CAPITOLO 11
Vergogna
Eleonora:
Dmitri mi lasciò, e io rimasi in balia di me stessa, immobile come una statua. All'interno di quel bagno raffinato, restai bloccata per un tempo infinito, fissando sconcertata le macchie, e i segni, che sfumavano dal porpora al violaceo. Il petto scoperto n'era pervaso, chiazzato in più punti, distanziati fra loro. Ematomi procurati dalla sua bocca: ciucciando, succhiando, strizzando e mordendo. Vorace nel farmi del male. Farmi del male?
La pelle formicolava in quei punti scoperti e il seno mi doleva. E mi piaceva.
Non riuscivo a formulare un unico pensiero razionale nella mente. Il mio cervello era, in qualche modo, inceppato; bloccato su quello ch'era successo. Provavo un cocktail di sensazioni ed emozioni diverse fra loro, al punto da alterare i sensi. Mi sentivo alticcia, ubriaca di quel ragazzo straniero. Era stato implacabile.
Se fossimo stati altrove, non ci saremmo limitati a un assaggio. Cosa diavolo accadeva fra noi ogni volta che eravamo da soli?!
Non avevo mai provato nulla di simile. Mai.
Fissai a lungo la mia immagine sconvolta allo specchio. Solo in quel momento mi resi conto che stavo ancora contenendo ossigeno nei polmoni. Quando buttai fuori l'aria, una lacrima mi rigò il viso. Volevo piangere, ne avevo un disperato bisogno; o forse ero solamente io a esserlo, disperata. In fondo, disprezzavo questa mia fragilità, ma non piansi, né versai altre lacrime. Non volli farlo. L'avversione nei suoi confronti non era altro che l'ombra della mia.
Posai lo sguardo sul tubino nero, ammirandone la fattezza e il tessuto impreziosito dal raso. Era persino adatto alle mie misure.
Odiai anche quello oltre che me stessa.
Quando sbucai fuori dai servizi pubblici del ristorante mi sentii in qualche modo diversa. Nuda malgrado fossi vestita. Esposta al giudizio di un pubblico invisibile.
In fondo, non mi ero mai piaciuta. Detestavo il mio aspetto comune e banale, ma con un Valentino addosso, a risaltare il mio fisico, mi vidi con occhi nuovi. E tutto questo per merito suo. Struccatami – perché ormai rossetto e mascara erano rovinati –, mostravo il mio viso di bimba, in netto contrasto con quell'abito che valorizzava le mie forme di donna, instillando una nuova opinione su di me. Aveva un taglio differente da quello regalato a Irina. Il tessuto parve più morbido al tatto e lungo i fianchi calzava come un guanto. Sciolsi i lunghi capelli, pettinandoli con le dita, e ammirandone le lunghe onde scure. Li legavo spesso, usavo gel e lacca per fissarli in un chignon rigido, addomesticandoli in acconciature ordinate. Quasi mai li lasciavo liberi, indomiti, a coprirmi le spalle. Stavolta sarebbe stato diverso, mi dissi.
Lisciai il tessuto pregiato sulle cosce; sotto, non indossavo l'intimo sporco di dolce. Che liberazione.
Raccolsi le mie cose per raggiungere gli altri, ma quando svoltai l'angolo che conduceva alla sala banchetti, andai a sbattere contro le spalle larghe di Dmitri. Quelle che avevo abbracciato e stretto contro di me.
Era voltato di schiena, appoggiato al muro e intento a scrivere un messaggio sul suo cellulare. Solo in un secondo momento scorsi una ricetta medica spiegazzata e racchiusa nel pungo con cui reggeva l'iPhone. «Scusa», bofonchiai piano, in maniera leggera per non disturbarlo.
Troppo tardi, sciocca.
Lui si voltò a guardarmi, nascondendo in tasca ciò che possedeva: «Finalmente la Zarevna* si è degnata di...», ma nel posare i suoi occhi sui miei, la battuta gli morì in gola, come se l'avesse dimenticata all'istante. Abbassai il capo, inetta a sostenere l'espressione decisa che lo caratterizzava. Mi aveva insultata? Probabile. Nessuno mi fissava allo stesso modo. Nessuno. Riusciva a scorgere tutte quelle peculiarità che solitamente sfuggivano alla maggior parte degli altri. A vedermi sul serio. Quante persone ti guardavano senza prestare il dovuto interesse ai dettagli?
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Vol 1 // XXX - PERVERSO
Romance• 𝓕𝓸𝓻𝓫𝓲𝓭𝓭𝓮𝓷 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮. • 𝓗𝓪𝓽𝓮 𝓽𝓸 𝓛𝓸𝓿𝓮. • 𝓢𝓹𝓲𝓬𝔂. • 𝓦𝓱𝓸 𝓗𝓾𝓻𝓽 𝓨𝓸𝓾. "Lei compì un passo indietro. «S-Sei... Sei un sadico?!» mi accusò, sconvolta dalle mie parole. Sogghignai e vagamente divertito dal suo turbament...