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Suonò il campanello un paio di volte senza ottenere risposta: stava incominciando a perdere il coraggio di quel "primo tempo" del suo piano, temendo di finire per concludere ciò che aveva iniziato sul pianerottolo del  palazzo, in maniera del tutto insignificante e completamente solo.

Non che avesse deciso di dare il via al "secondo tempo" con Saverio per chissà quale strano motivo, non voleva avere "compagnia", non voleva punirlo, desiderava soltanto rivederlo ed essere sincero con se stesso, mostrare i suoi sentimenti, libero da tutti quei casini che sarebbero potuti derivare dopo: un "dopo" per lui non ci sarebbe più stato, quindi, adesso si sentiva stranamente libero, soprattutto di essere sincero con la persona che amava e che mai aveva smesso di amare, nonostante tutto.

Percepì dei rumori provenire da dietro la porta e subito dopo questa si spalancò.

Saverio lo fissò con espressione a dir poco sconvolta, indossava il pigiama verde scuro che gli aveva regalato per il suo primo compleanno trascorso insieme, un regalo abbastanza banale ed insignificante, ma Saverio era stato un tipo che accoglieva ogni suo dono come se fosse il più spettacolare al mondo.

Luca si accorse che, probabilmente, non si radeva la barba da giorni; gli erano spuntate delle rughe sottili intorno agli occhi neri come due pozzi profondi, così scuri da fargli capire che, dopotutto lo conosceva bene, quanto accaduto tra di loro, l'aveva segnato e devastato più di quanto si fosse aspettato.

Nonostante... fosse stato proprio lui a tradirlo.

-Ciao...- sussurrò Luca e Saverio strinse il labbro inferiore tra i denti: lo sentiva, se si fosse concesso di dare fiato alla propria bocca, probabilmente si sarebbe messo ad urlare.

Perché, quel dolore sordo e martellante, non lo aveva abbandonato un solo istante da quando Luca lo aveva lasciato e la consapevolezza di essere l'unica causa di tutto quel casino, lo straziava ulteriormente.

Saverio se ne accorse subito: qualcosa in Luca sembrava essere cambiata e definitivamente.

Lo percepì chiaramente.

-Posso entrare?- domandò il giovane e Saverio, senza dire nulla, si fece da parte invitandolo ad entrare in quella che, sino a qualche settimana prima, era stata la loro casa.

Badò bene a non toccarlo ed a non compiere gesti troppo veloci, non che si sentisse all'altezza di fare qualcosa, ma temeva che, se anche fosse stato in grado di farlo, Luca sarebbe potuto scappare via senza più dargli una possibilità.

-Come mai sei qui?- si decise a chiedergli e non poté fare a meno di far trasparire il suo tremore interiore attraverso le parole.

-Per salutarti, penso... - mormorò Luca e Saverio temette di colpo di aver capito cosa era "cambiato" nel suo amato.

-Cosa hai fatto?- chiese con un tono di voce incapace di nascondere la sua disperazione:
-Quello che tutti si auguravano, penso...-
-Oh, mio dio... amore mio, cosa hai fatto?- Luca, a quelle parole, si avvicinò a Saverio, poggiò la fronte sul suo petto e tra un singhiozzo e l'altro riuscì a mormorare:

-Ti amo...- poi, di colpo, Saverio percepì il corpo del ragazzo farsi pesante, lo afferrò per impedirgli di cadere a terra mentre il respiro gli si spezzava in gola in un urlo soffocato ed il suo cuore andava in mille pezzi.

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