Capitolo 13.

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Quando mi svegliai, l'odore di Emily mi invase le narici. Erano le sei di mattina e saremmo dovuti andare a scuola. Mi fermai un attimo ad osservarla. Era così bella da addormentata. I suoi lunghi capelli erano sparpagliati sul cuscino, le mani vicino al viso e l'ombra di un sorriso sulle labbra. Mi scostai dal suo corpo lentamente e coprendola con le lenzuola, uscii dalla camera. Rimasi, per un attimo, fermo sul corridoio e sorrisi. Sentii la gioia invadermi il corpo. Era questo ciò che si provava? Ciò che si provava ad amare qualcuno? Ci pensai per un po' ed arrivai alla conclusione che, se fosse stato sempre così, sarebbe diventato il mio sentimento preferito. Scesi le scale e quando arrivai in cucina, vidi mia madre seduta dietro al tavolo con una tazza di caffè. Alzò lo sguardo verso la mia direzione. Non riuscii a capire cosa stesse provando.

-Buongiorno mamma- dissi sorridendo ancora. Lei fece un ultimo sorso e posò la tazza sul legno. Mosse un dito verso di lei e mi avvicinai. Mi prese il viso tra le mano e iniziò a scrutarmi.

-È ufficiale, sei innamorato- constatò alzandosi dalla sedia e andando verso il lavabo.

-Cosa?- domandai senza pensarci.

-Sei innamorato. E più specificamente lo sei di quella bellissima fanciulla che sta dormendo nel tuo letto- rispose scoppiando a ridere. La seguii.

-Scusami mamma, avrei dovuto avvisarti che sarebbe rimasta a dormire qui-. Lei sciaquò dei piatti.

-Tranquillo, anche io quando avevo la tua età capitava che dormivo da tuo padre- e sorrise tristemente. L'abbracciai da dietro e mossi una mano sulla sua pancia. Non aveva mai provato a frequentarsi con altri uomini. Per lei continuava ad esistere solo mio padre. Era stata la sua prima cotta e si sa, se alcune persone lasciano il segno dentro di te, le porti nel tuo cuore per sempre.

-Valla a chiamare che tra poco dovrete andare a scuola- mi avvisò. Mi staccai da lei e guardai verso le scale. Emily scese in quel momento ancora assonnata.

-Buongiorno signora Clifford- sussurrò dolcemente. La vidi in imbarazzo e quasi mi venne da ridere.

-Chiamami pure Karen- rispose mia madre. Si asciugò le mani e andò nella sua direzione. Si abbracciarono.

-Io sono Emily- si presentò. Stettero a parlare per un po' mentre mangiavamo una brioche e poi andammo di nuovo nella mia camera.

-Se non vuoi rimettere i vestiti di ieri sera, puoi prendere una mia maglia- dissi ad Emily prima di afferrare i miei vestiti ed andare in bagno a prepararmi. Mi lavai i denti, mi cambiai velocemente, sistemando i capelli. Dovevo rifare una tinta. Tornai di là e lei uscì. Tornò poco dopo. I suoi skinny jeans neri le fasciavano magnificamente le gambe e aveva il mio maglione nero con su scritte "Idiot" e "Stupid" sulle braccia. Era stata lei stessa a farmele scrivere ma scacciai questo pensiero. Afferrammo gli zaini, i telefoni e le chiavi di casa mia e della sua macchina ed uscimmo di casa, salutando mia madre. Entrammo nell'abitacolo. Nel tragitto fino a scuola parlammo delle materie che avremmo avuto nella giornata e mi disse che si sarebbe fatta spostare a filosofia solo per stare insieme. Emily parcheggiò e scendemmo dal Range Rover. La presi per mano e tutte le teste della West Side High School, erano rivolte verso di noi. Sorrisi quando vidi Ashton e Noemi abbracciati e Luke e Calum che parlavano. Ci salutammo e andai nell'aula di biologia insieme ad Ash.

-Noemi ha amato la canzone però vuole frequentarsi prima di poter prendere una relazione con me- sussurrò mentre la professoressa spiegava.

-Sono contento per te, Noemi è una ragazza veramente dolce-. Le altre due ore di lezione pensai alla nottata con Emily, contornata da qualche strillata da parte dei professori, su quanto facessimo schifo nelle loro materie. Tornai nei corridoi e dovetti ricredermi della mia opinione su Noemi, quando la vidi schiacciata su un armadietto, a baciarsi con Luke.

-Oh cazzo- sussurrai.

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