Capitolo 4

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Quella sera all'orario di chiusura Juliàn si presentò all'Emporio per accompagnare Yvonne a casa. Capì il fatto che lei non sapesse nulla di ciò dalla sua espressione : prima gli sorrise ampiamente e poi si voltò verso di me con lo sguardo preoccupato.

La anticipai alzando una mano :"Non pensarci nemmeno, non lo rimanderai a casa da solo perchè pensi di dovermi fare da bambinaia"

"Ma il sole sta già tramontando, possiamo fare la strada tutti insieme. E poi anche se fosse, abitiamo vicine, la via più comoda per tornare a casa è una sola"

"E passare trenta minuti nell'imbarazzo più totale? Per la strada stai tranquilla, posso prendere quella che passa per il porto, è da un po' che cerco un'occasione per andarci e non è neanche troppo più lunga"

Così lasciai Yvonne in compagnia di Juliàn e mi incamminai verso il porto, stringendo le spalle per l'improvvisa folata di vento freddo. Alzando il viso verso l'alto vidi che in cielo le nuvole correvano veloci :"Si prepara un bel temporale" pensai ad alta voce.

Arrivata al porto mi guardai intorno per assicurarmi che non ci fosse nessuno e percorsi il pontile di legno fino alla punta, chiusi gli occhi e respirai a pieni polmoni l'aria salmastra. Sorridendo ascoltavo il rumore delle onde e percepivo il vento freddo sul viso, finchè alle mie orecchie non arrivò un urlo :"Signorina, per amor del cielo, cosa diavolo sta facendo lì?"

Mi voltai di scatto : un vecchietto appoggiato ad un bastone mi guardava dalla banchina con aria preoccupata. Mi affrettai a tornare a terra prima che un'onda mi bagnasse il vestito, mia madre non l'avrebbe presa per niente bene.

"Mi dispiace che si sia spaventato signore, ma è una mia abitudine ormai e non avrei potuto correre nessun pericolo"

"Il mare si sta agitando, un'onda avrebbe potuto farla cadere in acqua" mi rispose fissando l'orizzonte.

Essendogli più vicina riuscì a notare particolari che prima la lontananza mi aveva sottratto. L'età l'aveva reso poco più basso di me e i suoi capelli lunghi fino alle spalle non erano ancora completamente bianchi, lo sguardo era sveglio e capì perchè usava un bastone come appoggio : aveva una protesi alla gamba destra.

A un certo punto sulla sua faccia si dipinse un'espressione di dolore :"Signore si sente bene?"

"Sono solo stato troppo tempo in piedi, sa credo che abbiamo una cosa in comune : anche io amo il mare. Per favore, mi aiuti a tornare a casa, saranno solo una cinquantina di metri partendo da qui"

Rimase aggrappato al mio braccio per tutto il tragitto e lo lasciò solo quando si fu seduto sulla poltroncina che si trovava nel suo salotto.

"Grazie mille per la gentilezza signorina, sa la mia gamba fa un po' cilecca in questo periodo, è a causa di tutta questa umidità" mi disse battendo la mano sulla protesi di legno.

"A proposito che vecchiaccio scortese che sono, non mi sono nemmeno presentato. Mi chiamo Maurice Breton, posso offrirle qualcosa per il disturbo?" continuò.

Mi presentai anch'io ma rifiutai l'invito, avevo già trascorso troppo tempo fuori casa e mi immaginavo già mia madre in preda alla preoccupazione. Inoltre ero curiosa di sapere se lo sconosciuto che aveva occupato la mia stanza si fosse svegliato o meno, così lo salutai, con la promessa che sarei tornata a trovarlo un'alta volta quella settimana. 

When The Thunder Roars [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora