13.

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"Ti amo Ev e tu ami me.
Questo è quello che conta per me, lo sai Ev?
Vieni qui, dai, siediti vicino a me.
Ev dove vai?
Su, parliamone.
Ev vieni qui.
Ev.. ti ho detto di venire qui.
EV CAZZO!"

Spalanco gli occhi e subito un dolore straziante mi colpisce.
La testa sta per esplodermi.
Mi ritrovo nel mio letto in un bagno di sudore.
Piano piano mi alzo sui miei gomiti e con una mano mi sfioro la fronte;
è gonfia.
Leccandomi il labbro inferiore percepisco sapore di sangue e subito mi fiondo sul fondo del letto per avvicinarmi il più possibile allo specchio e guardarmi.

La luce della abat-jour, che si trova sul mio comodino, illumina leggermente la stanza, permettendomi così di vedere il mio corpo gonfio e ricoperto di lividi.
Ho il labbro spaccato e del sangue ancora fresco sulla fronte, piccoli lividi chiari sulle gambe e sul braccio destro.
Vedermi in queste condizioni mi fa venire gli occhi lucidi per la vergogna.

Hai fatto una sceneggiata e guarda come ti sei ridotta, sembri una mela marcia;
mi rimprovera la vocina nella mia testa.

Cerco di alzarmi dal letto, ma appena ci provo, percepisco un dolore lancinante alla schiena.
Soffoco un grido di dolore.

"Ei ei ei, non ti muovere!" sento dire a Niccolò mentre entra nella stanza con un bicchiere d'acqua in mano.
Posa il bicchiere sul comodino e poi si avvicina a me per aiutarmi a sdraiarmi sul letto.

"Hai fatto un bel volo giù dalle scale.
Non hai idea della paura che mi hai fatto prendere.
Ti prego, non farmi mai più uno scherzo del genere." dice mentre mi allunga il bicchiere.
Io lo prendo e ne bevo un sorso.

"Ma è vodka?!?" grido stupita strizzando gli occhi in segno di disgusto.

"Ho pensato ti servisse qualcosa di forte per non sentire il dolore.." dice Niccolò sorridendo.
Effettivamente non ha tutti i torti...

"Come ti senti?" domanda sedendosi sul bordo del letto.

"Dolorante." dico con gli occhi socchiusi.

"Mi hai fatto spaventare davvero tanto Eva...
Quando sei scappata ti sono corso dietro immediatamente e quando ho girato l'angolo e ti ho vista per terra...
beh..
il mio cuore ha saltato un battito.
Non rispondevi alle mie domande e poi ho visto il sangue iniziare ad uscirti dalla fronte..
ho temuto il peggio!
Per fortuna è solo un graffio superficiale."
afferma Niccolò con tono debole.
Non mi guarda, sembra quasi aver paura a farlo, ma dalle sue parole capisco quanto si sia spaventato.

"Scusami." sussurro.
Cerco la sua mano tra le lenzuola e una volta trovata aggiungo

"Mi spiace aver combinato tutto questo casino, vai a casa a riposare."

Niccolò esplode in una risata assordante.

"Eva, non ho intenzione di lasciarti qui da sola dopo la botta che hai preso alla testa.
E se dovesse succederti qualcosa di grave?
Non me lo perdonerei mai."
dice stringendomi la mano che si trova nella sua.

"Allora sdraiati qui a fianco a me."
gli dico indicando il materasso con lo sguardo.

Niccolò mi guarda silenzioso e perplesso prima di poggiassi di fianco a me sul materasso soffice.
Io cerco di spostarmi un po' più in là per fargli più spazio possibile, ma lui mi blocca con un braccio e mi dice di stare ferma.
Siamo entrambi seduti con la schiena contro il muro e i cuscini.
Ci guardiamo dallo specchio che si trova ai piedi del mio letto.
Gli sorrido e lui ricambia.

Niente di più stupido di sognare// Niccolò Moriconi - UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora