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Le giornate sembravano tutte uguali per Katsuki Bakugo: l'inverno portava il freddo nelle città giapponesi, rendendo il risveglio mattutino quasi traumatico per tutti; la colazione poi, non c'era mai abbastanza tempo per consumarla che si doveva correre per prendere in orario l'autobus il quale, menefreghista, passava una volta ogni mezz'ora quando gli andava, altrimenti non passava proprio e Katsuki doveva avviarsi a piedi.
Successivamente lo attendeva la scuola, che nonostante fosse quella dei suoi sogni, era comunque una rottura quando non c'era in programma lo svolgimento delle attività di pratica. Katsuki infatti aveva sempre sognato di lavorare dietro il bancone di un Bar, magari suo, nonostante non sopportasse la presenza di persone accanto a lui. Frequentava dunque un istituto alberghiero, molto meno complesso di altre scuole ma pur sempre una di quelle.
Insieme a lui, quella scuola veniva frequentata da un altro ragazzo: Midoriya Izuku, da sempre suo amico o meglio, compagno di giochi nella loro tenera età, nonché abitante dello stesso e silenzioso quartiere del biondo, la cui quiete veniva spezzata dalle urla di Mitsuki, madre di Katsuki, ogni mattina che questo non si alzava in orario dal letto.
La giornata proseguiva a scuola, per sei ore consecutive quasi ogni giorno, sei giorni su sette, con un paio di pause di dieci, quindici o cinque minuti, che poi non erano mai lunghe come dicevano di essere dato che la campanella qualche minuto prima suonava sempre.
Come spendeva Katsuki quei pochi minuti di intervallo? Semplice, quando ne aveva voglia, prendeva un panino e, da solo, scendeva in cortile e mangiava.
Dopo le scuole elementari non aveva mai avuto poi così tanti amici, dato il suo carattere poco socievole e bisbetico. Ora che frequentava la seconda superiore aveva però trovato qualcuno che lo considerasse, nonostante egli lo cacciasse sempre malamente, come si fa con le mosche che ronzano sopra i piatti. Questo era Kirishima Eijiro, sempre accompagnato da Kaminari Denki e talvolta anche da Sero Hanta e Mina Ashido, l'unica ragazza del "gruppo".
Katsuki però preferiva  - almeno la maggior parte delle volte -  restare da solo, così non dava peso a quelli che dall'anno precedente si erano autoproclamati suoi amici.
L'unica persona che sentiva il bisogno di avere con sé era l'amico d'infanzia, Izuku, Deku per lui. E Bakugo si malediva tremendamente per come aveva trattato il ragazzo negli anni precedenti: l'aveva umiliato, calpestato, picchiato, il tutto per una sola e stupida ragione: gli piaceva.
E gli piaceva davvero tanto, tanto che non riusciva a controllarsi di fronte a lui, tanto che, gli anni precedenti, lo aveva picchiato perché stanco del più basso - Izuku - che girava sempre nella sua testa come unico pensiero, accusando il povero Deku del suo "essere gay", che inizialmente non accettava proprio, capendo anche poco di cosa potesse significare amare qualcuno.
Ma ora era tutto più chiaro. Nella sua mente gli era chiaro quanto fosse stato stupido, e quanto l'altro gli piacesse. Ancora, dopo anni, anni in cui era cambiato, il pensiero di avere una persona tanto fantastica al suo fianco - perché sì, Izuku gli era rimasto accanto nonostante tutto - gli scaldava il cuore.
E Katsuki si era promesso che mai avrebbe compiuto uno sbaglio tanto grande come quello che alle scuole medie lo aveva segnato nella coscienza e nel cuore.

Decise di alzarsi, la sveglia era suonata da circa dieci minuti, nei quali i rossi occhi di Katsuki erano rimasti chiusi nel disperato bisogno di qualche ora in più di sonno. La sera prima, come gli succedeva da tempo ormai, non chiudeva occhio, la mente troppo concentrata ad elaborare il dolce viso di Izuku, la sua folta e morbida chioma verde e i suoi occhi del medesimo colore, sempre luccicanti e pieni di gioia.

Impostò la sveglia per il giorno dopo come tutte le mattine, poi si alzò, in ritardo, e corse a lavarsi.
Era una fortuna che mamma Mitsuki non avesse cominciato ad urlare, forse era uscita prima di casa diretta a lavoro col marito, Masaru, che di base era l'opposto della donna in carattere; egli era infatti amorevole e dolce con tutti.
Katsuki, quando pensava al duo meraviglioso che formavano i genitori, non riusciva a non immaginare un'ipotetica coppia formata da lui e Izuku, magari da grandi, sposati come avrebbe desiderato il biondo il quale, messe le due parti a confronto, avrebbe rappresentato caratterialmente la propria madre mentre Deku, col suo fare gentile, il padre; il che non gli dispiaceva nonostante sapesse di essere ancora troppo piccolo per fare pensieri e discorsi del genere.

Si preparò in fretta e furia e si scagliò fuori dalla porta, corse alla fermata dell'autobus che per sua sfortuna era appena passato. Tirò un sospiro e si incamminò a passo svelto, arrivando a scuola appena in tempo.

E la solita stancante routine ebbe di nuovo inizio.

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Heyooo~ sarà un mio ritorno su wattpad questo? Può darsi 😂
Spero che questa storia vi piacerà 😣💌❤️ ciau❤️❤️

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