Rimasi interdetto su cosa fare. Noemi e Luke erano lì, che mi guardavano, pallidi in viso, come se fossi stato un fantasma. Il mio corpo mi portava da Ashton, a dirgli la verità. La mia mente, mi fece capire che, se lo avessi fatto, avrei perso tutti i miei amici in un secondo. Ero interdetto. Noemi si tolse Luke di dosso e afferrandomi il braccio, mi portò in mensa con lei. Ci sedemmo ad uno dei tavoli più lontani ed isolati della stanza. Si mise di fronte a me, passandosi una mano tra i capelli.
-Senti Michael, non so cosa mi sia successo. Stavamo discutendo, lui affermava che Ash non mi meritasse ed io ero arrabbiata su questa cosa ed all'improvviso, mi sono ritrovata schiacciata su quel fottutissimo armadietto, con le sue labbra contro le mie- mi spiegò. La guardai per un istante. Noemi era sempre stata molto rispettosa verso i confronti di Ashton e so che non avrebbe baciato qualcun altro, principalmente il suo ex, solo per farlo soffrire. Lei stessa aveva sofferto troppo, e sapeva ciò che si provava ad amare qualcuno, che ti usa solo quando gli servi. Stavo quasi per ribattere ma Emily e gli altri, arrivarono verso di noi. Calum sbuffò e mi guardò con faccia schifata, al solo pensiero che dovesse condividere lo stesso tavolo con me. Em mi posò un dolce bacio sulle labbra. Ashton mise il braccio attorno le spalle di Noemi, sempre così sorridente e Luke si mise molto distante tra loro. C'era una tensione orribile, che solo io potevo percepire. Scossi la testa, cercando di togliermi quei pensieri dalla testa, ma con scarsi risultati. Immagini di loro due che si baciavano, erano stampate nella mia mente. Li avevo visti nemmeno per cinque minuti, ma in quel loro bacio c'erano troppe emozioni confuse che mi avevano scosso. Sapevo che lei non si fosse staccata, per il semplice fatto che lo desiderava da tempo, ma non lo ammetteva a se stessa. Il modo in cui le loro labbra si scontravano velocemente e quelle mani che si toccavano ovunque. Tra loro c'era dolore, amore, voglia di appartenersi e paura. Paura di non essere abbastanza per l'altro. Guardai un attimo Luke che mi fece cenno di andare con lui nel giardino retrostante della scuola. Mi scusai con gli altri e mi alzai. Ci allontanammo dagli studenti che popolavano il prato e quando fummo quasi verso il cancello dell'istituto, Luke diede un forte pugno sul muro. Urlò e poi si prese la testa tra le braccia, scivolando a terra. Mi misi al suo fianco.
-Io la amo troppo Mikey, non ce la faccio a vederla con Ashton- sussurrò. Gli misi una mano sulla spalla e lo scossi leggermente.
-Perché l'hai tradita se l'amavi?- gli chiesi con ingenuità. Lui sussultò a quella domanda così improvvisa.
-Non lo so. Forse perché, si sa, quando abbiamo un amore certo, corriamo sempre dietro ad uno impossibile. Poi quando perdiamo anche quello, rimaniamo soli e ci sentiamo dei coglioni- disse. Avevo ancora molte cose da dirgli, ma il suono della campanella non me lo permise. Ci alzammo insieme e l'abbracciai, sperando che capisse che in quel momento, io gli ero vicino. Lo accompagnai davanti la sua classe e quando tornai in corridoio, Noemi mi prese e portò via. Aveva il mio zaino in mano e camminava molto velocemente.
-Noemi, che sta succedendo?- gli chiesi appena scavalcammo il cancello.
-Ho bisogno di parlarti e di allontanarmi da qui, questa situazione mi sta uccidendo- spiegò. Per tutto il tragitto fino alla sua casa, restammo in silenzio. Tirò le chiavi di casa, fuori dal giacchetto e fece scattare la serratura. I suoi genitori erano persone molto importanti. Da quanto sapevo, sua madre era la capo redattrice di una rivista di moda famosissima e il padre era uno tra gli avvocati più pagati d'America. Si poteva anche intuire dalla loro villa a due piani, che all'interno sembrava ancora più grande. Mi fece accomodare nel salotto e andò in un punto indefinito della casa. Tornò poco dopo con due birre in mano. Bere al di sotto dei ventuno anni, era illegale ma in casa sua, sembrava non contare. Rimasi in silenzio, sapendo che Noemi aveva bisogno del suo tempo per mettere a posto le idee. Poi guardò un punto indefinito della stanza ed iniziò.
-Sai, io dopo tutto questo tempo ancora non riesco a capacitarmi dell'amore che provo nei suoi confronti. Sembra quasi tossico. Mi sono detta milioni di volte di doverlo dimenticare e puntualmente il giorno dopo, le mie labbra erano sulle sue. Prima, quando ci stavamo baciando, sentivo un bruciore strano. Hai presente quando ti fai una doccia troppo bollente e ti scotti? Ecco, ogni volta che mi toccava, mi sentivo scottata. Ha troppo potere su di me. Sono sempre stata una ragazza troppo orgogliosa, stronza e menefreghista. La gente poteva arrivare a dire di odiarmi, ed io, gli ridevo in faccia. Ma con lui era diverso. Forse era l'unica persona capace di farmi stare zitta e l'unico per cui mi sono sempre messa da parte. Sono sicura che sia stato proprio questo, a farlo essere così speciale e quasi indimenticabile per me. Perché era diverso. L'ho conosciuto quando era un bambino scazzato con il mondo, che se ne fregava facilmente delle cose ed aveva mille insicurezze addosso. Poi, standoci insieme gli ho fatto capire che il mondo visto in due poteva essere più bello, che alle cose bisogna dargli importanza e che le insicurezze vanno lasciate alle spalle, per poter vivere seriamente. Con me è diventato un piccolo uomo e mi sentivo così orgogliosa di aver avuto quell'impatto su di lui. Poi, quando aveva i suoi momenti, mi lasciava di nuovo ed io rimanevo in silenzio ad aspettarlo. Mi svegliavo ogni giorno con la speranza di ritrovare un suo messaggio, e poter avere la possibilità di rispondergli con un "buongiorno sorriso mio". Lo chiamavo sempre così, era la cosa che mi faceva essere felice, ma da quando se n'è andato, ho dovuto imparare a costruirmi una maschera sempre sorridente, perché lui si era portato via la mia felicità. Forse proprio perché la mia felicità era lui. L'ho amato troppo ed odiato ancor di più. Mi ritrovavo ad andare verso di lui arrabbiata, con la convinzione di dargli uno schiaffo o sputargli e puntualmente quando lo avevo davanti, scoppiavo a piangere e diventavo una bambina fragile ed insicura, tra le sue braccia. Ho versato troppe lacrime per lui, anche quando pensavo di averle finite. L'ho visto ridere con altre ragazze mentre il mio cuore si sgretolava. Eppure non chiedevo molto da lui. Volevo solo essere amata. Io gli avevo dato me stessa, gli avevo imparato a prendermi per mano anche davanti agli altri ed a non nascondersi. Poi improvvisamente, da un momento all'altro, tornava quel bambino scazzato e dovevamo riniziare tutto daccapo. È stata la persona con cui ho potuto fantasticare, con cui ho potuto condividere pezzi di vita e quello di cui la compagnia, non mi sembrava mai troppo. Era la persona con cui potevo stare anche mezz'ora in silenzio e niente mi sembrava imbarazzante. Mi manca- sussurrò e prese un sorso di birra. Guardò il liquido all'interno della bottiglia e la scosse leggermente. Sorrise amaramente.
-Sai, tante volte i nostri amici o meglio, quelli che lo erano, si arrabbiavano tantissimo con noi perché avevamo bisogno di stare insieme ma per l'orgoglio, ci evitavamo. Tra noi c'è sempre stato qualche problema che ci faceva allontanare ma mai di troppo. Il nostro mi è sempre sembrato un amore impossibile ed ogni tanto mi divertivo a paragonarlo a quello di Giulietta e Romeo, di William Shakespeare. Sai, i due ragazzi innamorati ma per colpa di problemi legati alle loro famiglie, non potevano stare insieme. Mi piaceva fare questo paragone perché il nostro era un amore di quelli che ti fanno mancare il fiato e che uccideresti per l'altro. Chissà se lui si è mai fermato a pensare a quanto mi amasse- finì con la voce leggermente incrinata. Poggiai la bottiglia quasi finita sul tavolino di vetro davanti a me e mi avvicinai. Le presi il viso tra le mani e mi guardò negli occhi. Sembrava una bambina piccola e fragile e mi venne spontaneamente da sorridere.
-Tesoro, lo so, amare una persona è difficile, specialmente in una generazione come questa, in cui si pensa che l'amore non esista e ci si preoccupa più dello schermo del telefono graffiato, che di un cuore rotto. Non starò qui a farti la predica di quanto Luke sia un coglione, perché lo sappiamo entrambi, ma decidi bene. Luke ti ama ancora e odia il fatto che tu stia provando a dimenticarlo, magari frequentando Ashton. E dall'altra parte hai Ash che è un ragazzo dolcissimo che molto probabilmente, queste cose non le farebbe mai. Vai dove ti porta il cuore. Pensa se saresti disposta a combattere di nuovo per qualcosa che ancora non è chiuso o se saresti pronta ad iniziare una relazione tutta nuova. Ragionaci bene perché da qui, potrebbe cambiare tutto- le consigliai. Lei annuii e ci abbracciammo per un po'. Restammo a guardare un po' di televisione e Noemi si addormentò sul divano. La coprii con una coperta e andai in cucina a buttare le bottiglie di birra finite. Poco dopo, la serratura di casa scattò e Calum, fece la sua entrata.
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Idiot.
Teen FictionQualcuno spinse la mia cartella a terra e uscirono tutti i fogli, la gente intorno a me iniziò a ridere. -Perché lo fanno? E soprattutto, perché non hai reagito?-. -Lo fanno perché da tre anni a questa parte sono la loro preda preferita e non posso...