25. Danger

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«Sul serio Abby?!» Tristan continuava a fare avanti e indietro per tutta la enorme sala, senza sosta. Era appena tornato dal fine settimana di caccia, nel quale avevano recuperato ancora molte riserve di sangue per almeno tutto l'inverno e per tutta la primavera. Abigail aveva raccontato al vampiro il suo week-end, aveva raccontato di Veronique, del discorso con Zayn, e dell'incontro con Vladimir, e quest'ultimo lo aveva fatto accigliare parecchio. Ma il motivo del suo improvviso e repentino cambiamento d'umore era sconosciuto.

«Non capisco cosa ci sia di male, è stato più che gentile con me.» Continuava a dire a Tristan per cercare di rassicurarlo, ma dire che era fuori di se era dir niente.

In effetti Vladimir era stato parecchio gentile con lei, non si era minimamente dimostrato ostile e neanche sospetto. Ma Tristan diceva di essere "inverosimile" al riguardo di ciò che aveva detto Abigail. Forse Vladimir era crudele e spietato come diceva Tristan, ma non riusciva a basarsi solo su quanto raccontato sul suo conto, avrebbe voluto vederlo con i suoi occhi per crederci.

«Beh quello è il suo trucco per adescarti, non lo vuoi capire?! Conosco Vladimir meglio di te, so con chi abbiamo a che fare.» Abigail continuava a pensare che Tristan fosse solo geloso e possessivo nei suoi confronti, e in effetti poteva esser vero che lo fosse. Ma tutta questa storia le suonava strana, parecchio anche. «Non puoi mai fidarti di un vampiro che non conosci.» Da come la trattava sembrava suo padre. Al sol pensiero della sua famiglia le si strinse la gola e gli occhi cominciarono a pizzicare. Nostalgia di casa.

«Ma io mi sono fidata di te, sin da quando ti ho conosciuto. Non avrei dovuto farlo allora.» Abigail cercò di zittire Tristan con la sua affermazione, ma lui aveva sempre la risposta pronta, qualunque siano le circostanze.

«Con me è diverso. Anche se avessi voluto farti del male, cosa che non avrei mai fatto e mai farò, Zayn mi avrebbe ucciso, quindi non mi sarebbe convenuto.» Incredibile quanto potesse essere irritante quel vampiro con quei capelli da afro! Abigail cominciò a sudare freddo e a sbuffare continuamente dall'irritazione. Ma si convinse a chiudere l'argomento il più in fretta possibile. Non avrebbe voluto litigare con Tristan.

«Va bene, hai ragione tu, non devo fidarmi di chi non conosco. Scusami, non lo farò mai più. Ma per favore non trattarmi come se fossi mio padre.» Abbassò il capo senza aggiungere altro. Trovava le sue scarpe incredibilmente più interessanti che guardare il viso scolpito del vampiro. Ma Tristan prese il volto della ragazza tra le sue mani delicatamente e lo fece sollevare. La guardò con intensità negli occhi, tanto che quasi faceva male. Il suo sguardo penetrante era qualcosa di incredibilmente profondo. Poi parlò con calma.

«Lo so facendo perché ti voglio bene, e non me lo perdonerei mai se ti accadesse qualcosa. Lo capisci, si?» Il suo tono calmo la mise più a suo agio, ma non parlò, si limitò ad annuire, sottomessa da quegli occhi profondi. Tristan si allontanò dal corpo della giovane e se ne andò, senza aggiungere altro.

~

Quel pomeriggio Abigail decise di fare una passeggiata nei giardini reali. La neve cadeva candida sul manto erboso. La prima neve di stagione. Abigail si strinse nel suo cappotto per il freddo e osservò il paesaggio intorno a lei. Piano piano tutti gli alberi circostanti e il prato si tingevano di un bianco candido e puro. Il silenzio la circondava e la faceva sentire più calma e rilassata. Da tempo non si dedicava a fare una passeggiata tra i giardini maestosi della reggia di Zayn, questo perché era stata più impegnata del solito e non aveva potuto pensare troppo a se stessa. Ma questo le era mancato parecchio.

Malgrado la primavera fosse piena di colori vivaci rallegranti, Abigail aveva sempre amato anche l'inverno. La affascinava. Il suo non so che di misterioso la attirava come una preda viene attirata dal suo cacciatore, il silenzio la avvolgeva in un candido manto bianco e tutto sembrava fermerai per un po', lasciando le persone respirare da tutti i loro impegni. Naturalmente il freddo gelido era l'unica pecca di tutto. Ma niente e nessuno era perfetto. Neanche l'inverno.

Tutt'un tratto, però, il silenzio intorno ad Abigail cominciò ad essere imbarazzante e soffocante, come se gli alberi si stringessero fino a soffocarla. Sentiva l'ansia crescerle dentro, e il respiro mancarle. Come se qualcosa stesse per accadere, come se qualcuno stesse per attaccare. Abigail scosse la testa e si convinse di star solo impaginandosi tutto, e riprese a camminare con passo più sostenuto. Malgrado non volesse credere alla sua fervida immaginazione, il freddo cominciava a farsi sentire. Si sentiva le dita gelare fino alle ossa e le guance erano arrossate per il gelo. Stava ripercorrendo tutto il giardino per arrivare al portone d'entrata.

Poi tutto accadde fin troppo velocemente perché il cervello di Abigail potesse registrare i fatti.

Un ombra apparì da dietro un pino imbiancato dalle proporzioni enormi. La figura si avvicinò paurosamente e a tempo record ad Abigail, prendendola per il collo e stringendo la presa. Il suo volto era famigliare, aveva già incontrato quella figura vestita di nero...Vladimir.

In quel momento tirò un sospiro di sollievo nel vedere un volto famigliare, solo non sapeva perché lo stesse facendo.

«Vladimir...» Biascicò delle parole senza pronunciarle alla perfezione, perché le mancava il fiato dalla presa. «Puoi lasciarmi andare?» Ma Vladimir continuava a stringere sempre più le sue mani fredde sul collo della ragazza.

In realtà neanche Vladimir sapeva quel che stava facendo. Non voleva realmente far del male ad Abigail, altrimenti non avrebbe potuto raggiungere il suo scopo con William. Ma la sua sete di sangue era troppo forte e turbolenta per poter fargli avere dei ripensamenti sulle sue azioni. Lasciò cadere il corpo della ragazza a terre, facendo sì che Abigail picchiasse la schiena al suolo pesantemente. La ragazza si toccò il collo strofinandola per il dolore, ma non fece in tempo e prendere fiato perché il corpo di Vladimir premeva contro il suo schiacciandola contro il terreno freddo. I suoi occhi rossi puntavano al collo della giovane, tanto che con un dito strofinò la pelle calda e rosea della zona sensibile.

«Lasciami andare, mostro!» Trovò il coraggio di urlare ma Vladimir non la ascoltava. Era troppo concentrato a fissare la vena del collo e a sentire il sangue caldo pulsare al suo interno. La bocca del vampiro si avvicinò al collo con cautela e lo morse con avidità, cominciando a succhiare il liquido rosso che un po' era colato dalla sua bocca. Abigail urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni e poi il buio l'avvolse...

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