Capitolo 23

344 25 2
                                    

Questa volta non è la voce di Betty a svegliarmi, sono i miei incubi insensati ma sopratutto l'ansia che sento in attesa dell'arrivo al distretto 10 e del discorso che dovrò fare ai suoi abitanti e ai genitori dei tributi di questo distretto. Non conoscevo i ragazzi del distretto 12 e ancora meno quelli del distretto 11 ma questi...non si può dire che li conoscessi ma li avevo visti in qualche occasione, come la ragazza tarchiata che avevo avuto modo di vedere in diverse occasioni e non avevo fatto a meno di notarla parecchio. Per non parlare poi delragazzo del distretto 10, non lo avevo notato prima, e non lo avrei mai fatto se lui non avesse tentato di uccidermi alla fine dei giochi quando eravamo solo in quattro. Non mi incolpo di aver ucciso questo ragazzo, so di averlo fatto e non accidentalmente dato che mi ci sono letteralmente findata addosso con la spada in pugno ma si sa che solo uno deve sopravvivere agli Hunger Games, ed io volevo sopravvivere, io volevo vincere. Le immagini dell'incontro con il ragazzo del dieci si fanno più vivide nella mia mente, rivivio la scena, quando io e Toby siamo nella Cornucopia e una freccia si infila nella terra poco lontano da me e vedo il ragazzo, io e Toby iniziamo a correre per salvarci ma il ragazzo, che non aveva per niente una buona mira ma un po di fortuna si, lo becca in pieno, ed è allora, e solo allora che io mi fondo su di lui, io l'ho fatto per difendermi e per vendicare Toby ma quelle persone non la vedranno di certo così, loro crederanno che io sono un'assassina senza cuore finché non sarò morta,e nessuno li convincerà mai del contrario ed io non posso dire nulla, perché in un certo senso hanno anche ragione. Se io e quel ragazzo ci fossimo invertiti i ruoli e lui mi avesse ucciso per difesa e per vendetta, sebbene avesse più ragione lui che io, i miei familiari e tutti quelli che mi conoscevano lo avrebbero detestato, è ovvio. Dopo aver fatto pranzo, per così dire dal momento che non ho toccato cibo, il mio staff di preparatori inizia a prepararmi per il discorso al distretto 10. Non sono per niente truccata, i capelli non sono stati minimamente pettinati e sono piuttosto arruffati, vorrei lisciarli un po ma lascio perdere, la scelta e la loro, sono loro gli esperti in fondo. Il vestito non mi piace per niente, è  tutto bianco e in pelliccia, una pelliccia ruvida, suppongo appartenga ad una capra, ovviamente è sintetica ma non mi va comunque l'idea di somigliare anche minimamente ad una capra. Scendo e vengo fatta entrare nel palazzo di Giustizia, è  davvero un luogo pulito a differenza della maggior parte del distretto, da quanto ho potuto vedere. Leggo i cartoncini preparati per me da Betty e non riesco a distrarre lo sguardo dal grande schermo che mostra il ragazzo del Distretto 10 che a quanto pare di chiama Samuel, il ragazzo che ho ucciso. Guardo la sua famiglia odiandomi, mache altro potevo mai fare? Niente. Il padre non c'è, credo sia morto da tempo, c'è la madre che sebbene abbia probabilmente una quarantina di anni ne dimostra almeno il doppio e sembra una donna severa ma forse è solo consumata dal dolore. Accanto a lei ci sono tre bambine, avranno dai quattro ai sei anni, suppongo che nella famiglia fosse Samuel a badare a tutti ma ora non può più farlo ed io non posso aiutare quelle persone in alcun modo senza far male alle persone a cui voglio bene. Dopo il discorso, nel quale ho improvvisato qualche parola per Samuel che oltre alla folla hafatto commuovere anche me, veniamo invitati al palazzo di Giustizia per la cena. La cena è davvero squisita e mangio molto, sono davvero affamata e poi la maggior parte del cibo in tavola consiste in carne succosa proveniente dal distretto. Tornata nella mia camera lascio il vestito sul pavimento con noncuranza, so che dovrò tenermelo dopo la fine del Tour malo brucerei molto voletieri, mi sdraio nel letto e mi addormento. Domani distretto 9! Non c'è nessuno di importante, non per me, in quel distretto.

Hunger Games 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora