5.

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Sono nella mia camera, sdraiata sul letto a guardare il soffitto.
Ho caldo e mi agito tra le lenzuola.
Mi fanno male le guance a furia di sorridere.
Era da tanto che non succedeva.
Chiariamoci.. io ho sempre sorriso, ma per educazione, non perché avessi un motivo vero e proprio.

Questa sera finalmente ce l'ho.

Sono agitata e non ne capisco il motivo.
Lo incontri domani pomeriggio, ti mangi un bel gelato e poi fili a casa.
Fine dei giochi.
-E se poi ti chiede di uscire ancora?
Ma non lo farà.
Non illuderti Eva.
-Ma guarda come si è preoccupato per un ginocchio sbucciato, figuriamoci se scoprisse tutte le tue altre ferite...
NO.
Non c'è nulla da scoprire, non ho altre ferite, solo lividi che piano piano stanno sparendo.

I miei pensieri non mi lasciano mai sola.

Io penso troppo.

Non lo faccio apposta, ma la mia mente si trova sempre a viaggiare e quando inizia non c'è modo di fermarla.
Si trova a percorrere strade infinte, che molto spesso la portano verso cunicoli bui da cui non sa più come uscire.

Io ingigantisco ogni cosa.

Rendo complicato quello che è semplice e per questo tante volte nella mia vita, mi sono ritrovata sola e demoralizzata.
E la colpa è solo mia.

Io penso decisamente troppo.
Come questa sera.

Ti prego Eva, dormi.
Mi ripeto di continuo, ma non c'è nulla da fare, è impossibile dormire con questi pensieri che non mi lasciano in pace.

Perfetto, se anche stasera non dormirai, domani quando incontrerai Niccolò avrai una faccia tremenda e lo spaventerai.
-Ma perché ti importa fare bella impressione?
Tanto ti ha già vista al tuo peggio.

Mi rigiro nel letto sbuffando.
Mi tiro su e guardandomi allo specchio che si trova sul fondo della stanza mi dico:

"Mettiamo in chiaro una cosa...
hai accettato di "uscire" con questo ragazzo solo per fargli un piacere e perché ti faceva pena.
Non lo conosci e di sicuro non lo conoscerai dopo domani..
Non farti film inutili perché tanto sai già come andrà finire, ovvero con un saluto e con una storia da raccontare.
Possibilmente si spera senza cicatrici sul ginocchio.
Fine e ora a dormire."

Suona la sveglia e per la prima volta negli ultimi 5 anni mi sento abbastanza riposata.
Quel discorsetto ieri sera mi è servito, mi ha mandata ko... magari dovrei farlo più spesso.
Mi preparo una bella spremuta e poi mi faccio una doccia veloce.
Esco di casa e arrivo al negozio puntualissima.
Invece Carlo non è ancora arrivato.
Le ore sembrano non passare mai e oggi non è passato nessuno in negozio se non una signora che cercava un cappello.
Speriamo finisca presto questa tortura.

Finalmente si fanno le 17.30 e mi preparo per chiudere il negozio.
Esco e intravedo Carlo dalla vetrina che sta preparando un bouquet, così lo salutò con la mano e lui ricambia.
Quanto mi piacciono i fiori.. tutto merito della mia mamma, è lei che mi ha tramandato questa passione, in casa tiene sempre almeno due vasi.
Dice che i fiori rendono felici.

Mancano una decina di minuti alle 18 e sono quasi arrivata al belvedere.
Sono molto agitata, tipico di una come me.
Mi siedo sulla fatidica panchina del "primo incontro" e aspetto.
Aspetto.
Aspetto..
Aspetto...
Nulla.
Inizio a guardarmi in torno.
Sono passati ormai una ventina di minuti e di Niccolò non c'è traccia.
Mi alzo dalla panchina e delusa mi avvicino al davanzale del belvedere.
Tiro fuori una sigaretta dal pacchetto e l'accendo.
Guardo l'orizzonte e cerco di non pensare a nulla anche perché altrimenti so già quali possibili immaginari la mia mente creerebbe, pur di illudermi che lui verrà.
Spengo la sigaretta e faccio un sospiro profondo.
Te l'avevo detto Eva, non illuderti.

Decido così di avviarmi verso le scalinate e mentre cammino lo vedo spuntare dai gradini.
Sta correndo mentre sale due scalini alla volta.
Appena alza lo sguardo e mi vede sorride, poi fa un cenno con la mano.
Sto stronzo.
Più di venti minuti mi ha fatto aspettare.

Mi corre incontro:
"scusami ti prego, lo so avevi detto puntuale, ma ho avuto un inconveniente." dice tutto d'un fiato congiungendo le mani in segno di preghiera.

"Ragazzo dalle mille scuse, ti perdono anche questa volta, solo perché ti ho visto fare tutti quei gradini di corsa!" gli dico ridendo.

"Avevo paura fossi già andata via."

"Stavo per."

"Apprezzo il fatto che tu mi abbia aspettato."

"Ho dovuto.
Sapevo che poi ti saresti sentito ancora più in colpa lasciandomi credere di non esserti presentato per tua scelta.. già non saresti più riuscito a vivere una vita serena sapendo di avermi "distrutto" il ginocchio." dico ridendo mentre indico quest'ultimo.

"A proposito come va?"
Si inclina su una gamba e lo scruta per qualche secondo.
"Beh.. mi sembra meglio.."
Entrambi ci guardiamo e ridiamo; sappiamo che non è così.

"Allora, che ti va di fare?" mi chiede appena iniziamo a scendere gli scalini.

"Mmm.." mi fermo a pensarci su per qualche secondo e poi gli rispondo.

"Non lo so, facciamo che non facciamo e vediamo dove finiamo.
Senza meta, tu raccontami chi sei."

Mi guarda piegando la testa e poi sorride.

"Mi piace tantissimo questa tua risposta."

E così inizia il nostro viaggio infinito per le vie di Roma.
Camminiamo e camminiamo mentre mi racconta della sua vita.
Ridiamo e scherziamo, ma parliamo anche di argomenti più seri e profondi.
Lui è un ragazzo molto profondo.
Forse troppo.

"Come fai ad essere così pieno di sorprese?" gli chiedo.

"Io odio le sorprese e se dici così allora devo odiare anche me.
E in realtà è così.
Sai è difficile riuscire a credere in se stessi quando la gente non fa altro che buttarti giù e screditarti.
Nessuno mi da fiducia.
Io lotto ogni giorno per poter realizzare i miei sogni, ma per ora loro se ne stanno lì, appesi."
È indescrivibile come lui lasci libero spazio ai suoi pensieri..
io non potrei mai, specialmente con uno sconosciuto.

Lo guardo mentre calcia un mozzicone di sigaretta e l'unica cosa che mi viene da fare e sorridergli.
Lui mi guarda e sorride a sua volta.

"Sei bella quando sorridi.
Cioè lo sei anche quando non sorridi.. però volevo dire.. insomma..
Quando sorridi sei ancora più bella, ecco."
Arrossisco immediatamente e mi giro per cercare di nascondergli la mia reazione.

"Grazie.." faccio una breve pausa e portandomi i capelli dietro l'orecchio, aggiungo
"spero che un giorno i tuoi sogni si possano realizzare."

"Lo spero anche io.
Io continuo a combattere, un giorno sono sicuro che vincerò questa battaglia.
Comunque .. S'e fatta na certa.
Sarà un ora e passa che camminiamo, ti va se ci magnamo qualcosa?" mi chiede lui.

"Volentieri" rispondo io "ho una fame!"
Ci incamminiamo per raggiungere un posto qui vicino che conosce Niccolò.
Dice che 'se magna da dio' e io non posso far altro che dargli la mia fiducia,

anche se in realtà gliel'ho già data da tempo.

Capitolo infinito, lo so.. esagero sempre.
Ditemi se preferite capitoli più corti.
Come sempre lasciate una stellina se il mio lavoro vi piace.
Un bacio xF🍓

Niente di più stupido di sognare// Niccolò Moriconi - UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora