Capitolo 7

17 2 2
                                    


Quella settimana passò velocissima. Flor era stata occupata con 3 campagne, non aveva avuto tempo di vedersi con lei e Mirco concentrato sugli allenamenti, aveva solo il tempo di scriverle la sera prima di andare a dormire. Quella era diventata un'abitudine e a Vale piaceva. Il giorno della partita, parlarono poco, ma da ciò che vide poi in televisione, gli era andata bene. Aveva anche fatto un gol.

Si misero d'accordo per vedersi il venerdì così da festeggiarlo.

Successivamente contattò suo fratello per sapere se ci fossero novità e cosa succedeva a casa, ma non c'erano molte novità. Tutto era abbastanza noioso e lento durante le vacanze. Questo le fece pensare che andare via prima da lì, era stata una buona idea.

Sarebbe impazzita dopo due giorno. Fortunatamente era lontano.

Comunque il giovedì alle 11 di sera, le arrivò un messaggio. Guardò lo schermo aspettandosi di leggere il nome di Mirco. Anche se era abbastaza tardi per lui, chi altro poteva scriverle?

E lo vide.

Sullo schermo c'era scritto "DAVID"

Le aveva mandato un messaggio. Il cuore le salì in gola.

Le tremavano le mani. Come va? Che voleva?

Pensò a mente fredda. Era giovedì sera e lui non sapeva che lei era andata via da Córdoba.

Prese il cellulare e lo sbloccò. Lesse il messaggio, era breve.

"Che fai bellezza? Vediamoci per parlare. Baci."

Bellezza. L'aveva chiamata così quando iniziarono a uscire. Durante la loro relazione era cicci, ciccina, bebè, amore, vita mia

Adesso voleva vederla? E tutte le volte che lei voleva vedere lui?

Senza pensarci, gli risose.

"Pensavo che non volessi vedermi."

In pochi secondi, arrivò la risposta. Merda. Non avrebbe dovuto scrivergli —pensò.

"Cicci, avevo bisogno di tempo. Sai che mi manchi"

Già! Tempo. Erano passati mesi. Quasi 3 senza che le parlasse. Lei si era stancata di scrivergli. Lui l'aveva ignorata fregandosene di quanto ciò la facesse soffrire.

Si ricordò del periodo trascorso senza di lui all'inzio. Si ricordò quanto le faceva male. Non avrebbe risposto. Lui le aveva fatto una cosa orrenda e le dava fastidio che pensasse che lei era così. Che un bel giorno si sarebbe annoiato e allora le avrebbe scritto e lei sarebbe tornata in ginocchio al suo fianco. Cos'aveva fatto in passato che lo portasse a pensare questo?

Ma no. Lei era cambiata. O ci stava provando. Non avrebbe ripetuto gli stessi errori. Ora aveva bisogno di tempo per pensare se si sarebbe riavvicinata a lui, se gli avrebbe retto il gioco. Avrebbe visto di che pasta è fatta, non avrebbe ceduto questa volta. Lui sapeva quanto le costava dirgli di no. Dato che iniziava ad arabbiarsi, mise il cellulare su silenzioso e prese la sua macchina fotografica.

Uscì a Puerto Madero per scattare delle fotografie.

Il paesaggio notturno era così diverso da quello del giorno. Le strade erano piene di gente, perché era giovedì e c'erano più di 25 gradi. Famiglie a passeggio, ragazzi più giovani a festeggiare, coppie di anziani che usciva a camminare.

Adorava ciò che vedeva.

Stava scattando foto, quando in un bar vide volti familiari.

Il modello castano, questa volta era accompagnato dal terzo modello, il biondo con la cresta. Erano seduti a un tavolo bevendo qualcosa, e, con sorpresa di Vale, il modello biondo aveva la mano sulla spalla del modello castano.

EscapandoMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora