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Riccardo è tornato in squadra la mattina successiva, ringraziandomi per avergli fatto aprire gli occhi sull'effettiva realtà che stiamo vivendo, le mie parole lo hanno aiutato a riflettere su quanto sia ingiusto dover piegare la testa ad un'associazione corrotta e malata come il Quinto Settore e mi ha promesso che s'impegnerà al massimo, per riportare indietro il calcio vero che ama. Nonostante il suo ritorno, però, i nostri compagni non si sono smossi dalla loro decisione di voler giocare secondo le regole, pur di non rimetterci e di rischiare la chiusura del club, sostenendo che ribellarsi agli ordini del Grande Imperatore è una cosa completamente inutile, che non può portare niente se non un'infinità di problemi. A rafforzare la loro tesi è stata la lettera inviata dai dirigenti del Quinto Settore, in cui la nostra squadra deve perdere la prima partita della fase regionale contro il Collegio Via Lattea. Nonostante sia arrivata in finale l'anno prima, quest'anno la Raimon vogliono escluderla dal Cammino Imperiale, le voci di una possibile preoccupazione da parte dell'organizzazione hanno iniziato a circolare tra i corridoi della scuola, portandomi a pensare che sotto sotto, il Quinto Settore teme che possiamo scatenare una ribellione di dimensioni spropositate.

«Ehi!! Terra chiama Emily!!» sento due mani posarsi sulle mie spalle e scuotermi «Sei tra noi?» sussulto, la voce di Jade mi perfora il timpano, rompendo la bolla di pensieri in cui sono rinchiusa dall'inizio della mattinata «Che c'è?» le chiedo accarezzandomi l'orecchio «È da mezz'ora che ti chiamo!!» protesta la rossa, le braccia incrociate al petto e l'espressione leggermente corrucciata. «Tra poco inizia la partita, vedi di rimanere concentrata!!» le sue parole mi provocano un brivido lungo la spina dorsale, l'ansia che inizia a salire mentre il mio sguardo vaga per il campo per analizzare la situazione dei giocatori e del pubblico, entrambe le fazioni pronte a vedere la nostra partita contro il Via Lattea, in cui dobbiamo perdere per due goal, senza dover segnare neanche un punto. Tuttavia io, Arion, JP e Riccardo siamo determinati ad ignorare le direttive del Quinto Settore e vincere, per avanzare al turno successivo e qualificarci per la fase nazionale, puntando ad arrivare in finale e vincere il torneo.
«Ragazzi, tutti qua!!» mio padre fa cenno a tutti noi di avvicinarsi, il solito sorriso a trentadue denti che gli incornicia il viso «Ascoltatemi bene. Questa è la prima partita del Cammino Imperiale e stando agli ordini, dovremmo perdere zero a due...» la posa composta e lo sguardo serio, intento ad osservare ciascuno di noi «Però a me non importa di ciò che dicono. Dovrete giocare come credete meglio, seguendo il vostro cuore e il vostro amore per il calcio...» ricambio il suo sorriso, posatosi su di me per una frazione di secondo. «Quindi dateci dentro in campo! Sono certo che non mi deluderete!!» la sua esclamazione è accompagnata dagli sguardi confusi dei miei compagni, decisi come non a mai a non fare nulla di quanto è stato appena detto «Sì, mister!» Arion stringe i pugni, determinato a giocare come piace a lui e il suo sorriso coraggioso contagia anche me, portandomi ad osservarlo con un velo d'ammirazione nello sguardo. Lui sembra più determinato di tutti a ribellarsi al Quinto Settore, perfino più di me e Riccardo e questo gli fa molto onore. Non è da tutti avere una forza di volontà così forte e sfoderarla senza temere le conseguenze.
«Se lo guardi ancora così, rischi di sciuparlo» una voce sarcastica alle mie spalle mi fa voltare, lo sguardo corrucciato nell'incrociare quello dell'ultima persona che vorrei vedere in questo momento «Sei sempre molto simpatico, Victor...» incrocio le braccia al petto, il tono sarcastico mentre lui alza le spalle con indifferenza in risposta, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni, un ghigno stampato sul viso.

Giuro che se si azzarda a fare o dire qualcosa che non deve, lo faccio fuori con le mie stesse mani!

«Beh? Che hai?» piego leggermente il busto in avanti, le braccia sempre incrociate tra loro «Ti sei offeso, per caso?» lo provoco, piegando le labbra in un sorriso sghembo «Sono solo annoiato di stare qua e vedervi giocare...» il mio sguardo passa da canzonatorio ad arrabbiato in un battito di ciglia, la sua risposta fredda mi irrita più della sua presenza su questo campo. Apro la bocca per controbattere ed invitarlo cordialmente ad andarsene, se non ha voglia di rimanere a fare presenza inutile in panchina, ma Gabriel e Adé  mi bloccano tempestivamente, trascinandomi lontana da lui mentre il centrocampista mi fa un cenno di negazione con la testa, «Non ne vale la pena...» afferma guardando il ragazzo accanto a lui, in cerca di conferma «Già, non serve a niente farsi del sangue marcio, con uno come lui...» il rosa sfodera un sorriso amaro, che stona sul suo viso così delicato. «Andiamo, ragazzi. La partita sta per cominciare» la voce di Riccardo interrompe il dialogo tra me e i due ragazzi, obbligandoci a separarci per scendere in campo e salvando i due da una mia risposta contrariata.
«Evans...» la voce del blu che mi chiama è il motivo per cui mi fermo, il sopracciglio leggermente alzato «Cercate di non fare troppa pena!!» la sua esclamazione sarcastica mi fa stringere i pugni e mi devo aggrappare a tutta la mia forza di volontà per non prenderlo a schiaffi. «Tsk...» mi limito a lanciargli un'occhiataccia, senza sprecare fiato prezioso mentre mi posiziono nella zona d'attacco, bloccandomi i capelli in una stretta coda di cavallo.

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora