Tornai veramente tardi a casa. Ashton si scusò per avermi dato un pugno e gli spiegai come erano realmente andate le cose. Mi sentivo così stupido. Avevo deciso di riavvicinarmi a Luke e lui mi aveva accusato di cose di cui non ne ero nemmeno responsabile. Chiusi la porta di casa e scosso da ciò che era successo nel corso della giornata, andai al piano superiore e mi misi una t-shirt da notte. Mi sfilai stancamente i pantaloni e mi infilai sotto le coperte. Mandai la buonanotte ad Emily e sospirai quasi contento che quella giornata fosse finita.
Mi svegliai alle dieci. Finalmente era domenica. Saper di non andare a scuola era un sollievo. Portai le lenzuola sopra la testa e le strinsi. Amavo stare nel letto. Era così comodo e il caldo che emanava, riparava le ferite. Sentii delle risate provenire dal piano di sotto. Non ci feci molto caso, mia madre spesso invitata delle sue amiche a casa nostra. Mi sentii male quando lei rise ancora, parlando.
-Oh Lucas, non posso crederci- disse battendo le mani. Luke era a casa mia. Sentii un moto di rabbia salirmi dentro e saltai fuori. Scesi velocemente le scale e li vidi seduti sul divano. Mia madre si stava asciugando le lacrime. Si girarono nella mia direzione.
-Buongiorno Michael- disse mia madre. Luke si alzò per salutarmi. Gli sorrisi falsamente ed appena fu a pochi centimetri da me, gli diedi un pugno. Spostò la testa all'impatto. Non avevo mai alzato le mani addosso a qualcuno, però mi sentii soddisfatto di averlo fatto. Mia madre sbarrò gli occhi e si alzò impaurita. Prima che potesse dire qualcosa, presi lo stronzo davanti a me per la maglietta e lo trascinai alla porta. La aprii e lo buttai fuori.
-Michael posso spiegare- sussurrò. Aveva ragionato sul perché lo avessi fatto.
-Vaffanculo Luke. Mi sono rotto delle tue bugie. Se devi delle scuse o delle spiegazioni a qualcuno, dalle a te stesso. Chiediti perché sei un bastardo- ringhiai. Lui tremò leggermente.
-Non è come pensi- arrancò.
-Niente è mai come pensi. L'unica cosa che so è che mi fai schifo e con me hai chiuso. Ora capisco il perché sei sempre da solo. Nessuno riuscirebbe a sopportarti. Sei un coglione, non sai gestire le cose e butti la colpa addosso agli altri delle tue stronzate. Hai diciotto anni, inizia ad attivare il cervello. Se vuoi che qualcuno ti ami, diventa maturo. Farebbe benissimo Noemi a mettersi con Ashton, tu non meriti niente nella vita. Ora fammi il piacere di andartene a fanculo e non tornare mai più- urlai. Sapevo che mettere in mezzo Noemi era stata la cosa che lo aveva ferito di più. Abbassò la testa e mi diede le spalle. Quando scomparve dal vialetto, richiusi la porta. Ero sorpreso di questo mio comportamento aggressivo, ero sempre stato un ragazzo tranquillo. Mia madre mi guardò a bocca aperta. Quasi risi per la sua reazione e normalmente mi avvicinai, le diedi un bacio sulla guancia.
-Buongiorno anche a te mamma- dissi e andai in cucina per fare colazione.
Luke's pov.
Farebbe benissimo Noemi a mettersi con Ashton, tu non meriti niente nella vita.
Queste parole erano incollate nella mia mente, non riuscivo a toglierle dalla testa. Erano come un virus mortale. Le lacrime scorrevano sul mio volto senza sosta. Non avevo mai pianto in vita mia, lo avevo sempre considerato un segno di debolezza. In questo stato non riuscivo a pensare razionalmente. Infilai la chiave nella toppa di casa e feci scattare la serratura. Mi richiusi dentro. I miei genitori erano partiti per un viaggio di lavoro importante, non c'era rischio che mi vedessero in questo stato. Andai in bagno e bloccai la porta. Mi guardai allo specchio ed odiai ciò che si riflesse. Immagini di Ashton e Noemi che si baciavano, mi scorrevano davanti agli occhi e sentii un forte dolore al petto. Lei meritava uno come lui. Non meritava di soffrire per colpa mia. Meritava qualcuno che la facesse ridere, che l'assecondasse e qualcuno con cui poter costruire un futuro stabile. Io odiavo i matrimoni ed i bambini, ma per lei sarei diventato un uomo migliore. Ma non sarei mai stato all'altezza di Ashton Irwin. Così decisi che se non potevo avere Noemi nella mia vita, allora non volevo nessun altro. Le inviai un veloce messaggio e mi fermai ad osservare la foto del mio sfondo telefono. Era lei, appena sveglia, nel mio letto.
-Lo sto facendo per te, piccola. Ti amo- sussurrai. E pensando a quanto fosse bella ed a tutto ciò che avevamo attraversato insieme, mi misi seduto sulla tazza, afferrando un oggetto tagliente e chiudendo gli occhi.
