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Chissà come, chissà quando, alla fine si erano ritrovati sufficientemente ubriachi da decidere di puntare verso l'appartamento dei due che più si trovava vicino alla discoteca nella quale si erano incontrati.

Avevano percorso pochi metri a piedi e Saverio aveva finito per invitarlo a salire a casa sua: Luca non si capacitava del perché non riuscisse a dirgli di no.

Era consapevole di stare dando il via a quella che si sarebbe potuta rivelare la parentesi più straziante della sua vita: quelli come Saverio non finivano di colpo per innamorarsi di quelli come lui, quelli come Saverio sapevano toccare le giuste corde per ottenere ciò che vogliono, rigirando la frittata convincendoti di essere consenziente e consapevole... Persino, artefice, se il caso necessitava.

Luca lo sapeva bene, sentiva che non si trattava soltanto delle proteste da parte della sua inesistente autostima: era tutto sbagliato.

Sbagliato avergli permesso così, di colpo, di baciarlo davanti a decine di persone.

Sbagliato aver barattato il suo cocktail analcolico con... tre?, sei?, birre, quando lui era consapevole di non reggere l'alcol.

Sbagliato non chiamare un taxi per farsi riaccompagnare a casa e convincersi a seguire Saverio a casa sua per evitare di lasciare la sua auto troppo distante dal luogo in cui abitava: "Vieni da me, siamo ubriachi, non puoi guidare, ma domani mattina eviterai di alzarti all'alba per recuperare l'auto", gli aveva suggerito Saverio, e lui aveva pensato che, in fondo, il suo suggerimento era davvero la soluzione migliore.

Sbagliato pensare che sarebbe tutto filato liscio, che avrebbero continuato a trattarsi da amiconi, quando non erano neanche mai stati amici.

Sbagliato pensare che non sarebbe successo...

Infatti, accadde, non appena varcarono la porta dell'appartamento di Saverio, Luca non si rese neanche conto di chi dei due avesse finito per saltare addosso all'altro prima ancora di richiudersi la porta d'ingresso dietro le spalle: quando questa si chiuse dietro di loro con un tonfo, la lingua di Saverio era già dentro la sua bocca, il cuore di Luca aveva incominciato a battere frenetico, la mente aveva spento ogni pensiero concentrando la propria attenzione sulle mani dell'altro, sul calore dei suoi palmi che gli accarezzavano la pelle nuda sotto la t-shirt.

Il profumo della sua pelle entrò prepotentemente dentro i suoi polmoni, soffocando i suoi respiri: gli occhi erano pieni degli occhi di Saverio, la sua bocca era piena di quella dell'altro, il suo respiro era pieno di lui.

Chissà come, chissà quando...

Si ritrovò sdraiato sul pavimento dell'ingresso, completamente nudo e vulnerabile; Saverio iniziò a lasciare una scia di baci lungo tutto il suo corpo: il collo, le spalle, il petto, morse un capezzolo e Luca non riuscì a fare a meno di incaricarsi sotto di lui, mordendosi le labbra per non urlare...

La pancia, i fianchi, l'inguine e l'interno coscia. Poi risalì verso il suo fianco e morse anche quello ed il dolore misto al piacere mandarono in tilt quel po' di autocontrollo che Luca era stato in grado di conservare sino a quel momento: Saverio lo prese, lì sul pavimento dell'ingresso, entrò nel suo corpo ed iniziò a spingere dentro di lui e subito entrambi dovettero concedersi un attimo per ritrovare il respiro.

Si guardarono negli occhi, l'uno dentro il corpo dell'altro, e compresero di essere rimasti fregati.

Non si trattava soltanto di sesso: erano occhi dentro gli occhi, pelle dentro pelle, erano due pezzi della stessa anima tornati a completarsi.

Sì, Luca ne fu certo: quell'uomo avrebbe mandato in frantumi il suo cuore.

Luca si asciugò le lacrime e scrollò le spalle nel tentativo di porre fine a quel patetico teatrino: non che vi fossero testimoni in casa che potessero vedere in che stato si fosse ridotto, ma la consapevolezza di ciò che gli stava accadendo lo imbarazzava già a sufficienza.

Si odiava per tutto quel dolore, come una lama piantata nel cuore, per come aveva finito per reagire a ciò che, sapeva fin dal principio, sarebbe stato inevitabile.

-Sono a casa- sentì dire e sobbalzò nel rendersi conto di non averlo sentito rientrare.

Saverio lo trovò in camera da letto, aprì la porta e Luca stava lì, seduto ai piedi del loro letto, bello come sempre, bellissimo ed incantevole, con i suoi lineamenti delicati ed i capelli scuri ad incorniciare il volto che tanto amava, con gli occhi colore del miele, luminosi come pietre preziose, ma arrossati dal pianto, il viso pallido, le mani tremanti... la valigia vicino ai piedi.

Saverio deglutì e pregò con tutte le sue forze, lui che non aveva mai neanche varcato la soglia di un luogo sacro, si ritrovò ad invocare santi e dèi, chiunque nel cielo governasse le anime dei miserabili abitanti della Terra, di poter tornare indietro... di cancellare dagli occhi e dal cuore dell'amore della sua vita l'errore che aveva commesso e che gli aveva spezzato il cuore.

-Vado a stare da mia sorella e mio cognato- disse Luca, mormorando appena le parole:
-Sei sicuro?- domandò Saverio, sentendo il groppo in gola farsi più soffocante. Luca annuì:

-Preferisco la convivenza con due omofobi che passare un altro secondo qui con te.- Luca deglutì sonoramente cercando di schiarirsi la gola: -Sarà comunque, per poco... Il tempo di rimettere insieme i pezzi di ciò che mi hai lasciato e...-

-Io ti amo!- lo interruppe Saverio: -Mi dispiace, ho sbagliato e lo so! Ma non puoi buttare all'aria questi ultimi due anni come se niente fosse!-

Saverio sentì il petto bruciare di un dolore sordo, incontrò lo sguardo di Luca e comprese di aver commesso un altro errore:
-Sei stato tu a buttare all'aria la nostra relazione, dopo due anni...- e di colpo i polmoni di Luca raccolsero tutto il fiato che gli era rimasto dentro per urlare a piena voce: -... tradendo me!-

Saverio si portò le mani alle testa in un gesto di stizza, se un attimo prima Luca sentiva di stare dando il peggio di sé, adesso la situazione sembrava essersi capovolta: rimase freddo ed impenetrabile, come se il dolore avesse prosciugato in lui ogni cosa mentre, dall'altro lato della stanza, Saverio si ritrovò completamente disperato e sopraffatto da ciò che stava accadendo.

Luca sì stupì davanti alle lacrime dell'altro, forse erano proprio l'unica cosa che nei due anni della loro relazione, non aveva ancora visto e per un attimo, sentì persino l'impulso di alzarsi dal letto sul quale sedeva e correre dal suo amato per abbracciarlo e consolarlo, dirgli che tutto sarebbe tornato come prima, che lo amava e lo perdonava...

Si ritrovò in piedi e no, non aveva nessuna intenzione di perdonarlo. Si costrinse a fermarsi e Saverio comprese ciò che Luca aveva già deciso: niente sarebbe più stato come prima.

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