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Luca si lasciò cadere su di una sedia ignorando i morsi della fame, non ricordava neanche più cosa aveva mangiato e quando lo aveva fatto l'ultima volta: certo era che la sua mente era stata sconvolta e stravolta dagli eventi che si erano susseguiti nelle ultime ore...

Fece un lungo sospiro mentre le lacrime tornavano a premere contro i suoi occhi. Scosse la testa: "Non di nuovo!" supplicò e mandò giù con forza il groppo che gli si era stretto in gola.

-Allora?- domandò Saverio:
-Allora, cosa?- chiese a sua volta Luca cercando di tergiversare.

La musica intorno a loro sembrava essersi fatta ovattata, o forse era lui che non riusciva più a percepirla con chiarezza a causa della presenza inaspettata del suo primo amore, lì, così vicino a lui come mai aveva pensato potesse accadere.

Perché, alla fine, tra aliti saturi di alcool, pelli imperleate di sudore, corpi frenetici ed ammassati, luci stroboscopiche, bassi martellanti, ... in mezzo a tutto quel caos di una qualsiasi discoteca, in una qualsiasi notte (era forse sabato?, non riusciva più a ricordarlo), aveva finito per incontrare un suo vecchio compagno di scuola, e non uno qualsiasi, ma proprio quello per cui si era come smontato la testa, venduto il cuore, azzerato i pensieri per più di tre anni del suo percorso liceale, inseguendo un amore impossibile, ovviamente non ricambiato, ovviamente mai dichiarato, ovviamente...

Che aveva cercato di seppellire dentro se stesso ormai da tempo.

Dopo, non era stato più lo stesso.

Dopo era divenuto consapevole di se stesso.

Dopo aveva iniziato ad avere paura.

Dopo, aveva iniziato a nascondersi ed isolarsi.

-Ti va di ballare con me?- gli domandò Saverio:
-Perché mai dovremmo?! Siamo due uomini- ribatté Luca:
-E le amiche non ballano tra di loro anche se sono due donne? Perché due uomini non dovrebbero fare altrettanto senza creare malintesi?-

Luca scrutò l'espressione di Saverio. Non c'erano tracce evidenti del fatto che si stesse burlando di lui, sembrava serio e seriamente intenzionato a ballare con lui davanti a decine di persone... Ma perché?!

-Credevo che, al liceo, non ti fossi neanche accorto della mia esistenza- nello stesso istante in cui le parole presero forma fuori dalla sua bocca, Luca si maledì mentalmente: stava diventando tutto troppo ambiguo e troppo velocemente.

Le sopracciglia del suo interlocutore si inarcarono per lo stupore:
-Ti sono venuto dietro finché sono stato lì dentro, ma tu non mi sembravi il tipo che potesse dire di "sì" davanti a "certe" avances-
Adesso era Luca a sentirsi stupito. Probabilmente aveva frainteso:

-Resta di fatto che quelli come te, anche se magari nutrono "interessi comuni" a quelli come me, non possono finire per mettersi con quelli come me-
-Mi sconvolge apprendere, dopo... cinque?, anni che non ci vediamo che, probabilmente, abbiamo diversi "interessi" in comune e che solo la timidezza e la pubertà ci hanno condotti su binari paralleli impedendoci di avvicinarci l'uno all'altro. Resta di fatto che non capisco perché, "uno come me", non possa interessarsi ad "uno come te"-

-Perché, quelli belli come te tendono a mettersi con quelli come me solo per aumentare il numero delle proprie conquiste: ci vedono come prede facili, no? Siamo bruttini ed insignificanti, quindi siamo un "sì" facile e sicuro prima di passare al successivo-

L'espressione di Saverio si fece seria e lentamente, con estrema tensione dei muscoli del collo, si chinò maggiormente sul volto di Luca:

-Quindi, ti vedi brutto? E perché?- gli domandò, sussurrandogli sfacciatamente ogni parola sulle labbra:
-Non rispecchio il "tipo" che piace, sono poco macho, poco alto, poco muscoloso, ho lineamenti poco marcati...- balbettò Luca. Saverio scoppiò in una fragorosa risata allontanatosi di pochi centimetri dal suo interlocutore:

-Quindi, mi stai dicendo che io sono bello perché rientro nei tuoi canoni di bellezza, mentre tu non lo sei perché, appunto, ti allontani esteticamente dal modello d'uomo da cui sei attratto?-

Luca, solo per un attimo, si domandò quando, come, perché fossero passati dalle frasi ambigue alle "accuse" dirette. Si domandò se avesse per caso incontrato qualcuno che conosceva fuori da quelle mura sature di musica, confusione e follia... Sì, follia, la sua: la stessa che lo stava portando, dopo anni di silenzio, ad ammettere improvvisamente di essere stato innamorato di un uomo, senza neanche più porsi il problema di stare firmando la sua condanna davanti a qualche possibile testimone:

-Esatto- sussurrò poco dopo e Saverio tornò ad avvicinarsi a lui, tornò serio e piantò i suoi occhi neri, gelidi e profondi dentro quelli incerti e dolci di Luca: il ragazzo trattenne il respiro, di nuovo si rese conto di averlo fatto, e poi Saverio fu sulle sue labbra, strinse forte la sua pelle con la propria, insinuò la lingua e prese la sua bocca voracemente, divorando ogni suo respiro.

Quando si allontanarono l'uno dalla bocca dell'altro, Luca, titubante, domandò:
-E questo? Che vuol dire...?-
-Vuol dire che esistono diversi tipi di bellezza e tutti si rifanno ai gusti personali dei singoli individui. Tu sei la creatura più bella su cui i miei occhi si siano mai posati...-
-Non dire assurdità!- lo interruppe Luca:
-Assurdo è vederti reagire così, come se ti stessi mentendo-
-Lo stai facendo-
-No, è solo che ho capito che questa nostra diatriba durerà ancora un po': sei un tipo testardo. Così, nel frattempo che litighiamo mentre ci innamoriamo, ho deciso di mostrarti il finale di questa storia... Adesso, puoi goderti il viaggio, sicuro del porto nel quale giungeremo- 

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