Noemi's pov.
Stavo correndo. Correndo come non avevo mai fatto. Ero sempre stata una ragazza sfaticata, eppure ora, avrei battuto Bolt. Le lacrime scendevano troppo velocemente dal mio viso. Il mio cuore si stava rompendo ad ogni passo, l'ansia mi stava divorando. Avevo paura. Paura che avesse potuto fare una cazzata.
Se ho deciso di andarmene, è perché io non merito niente. Ti ho sempre amata e continuerò a farlo per l'eternità. Staremo di nuovo insieme un giorno, ma ora hai bisogno di vivere la tua vita senza di me.
Mi precipitai alla porta di casa sua. Alzai lo zerbino all'entrata e presi la copia della chiave. La teneva sempre lì sotto. Aprii la porta e la lasciai aperta correndo verso il bagno. Conoscevo casa sua a memoria. Abbassai la maniglia ma era bloccata.
-Luke, ti prego, non fare cazzate- urlai dall'altra parte. Sentii qualcosa cadere a terra.
-Luke, credi che facendo così, ti libererai di tutto e tutti? Di liberarti di me? Lo sai anche te che sarebbe impossibile. Hai il mio cuore incastrato nel tuo da anni ormai, da quando mi guardasti la prima volta. Sei tutto ciò di cui ho bisogno per essere felice. Senza di te è un inferno. Senza la tua mano incastrata nella mia, senza sentirti ridere e nel tuo modo di guardarmi, come se fossi la più bella del mondo. E lo so, ora starai pensando che sei un disastro ma lo sono anche io. È questo il punto: siamo due errori talmente grandi che però insieme formano qualcosa di fottutamente giusto. Shakespeare scrisse che l'amore non è quella persona che te lo dice, ma quella che ti guarda e tace. Ed io, ho sempre amato bearmi dei tuoi silenzi- dissi.
-Shakespeare disse anche che non bisogna rovinarsi il presente per un passato che non ha futuro. Io sono il tuo passato, insieme non possiamo stare. Hai bisogno di Ashton- rispose flebilmente.
-Vaffanculo tutto. Preferisco rovinarmi il presente per te. Mi rovinerei la vita e anche quello che c'è dopo, solo per stare al tuo fianco. Ashton è un ragazzo dolce, simpatico e non mi ferirebbe mai. Ed infatti è per questo che non riesco a starci insieme. Perché non mi ferirebbe e se anche da una parte sarebbe meglio, io non lo voglio. Io voglio litigare con te, litigare fino a buttarci i piatti addosso ed a finire le lacrime. Voglio sentirti dire che sono una completa stronza ma che senza di me non riusciresti a vivere. Voglio i nostri momenti gioiosi in cui ogni volta potrò innamorarmi del tuo favoloso sorriso. Io ho bisogno di questo. Io ho bisogno di te. Le relazioni facili non sono il mio tipo. Meglio mille ferite da parte tua che delle risate da qualcun altro- finii. La porta scattò e per la seconda volta mi ritrovai contro un muro, con le sue labbra contro le mie. Il vuoto che mi divorava fu riempito dalla sua essenza. Posai le mani sulle sue braccia e sentii qualcosa di scivoloso. Mi staccai e urlai impaurita. Molto sangue sgorgava dai suoi polsi. Mi sorrise stancamente e si accasciò addosso a me. Lo posai a terra e prendendo velocemente un asciugamano, bloccai l'uscita del sangue. In preda alle lacrime chiamai un'ambulanza.
-Non c'è cosa migliore che morire con un tuo bacio- bisbigliò.
-Pronto, mi serve ora un'ambulanza a Briar Forest. Il mio ragazzo sta morendo- urlai quando mi risposero. Riattaccai dopo che mi dissero che avrebbe fatto il più presto possibile e lo guardai. Non poteva star succedendo seriamente. Non a me. Gli accarezzai il viso con la mano libera.
-Tu non morirai, non oggi. Amore mio, rimani sveglio per me- dissi tra i singhiozzi. Non so se fu questo ad aiutarlo ma gli occhi che prima furono socchiusi, si aprirono del tutto. Strinse i denti e mi guardò di nuovo.
-Sarò migliore per te, lo prometto- parlò. Calde lacrime continuavano a scendere sul mio viso e quando sentii le sirene dell'ambulanza, mi sentii sollevata. Lo baciai un'ultima volta, prima che i paramedici lo presero e portarono via.
-Ti amo Noemi Grey-Hood, più della mia stessa vita- urlò. L'ambulanza ripartì ed io andai nella sua camera da letto. Mi misi una sua felpa e sotto le coperte, scossa da ciò che fosse successo. Il suo profumo mi invase le narici e mi sentii quasi meglio.
-Ti amo Luke Hemmings, più di quanto tu possa immaginare-.
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Idiot.
Teen FictionQualcuno spinse la mia cartella a terra e uscirono tutti i fogli, la gente intorno a me iniziò a ridere. -Perché lo fanno? E soprattutto, perché non hai reagito?-. -Lo fanno perché da tre anni a questa parte sono la loro preda preferita e non posso...