Capitolo 3.

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Emily mi afferrò per le spalle e fece aderire il mio sedere con una sedia. Tolse le braccia per un secondo, prima di darmi un forte schiaffo sulla guancia destra. Girai la testa all'impatto.

-Reagisci- mi sfidò, dandomi un altro schiaffo. Scossi la testa.

-Non posso- sussurrai abbassandola. Racchiuse i miei capelli in un pugno e con violenza mi alzò di nuovo il capo. Arricciò il naso.

-Perché no? Hai paura?- sputò.

-No, non posso perché sei una donna- affermai. Lei allentò per un momento la presa. Potei vedere un velo di tristezza velarle lo sguardo, prima di riscuotersi e stringere ancora più forte. Soffocai un grido di dolore.

-Invece dovresti proprio perché sono una ragazza. Sono più debole di te, avresti vantaggio-. E dicendo questo, si allontanò, allargando le braccia. Come ogni volta, lei si aspettava che mi alzassi e le facessi del male, ma nel guardarla, avevo voglia solo di abbracciarla. Mi alzai dalla sedia e prendendole i fianchi, la sbattei verso il muro. Emily soffocò un gemito. Alzai un braccio e mentre lei si aspettò uno schiaffo, chiudendo gli occhi, portai la mano sulla sua guancia, accarezzandola.

-Sei così bella Em. Non meriti qualcuno che ti faccia del male-. A quelle parole, tremò leggermente sotto il mio tocco. Aprì gli occhi e per una volta mi guardò seriamente. Ma nel mentre pensai di averla convinta, le mi spinse via, si sistemò e andò ad aprire la porta.

-Sei proprio un idiota, Clifford- grugnì lasciandomi solo, un'altra volta.

Uscii dall'aula e mi diressi verso l'armadietto. La guancia dove mi aveva colpito, mi faceva male. Mi guardai nel piccolo specchietto che avevo e vidi un livido giallastro che stava iniziando a formarsi.

-Forse è meglio metterci un po' di fondotinta. Sei fortunato perché abbiamo la stessa tonalità di pelle- mormorò Noemi facendomi saltare in aria. Prese una bottiglietta e una spugnetta. Ci mise un po' di liquido sopra e si avvicinò. Mi abbassai leggermente per evitare di farla alzare sulle punte.

-Sei troppo alto per i miei gusti- scherzò. Per una volta, sorrisi veramente. Finì stendere il fondotinta e poi mi prese delicatamente il mento.

-Magnifico. Come se non fosse successo niente- disse battendo le mani. Le lezioni erano già iniziate da un pezzo.

-Che ne dici se usciamo a farci una passeggiata?- domandò. Annuii sentendomi letto nel pensiero e lentamente, ci avviammo verso il cancello della scuola. Restammo in silenzio per molto tempo, fino a quando, ci sedemmo su una panchina di un parco abbandonato. Noemi scrisse velocemente un messaggio sorridendo.

-Ashton?- chiesi. Lei annuì continuando a guardare lo schermo.

-Gli sto dicendo di raggiungerci qui appena finite le lezioni- chiarì. Misi le mani sotto le cosce guardando avanti. Noemi si girò verso la mia direzione e accarezzando il tessuto della mia maglietta, si schiarì la voce.

-Mi spieghi come sei arrivato al punto di dover sopportare tutto questo?- chiese dolcemente e veramente interessata ad aiutarmi. Mi voltai un secondo a guardarla prima di fissare di nuovo un punto vuoto davanti a me. Respirai profondamente, passando poi la lingua tra le labbra.

-È iniziato tutto tre anni fa- dissi.

-Tutto tre anni fa, quando scoprii che Emily, era innamorata di me-.

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