«Mi dispiace per quello che ti ha detto Jasper prima. Lui è sempre abbastanza scontroso e ostile.» Tristan camminava a passo veloce per il castello seguito da Abigail che riusciva a stargli dietro molto bene, malgrado la sua solita lentezza.
Jasper aveva un carattere forte, forse a causa del suo passato oscuro, ne aveva passate tante. Comunque non era la prima volta che trattava un umano con disprezzo, li trovava inferiori e deboli, perciò credeva di poterli dominare. Parecchie volte gli altri Lord avevano cercato di fargli capire il contrario, ma era servito a poco.
Abigail non risposte a Tristan ma continuò a camminare a testa bassa osservando le scarpe, senza badare se si fosse scontrata con qualcuno.
«Non ce l'ha con te, solo...ha dei problemi col suo passato, tutto qua.» Tristan sperò in una risposta da Abby ma lei fece orecchie da mercante. Non perché le importasse che le parole fossero uscita dalla bocca di Jasper, ma perché non capiva questa ostilità verso gli umani. Si, erano esseri inferiori rispetto ai vampiri, per loro sacche di sangue ambulanti, ma di cosa si potevano lamentare i succhia sangue? Di nulla, ormai avevano praticamente colonizzato tutto il mondo.
«Santo cielo Abby! Di qualcosa!» Tristan la risvegliò dai suoi profondi pensieri.
«Scusa ma proprio non concepisco le sue reazioni.» Rimase fredda come il ghiaccio, anzi peggio.
«Non badarci troppo. Fa così con tutti.» Sospirò Tristan. "Anche con noi vampiri."
«Questo non lo giustifica assolutamente.»
Il Lord poteva capire come Abby di sentisse e avrebbe tanto voluto poterla aiutare.
'A breve sarai una di noi' aveva aggiunto il suo inconscio. Perché sapeva in cosa il re l'avrebbe trasformata. Nessuno gli era mai sfuggito. E mai lo avrebbe potuto fare. Tristan per tutti gli anni precedenti aveva solo potuto vedere tutti gli umani trasformarsi in mostri, i quali hanno solo come scopo di fondo cercare prede da prosciugare fino all'ultima goccia di sangue che poteva scorrere nelle vene. Queste povere vittime si accasciavano a terra, ruotando gli occhi all'indietro, in preda agli spasmi della morte che piano piano si avvicinava, pronta a compiere il balzo fatale. Non c'era via di scampo, non per il morso di un vampiro. Perché prima che il cervello se ne sia potuto accorgere, il veleno faceva la sua parte e si impossessava dell'anima dell'umano, portandola con se in un vortice nero senza fine ne ritorno. Un viaggio di sola andata per la disperazione. Costretti a subire questa vita in cui si è predatori per natura, in cui non si vuol far del male ma si è costretti per portar avanti ogni fibra del proprio corpo che sopravvive grazie al veleno che pulsa nel cuore ormai senza battiti. E come anime senza una meta precisa, vagano. Vagano in cerca di qualcosa che possa restituir loro una felicità persa da molto. Una felicità che solo la vita può darti. Perché chi perde la vita, perde la felicità. E le anime oscure della notte risplendono sui mostri che la terra non ha potuto fare a meno di creare.
Umano dopo umano, tutti se ne erano andati o stavano per farlo. Non c'era via di scampo, non da qualcosa più forte di loro. Il governo dei vampiri era decisamente troppo forte per loro, gracili e indifese creature. La vita è ingiusta. Da molto di più ad alcuni esseri, ed altri li lascia senza un centesimo per potersi difendere. Nessuna rivolta avrebbe mai potuto fermarli, erano in troppi. Ma gli umani avevano qualcosa che i vampiri rimpiangevano e bramavano: la vita. E forse era proprio per questo che continuavano a fare stragi. Avrebbero voluto ciò che non potevano più riacquistare. Un bene che solo i terreni hanno, quello più prezioso di tutti. Ma come poteva Tristan fermare quello che ormai accadeva da sempre?
~
Abigail risposava sdraiata sul suo letto. Nessun pensiero la assillava. Già, perché non voleva più pensare alle parole di Jasper, poco le importava dei suoi pensieri sugli umani, non era obbligata ad andare d'accordo con tutti all'interno del palazzo. E di certo non era la prima volta che veniva insultata. Le usciva subito dalla testa, era una ragazza che non si era mai preoccupata del pensiero degli altri e non lo avrebbe di certo fatto neanche questa volta. Per quella che sembrava la centesima volta nel giro di pochi gironi, la porta bussò nuovamente, rivelando Tristan con un sorriso in faccia di cui si poteva riconoscere la falsità.
«Hey Abby!» La salutò cortesemente. La ragazza alzò lo sguardo sorridendo al bel vampiro in segno di saluto. «Ehm...sono venuto a dirti che Zayn vuole parlarti in privato. Vuole che lo raggiungi nella sua suite.» Dopo le sue parole una grande paura assalì la giovane. Ricordò le ultime parole del vampiro dai capelli corvini, e delle sue numerose reazioni poco gradite Abigail. Non voleva doverlo rivedere, ma cosa poteva farci? Niente, lui comandava e lei obbediva. Lui era il re.
«Oh, okay. Adesso vado.» Tristan le sorrise per incoraggiarla. Sapeva anche lui molto bene che Abby non gradiva dover incontrare sua maestà, ma nemmeno un Lord poteva cercare di far cambiare idea a Zayn, ogni sua decisione era un ordine.
Abigail si alzò di malavoglia dal letto dove poltriva da ore e si diresse verso la porta. Uscì e Tristan fece lo stesso, andando però dalla parte opposta rispetto alla sua direzione. Si salutarono e Abigail proseguì da sola per il resto del tragitto. Arrivò di fronte alla grande porta che separava dalla suite di Zayn. Si soffermò per poco a fissare la porta e sospirò pesantemente. Poi bussò e sentì la voce di Zayn che la incitava ad entrare.
Zayn era seduto alla sua scrivania e osservava numerosi fogli e documenti. La sua espressione concentrata e attenta era ben visibile da lontano. Appena vide la bella ragazza entrare, però, la sua espressione mutò in un sorriso sghembo, che Abigail trovava tanto attraente ma odiava allo stesso tempo.
«Abigail!» Salutò senza ottenere risposte. "Non mi saluti?"
«Ciao.» Disse lei con molta noncuranza. Questo fece arrabbiare Zayn.
«Non vuoi proprio capire che devi fare ciò che ti dico, vero?» L'espressione di Abigail bastò al re per capire che non si stava sbagliando. «D'accordo. Visto che non vuoi capire in nessun altro modo, ti propongo un accordo.» Abigail era incuriosita. Sapeva bene che questo accordo l'avrebbe fatta soffrire, ma poteva mettere in mezzo qualcosa di importante.
«Sentiamo.» Incitò Zayn a parlare incrociando le braccia. Questa cosa Zayn la trovò estremamente irresistibile e sexy. Sapeva di dover contenersi ma avrebbe davvero voluto sbatterla sulla scrivania e poter toccare ogni centimetro di pelle del suo corpo vergine e puro. Ma non poteva farlo. Perciò preferì tenersi sul viso il suo ghigno malizioso e tacere.
«Tu farai ogni cosa che di dico, qualsiasi essa sia.» Si zittì per un momento. «E io in cambio, una volta al mese, ti farò tornare alla tua comunità per un giorno. La risparmierò.» Questo accordo poteva convenire parecchio alla giovane. Avrebbe potuto rivedere la sua famiglia e William, e soprattutto nessuno sarebbe morto per colpa sua. Ma pretendeva del tempo per rifletterci.
«Devo pensarci.» Ammise la ragazza. Non poteva decidere così su due piedi senza far passare i pro e i contro dell'accordo.
«Non metterci troppo Abigail.» Sorrise Zayn lasciandola uscire dalla stanza. Almeno questa volta non l'aveva nemmeno toccata, ma quell'individuo sapeva come far soffrire la giovane, lo aveva sempre saputo.
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Compulsive ≫ z.m.
Fanfiction(14+) Compulsive [kuh m-puhl-siv] adj., 1. compelling ; compulsory 2. Psychology pertaining to, characterized by, or involving compulsion governed by an obsessive need toconform, be scrupulous, etc., coupledwith an inability to express positive e...