un calcio alla valigia?"- chiede riferendosi alla valigia che copre metà del letto.
Io annuisco e lui, di conseguenza, tira un calcio alla valigia per poi farmi sdraiare nel letto, si mette a cavalcioni su di me per poi continuare a sbottonarmi la camicia, a ogni bottone segue un bacio sulla mia pelle. Mi leva del tutto la camicia per poi fermarsi a guardarmi -"io l'ho sempre detto che sei bellissima"- dice con sguardo pieno di desiderio.
Io gli passo le mani lungo il petto ricoperto dalla camicia  e lui, tra un bacio e l'altro, mi sussurra -"strappala pure"-.
Ad ogni suo sussurro il mio cuore salta un battito, lui vedendomi in difficoltà la apre strappando via alcuni bottoni poi se la toglie lanciandola da qualche parte per la stanza.

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