Prologo

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PROLOGO

"Passato il tempo veloce è intanto e zitta zitta, come d'incanto, se n'è cresciuta la principessa, s'è fatta grande e bella anch'essa

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"Passato il tempo veloce è intanto
e zitta zitta, come d'incanto,
se n'è cresciuta la principessa,
s'è fatta grande e bella anch'essa.
Bianco è il suo viso, di ciglio è bruna,
d'animo è mite come nessuna."

La Zarevna morta e i sette Bogatyri.

Aleksandr Sergeevič Puškin - Fiaba Russa


Lui era il ragazzo più bello che Eleonora avesse mai visto. La sua bellezza era quasi ingiusta. Che cosa se ne faceva, uno come lui, di tale fascino? Avrà avuto quattro o cinque anni in più rispetto a lei, si disse. Alto e dal fisico slanciato, le parve un modello: la capigliatura, di colore rosso mogano, incorniciava un volto divino. Alla radice del naso, dritto e perfetto, si scorgeva un accenno di efelidi color pesca, risaltate dalla carnagione diafana. Occhi affilati, dalle iridi torbide, e verdi, magnetici quanto quelli di un felino. Ebbe la sensazione d'ammirare un predatore nel suo habitat naturale. Un giovane dio di carne e sangue.

Non era italiano, poco ma sicuro.

La presenza del giovane eclissava il paesaggio, e tutto quello che ne conseguiva attorno, ma non abbastanza da frenarle la curiosità. Irina, la sorella, chiacchierava proprio con lui. Insieme, erano uno spettacolo da contemplare. Tutto questo in gran segreto, spiandoli con discrezione, nascosta all'interno della vettura di famiglia. Loro stazionavano difronte alla villetta a schiera dell'amata congiunta, nella periferia di Venezia Mestre. Ele era una ragazzetta timida e preferiva restarsene in disparte, invece di ricevere le attenzioni momentanee di uno sconosciuto. Anche se lo sconosciuto in questione era capace di metterle in subbuglio lo stomaco e i pensieri.

Affetta da atelofobia – una patologia psicologica che influenza le relazioni interpersonali e la sensibilizzava alla depressione cronica – non si sentiva all'altezza di unirsi a loro e rompere l'idilliaca sintonia che ne percepiva. Preferiva celarsi, essere invisibile, e ascoltarli ridere senza farne parte.

Eleonora distolse lo sguardo, attendendo che la sorella si rimettesse al volante per accompagnarla a scuola. Si sentiva... diversa. Non aveva mai provato attrazione per il genere maschile – e nemmeno per quello femminile – in generale... almeno finora. Chi era quel ragazzo? Da dove proveniva? E soprattutto, cosa ci faceva a casa di sua sorella??

Quando si salutarono, lui ricambiò l'affetto di Irina con un sorriso mozzafiato, provocandole i battiti del cuore triplicati e un incendio sulla faccia. Il viso accaldato, come se avesse avuto la febbre, andando a fuoco, e uno strano tremore alle mani, tradendo la natura dei sentimenti nei confronti dell'affascinante straniero. Tentò di tenere a bada il respiro, stringendosi le braccia al petto, ancora acerbo, mentre la congiunta rientrava in macchina. Il sole del mattino le proiettava un'aura dorata sui capelli biondi, opposti a quelli scuri di lei, la minore. «Ti stai annoiando, mia piccola Biancaneve?», la canzonò, vagamente divertita dal suo turbamento, mentre azionava la storica Ford bianca per andar via.

Vol 1 // XXX - PERVERSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora