Through a stranger's eyes

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La casa di Nakamura Chiaki era una villetta piuttosto strana. Somigliava all'incrocio tra una navicella spaziale e una formina per la sabbia, ed era circondata da un ampio giardino. Ashido, Jirou e Kaminari erano in piedi davanti al cancello da dieci minuti buoni, rigidi come tronchi di legno. Nonostante la solita spavalderia, come tutti gli adolescenti tornavano a sentirsi bambini quando si trattava di chiamare una pizzeria, prendere un appuntamento dal dentista o suonare un citofono.

"Dai, suona tu" disse Ashido, tirando una leggera gomitata a Jirou.

"No, no, no, scordatelo" rispose prontamente lei, facendo un passo indietro e scuotendo la testa con veemenza. 

"Perché? Di che hai paura?" la provocò la ragazza rosa, ipocrita.

"E allora suona tu, visto che non c'è problema!" 

"Uffa, va bene!" esclamò lei. Passò il peso da un piede all'altro, guardò il citofono, fece per suonare e poi... diede una spintarella a Kaminari. "Forza, Denki, pensaci tu!"

"Ma perché sempre io?" si lamentò il ragazzo. 

"Non vuoi far vedere alla dolce Kyoka quanto sei uomo?" lo stuzzicò Ashido, con un sorriso malefico stampato sul volto.

"OK, SUONO IO, QUANTE STORIE!" esclamò immediatamente Jirou, spingendo via i due e suonando energicamente il campanello, rossa e fumante.

"Sai che sembri un po' Hinata Hyuuga" osservò Kaminari, piegando innocentemente la testa da un lato. "Il personaggio di Naruto, avete presente?"

"Hanno parecchie cose in comune" approvò Ashido. 

"Tipo i capelli" proseguì il biondo, annuendo.

"E i gusti in fatto di uomini" concluse la ragazza rosa a bassa voce, prima che Jirou le pestasse con ben poca grazia il piede.

Una voce gracchiante dall'altra parte del citofono interruppe la loro conversazione, ripristinando lo stato di puro imbarazzo.

"Chi è?"

I tre ragazzi trasalirono e si scambiarono occhiate di panico, come per dire "e adesso?". La voce era quella di una donna. Non si aspettavano una donna, accidenti!

"Questo qua è sposato!" mormorò Kaminari, agitato. "Bakubro è un rovinafamiglie!"

"E se ora gli chiediamo delle foto e la moglie scopre che suo marito manda selfie a un minorenne?!? Saremo responsabili di un divorzio!" rabbrividì Ashido.

"Chi è? C'è qualcuno?" ripeté la voce.

Prima che la donna riattaccasse, Jirou riuscì a balbettare una risposta.

"Ehm, è la casa di N-Nakamura Chia-Chiaki?" 

"Sì, certo. Ma i corsi sono solo di venerdì. Oggi è domenica."

I tre ragazzi aggrottarono la fronte. Di che corsi stava parlando quella donna?

"In realtà siamo qui per parlare con Nakamura Chiaki. Volevamo chiedergli di un nostro amico, ecco" spiegò Ashido, tentando di non lasciar trapelare nulla di sconcertante.

"Che amico?"

I tre iniziarono a sudare freddo, ma oramai erano arrivati fin lì. Che altro potevano fare?

"S-si chiama B-Bakugou. Bakugou Katsuki" disse Kaminari.

Ci fu un lunghissimo secondo di silenzio. Dopodiché una risata proruppe dall'interfono.

"Non ci credo! Siete degli amici di Katsuki? Entrate pure."

Sentirono il suono del cancello che si apriva, dopodiché videro spalancarsi la porta d'ingresso della buffa casa. Una donna sulla trentina, magra e con una zazzera di capelli corti tinti di una decina di colori diversi si affacciò dall'uscio. I tre amici si fecero strada in giardino, esitanti. Quella donna conosceva già Bakugou, e a giudicare dalla tranquillità con cui lo aveva chiamato per nome, doveva conoscerlo bene. Erano molto confusi.

KiriBaku // Points of ViewDove le storie prendono vita. Scoprilo ora