"Io non ho orari.
La mia vita è un susseguirsi di eventi, sbagli, rimpianti, dolori e ogni tanto anche gioie.
Sono davvero interessato a conoscerti, ma rispetto anche la tua decisione nel caso volessi tornare a casa e chiudere qui."
Dice Niccolò tirando fuori un'altra sigaretta dal pacchetto.Sbuchiamo in una piccola piazza, dove di fronte a noi c'è un enorme chiesa con una scalinata infinita.
Guardo la basilica ed è imponente; bellissima.
Gli faccio segno con la testa di voler andarmi a sedere sui gradoni mentre correndo ne salgo un paio.
Mi siedo e lo guardo.
Lui mi sorride dal fondo della scalinata e poi mi segue mentre fa un altro tiro della sua sigaretta.
Si siede di fianco a me e mi guarda silenzioso, come se volesse lasciarmi il mio spazio.
Non c'è nessuno in piazza, se non una signora con un cagnolino e due camerieri che stanno sparecchiando i tavoli di un baretto lì vicino.
Sospiro e poi guardo il cielo che ormai si è riempito di stelle."Sono sincera quando ti dico che ti pentirai di avermi conosciuta." gli dico per spezzare quel silenzio imbarazzante che si era creato.
Lui si appoggia con entrambi i gomiti sullo scalino superiore e poi scoppia in una risata che riecheggia per tutta la piazza."Shhh Niccolò! Così sveglierai tutti.." cerco di coprirgli la bocca con la mano, ma lui me la prende e l'abbassa.
Non la lascia."Non sveglierò nessuno e anche se fosse così, non m'importa." dice guardandomi dritto negli occhi.
"E poi chiamami Nic, Niccolò mi chiama solo mia madre quand'è incazzata." aggiunge senza staccarmi gli occhi di dosso.
Io fisso la sua mano che tiene stretta la mia e mi viene da sorridere, ma lo nascondo."Non mi posso pentire di averti conosciuta se ancora non ho scoperto chi sei." dice sorridendo.
Furbo il ragazzo.
Rido, poi sposto la mano dalla sua presa e la poso sulle mie gambe."Nic, io vorrei raccontarti chi sono veramente, ma il problema è che non lo so nemmeno io.
Ho solo 21 anni e la mia vita è un casino.
Posso raccontarti quello che faccio tutti i giorni, ma non è nulla di avvincente.
Lavoro dalla mattina alla sera e nei miei momenti liberi cerco di vivermi a pieno questa città.
Mi sono trasferita qui circa un anno e mezzo fa e se vuoi la più sincera verità, non ho molti amici, ma non mi preoccupa stare sola, perché alla fine sono sempre in compagnia dei miei pensieri.
Potrei elencarti i miei difetti o i miei pregi, ma non è così che scopriresti che tipo di persona sono." dico sospirando."Tu non sei da conoscere, ma da vivere.
Non sei da toccare, ma da ascoltare e se me ne darai la possibilità io ti ascolterò volentieri."
dice afferrando nuovamente la mia mano.Sono colpita dalle sue parole, quasi commossa.
Questo ragazzo mi conosce da così poco tempo ed eppure sembra avermi già capita.
C'è una connessione speciale che quasi mi mette a disagio.
Guardo nuovamente le nostre mani e sento un senso di sicurezza.Sono tranquilla al suo fianco, ma soprattutto sono sorridente.
"Sei molto dolce Nic, forse anche troppo." dico mentre cerco di alzarmi, ma non riesco a scendere nemmeno un gradino perché lui non lascia la mia mano, anzi mi tira verso di se e finisco per cadergli addosso.
Ridiamo."Sono troppo dolce?
Io sono questo, ma forse tu tiri fuori un lato di me che tendo a nascondere." dice mentre mi sposta una ciocca di capelli che mi copre il viso.
Sento le guance bruciarmi.
Sono sdraiata sopra di lui con le braccia poggiate sul suo petto.
Lui tiene un braccio sulla mia schiena e con l'altra mano giocherella con i miei capelli indomabili.
Non dico nulla, lo ammiro e basta.
Anche lui non parla.
Solo i nostri respiri hanno il coraggio di farsi sentire.Gli sorrido e abbasso lo sguardo perché non riesco a tener testa ai suoi grandi occhi luccicanti.
Ha una luce speciale negli occhi.Mi sento vulnerabile.
Lui mi alza il mento con un dito e poi dice
"Non smettere di guardarmi con quei tuoi occhioni.
Brillano così tanto che faresti invidia alla stella più luminosa del cielo."
Mi ruba i pensieri?"Non leggermi nel pensiero." dico sorridendo.
Niccolò si avvicina sempre di più al mio viso e subito inizio ad agitarmi.
Le farfalle nello stomaco?
Tutte morte, schiacciate dagli elefanti che sto sentendo.
Non è il momento, lo sai Eva cosa succederebbe.Giro il viso e lui appoggia il suo volto contro la mia guancia.
Mi stringe con entrambe le braccia in un abbraccio."Scusami.. non avrei dovuto." dice con un filo di voce.
Io non rispondo, mi limito solo a ricambiare l'abbraccio.
Lo stringo forte e poi sospiro.
Dopo pochi secondi molla la presa e così posso alzarmi.
Lo aiuto a tirarsi su e mentre ci ripuliamo dalla polvere i vestiti iniziamo a scendere in silenzio i gradini.
Lo guardo di sfuggita e vedo che tiene lo sguardo fisso sul pavimento e le mani in tasca."È tardi nic, domani devo lavorare.. forse è il caso che io vada." dico incrociando le braccia.
Lui si gira verso di me con uno scatto e mi guarda dispiaciuto."Hai ragione.. forse è meglio che tu vada." dice piano.
"Lascia che ti accompagni." aggiunge subito dopo.Camminiamo in silenzio fino al portone di casa mia, fortunatamente non distava molto dalla piazza.
Penserà che non mi piace.
Chissà come si sente... sarà mortificato.
-Sei proprio una scema Eva!
No, hai fatto bene invece.
Non si bacia una persona se poi sai che non la rivedrai più.
-chi ti dice che non lo rivedrai più?
Io."Eccoci, io abito qui!" dico indicando il portone di legno del mio palazzo.
Niccolò alza gli occhi al cielo per scrutare la facciata di casa mia."Bel palazzo." dice accennando un sorriso che sparisce in meno di 2 secondi.
C'è imbarazzo.
C'è tensione.
Ci sono tutte quelle emozioni che si possono creare in una situazione del genere.
Sotterrati, penso."Bene.. insomma.. vorrei ringraziarti tantissimo per la bellissima serata.
Sono stata davvero bene.
Spero che ora tu ti senta "assolto" dalla questione del ginocchio.." dico mimando il segno delle virgolette."...Mi sono divertita molto, sei un bravo ragazzo Niccolò, sono certa che i tuoi sogni ti porteranno lontano.
Ah.. e ringrazia Marco per la cena!" dico mentre infilo la chiave nella serratura del portone.
Niccolò osserva ogni mio gesto con molta attenzione senza parlare.
Mi giro per guardarlo subito dopo aver infilato un piede nel portone.
Aspetto una risposta, ma non arriva.Fa mezzo sorriso, si infila le mani in tasta e prima di girarsi e andare dice:
"È stato un piacere Eva."
Chi mi dice che non lo vedrò più, eh?
Lui.Nuovo capitolo, scusate se ci ho messo un po' a scriverlo, ma mi mancava l'ispirazione.
Lasciate una stellina se vi piace.
Grazie, un bacio
xF🍓
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Niente di più stupido di sognare// Niccolò Moriconi - Ultimo
FanfictionLa mia realtà mescolata alla fantasia. La storia d'amore che tutte noi desideriamo.