Capitolo 4.

372 23 1
                                    

Noemi spalancò leggermente la bocca sorpresa. Alzò una mano e mi fece segno di continuare.

-Era il primo anno di liceo. Tutta una nuova esperienza. Io avevo il mio gruppetto di amici, tra cui c'era anche lei. Emily era molto timida prima. Era più in carne di ora, si vestiva sempre con maglioni tre taglie più grandi ed era impacciata nel relazionarsi con gli altri. Però con i miei amici ci parlava. Parlava veramente tanto e quando arrivavo io, mi salutava arrossendo. Io lo avevo capito che aveva una cotta per me, ma ero ancora un ragazzino, non me la sentivo di mettermi con qualcuno. Tutto andava bene, fin quando non decisero di mettersi in mezzo altri ragazzi- mi fermai.

-Altri ragazzi?- chiese Noemi, facendomi vedere che era attenta e mi stava seguendo. Annuii.

-Dei ragazzi del terzo anno avevano preso di mira, Emily. Anche loro sapevano della sua cotta per me e la costrinsero a dichiararsi davanti a tutti, in mensa. Quando accadde, la rifiutai. Non perché non mi piacesse, ma perché ripeto, non sapevo cosa significasse avere una relazione. Pensavo che dopo la dichiarazione, tutto fosse finito ed invece, era solo l'inizio-. Mi bloccai un attimo. Respirai a lungo, come non facevo da tempo. Era la prima volta che raccontavo la storia a qualcuno e mi sembrava così strano confidarmi.

-Cosa successe dopo?- mi spronò a continuare. Mi presi un po' di tempo, perdendomi nel paesaggio davanti a me.

-Em iniziò a fare una dieta, mise le curve al posto giusto, cominciò a truccarsi e ad indossare vestiti molto più attillati. All'inizio del secondo, tutti erano innamorati di lei ma lei lo era di me. Durante l'anno, lei passava la maggior parte del tempo con i ragazzi più grandi, ma riusciva sempre a stare un po' con me. Si dichiarò una seconda volta, ma io la rifiutai ancora. Poi, un giorno, altri due ragazzi, Calum Hood e Luke Hemmings, andarono da Emily e le dissero che io la prendevo in giro. Dissero che io ridevo di lei, mentre invece, volevo solo stare con Emily. Lei da quel momento, diventò la ragazza che tutti ora conosciamo. Iniziò a trattare male tutti e quando ebbe la possibilità mise voci false su di me in giro, facendo in modo tale che tutti si allontanassero e iniziassero a bullizzarmi-.

-Cosa disse?- domandò riscuotendosi. Mossi le gambe a terra ma proprio mentre ero sul punto di finire la storia, un pugno molto forte mi colpì la mascella e le labbra. Caddi in avanti. Il sapore metallico del sangue mi invase la bocca.

-Calum!- urlò impaurita. Il ragazzo aveva ancora il pugno alzato. Aveva la mano così stretta che le nocche erano bianchissime. Al suo fianco, Hemmings, masticava una gomma, scrivendo sul telefono, come se fosse tutto normale.

-Visto che non puoi menare ad Emily perché è una donna, perché non reagisci ora? Eh Clifford?- mi sfidò. Le lacrime mi assalirono gli occhi. Ero stanco. Stanco di vivere in una continua sfida. Rimasi a terra, scosso dai singhiozzi. Calum rise di me.

-Sei proprio un idiota senza palle- commentò. Prima che potesse andarsene, sentii il rumore di qualcuno che cadeva a terra. Voltai la testa. Tra le lacrime, riuscii a distinguere la figura di Ashton che si scagliava su Calum. Mise le ginocchia a terra, ai lati della testa di Calum. Gli diede un pugno in pieno viso. I muscoli erano contratti e Ash, era una maschera di rabbia.

-Prova a toccare di nuovo Michael e ti ammazzo- ringhiò, prima di dargli un altro pugno e rompergli il naso. Chiusi gli occhi, rimanendo a terra rannicchiato su me stesso. E mentre sentii Luke trascinare via Calum e Noemi tenere stretto Ash, dei ricordi di Emily quattordicenne e con i maglioni grandi mi vennero in testa. Eravamo nella mensa. Si sistemò i capelli e mi guardò accigliata. Sembrava una bambina eppure era così bella.

-C'è qualcosa che non va, Em?- le domandò il Clifford quattordicenne, pieno di sogni e con la maglia di una band qualsiasi.

-Mikey, secondo te perché la forchetta si chiama così?-.

E nella confusione e nel dolore del labbro rotto, non potei fare a meno che sorridere e pensare a quanto amassi quella ragazza dai dubbi inutili ma pieni di lei.

Idiot.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora