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Il vento soffia leggero, scompigliandomi i capelli e facendo muovere i vestiti al suo passaggio. Respiro a pieni polmoni l'aria fresca della mattina, mentre mi dirigo a Riverside con Arion e JP, gli unici due che hanno deciso di andare all'allenamento di mio padre e che, a quanto pare, amano giocare un calcio diverso da quello imposto dal Quinto Settore.

Durante il tragitto dialoghiamo tra noi dei nostri hobby, scoprendo che il piccolo difensore ha una passione sfegatata per i dinosauri e il periodo della preistoria, mentre il centrocampista non segue altro oltre il calcio, affermando che a quest'ultimo deve molto, dato che gli ha salvato la vita quando era più piccolo e che lo considera come un amico di lunga data dal quale non si separerà mai. Nel sentire le sue parole non posso non sorridere.

«Emily...» una voce femminile mi fa girare, la stretta sul braccio di Arion leggermente più salda di prima «Scusami per ieri, non volevo sembrare maleducata!!» l'espressione mortificata di Skie, la ragazza che ho incontrato la scorsa mattina e che ho scoperto essere una delle manager del club, mi fa sentire terribilmente a disagio. «T-tranquilla!!» balbetto scuotendo la mano, le dita che stringono maggiormente la felpa di Arion «N-non mi f-formalizzo su certe cose!!» sfodero un sorriso cordiale per rassicurarla, i suoi occhi blu incrociano i miei per una manciata di secondi, il timore di aver sbagliato qualcosa è ben visibile nelle sue pupille. «Davvero, non ti preoccupare!!» mi libero dalla stretta del ragazzo per andarle vicino, la mia mano si muove da sola e le si poggia sulla spalla, le mie labbra sempre piegate in un sorriso rassicuratore. «Hei! Nuova arrivata!» un braccio mi circonda il collo, la pressione esercitata mi costringe a piegarmi leggermente in avanti «Dato che sembri una tosta e non la classica ragazzina frivola, hai già la mia simpatia!!» osservo con la coda dell'occhio la ragazza dai capelli color corallo, la stessa che al mio arrivo è scattata in piedi per sapere come facesse Arion a conoscermi e che adesso mi sta stritolando la cervicale. «Oh...beh...grazie?» sento le guance tingersi di rosso, mentre lei mi sfodera un sorriso a trentadue denti «Jade Green, manager e coach motivazionale della squadra. Piacere di conoscerti!!» allenta la sua presa, permettendomi di tornare dritta «E lei è Rosie Red, manager e fotografa» la tirata in causa sussulta, stringendo la presa sulla sua macchina fotografica e abbassando lo sguardo «Non t'ignorerà di proposito, ma solo perché è molto timida...» le sue parole la fanno scattare sull'attenti, obbligandomi a mettermi in mezzo per non farle discutere e facendo aumentare la stima di Jade nei miei confronti. 

Ho la sensazione che diventeremo molto amiche, io e lei...

Passo il resto dei minuti che ci separano dal campo a parlare del più e del meno con Skie e Jade, curiosa di sapere qual è il motivo che le ha spinte a voler diventare le manager della prima squadra del club di calcio, trovando un'enorme somiglianza di carattere tra la rossa e mia madre. Verso la fine si è leggermente aperta pure Rosie e la cosa mi soddisfa molto. Spero di legare con tutte e tre, dato che sono le prime ragazze con cui ho un'interazione per la prima volta, dopo un lungo periodo trascorso solo ed esclusivamente in compagnia di maschi e non mi dispiacerebbe avere delle amiche con cui condividere la mia passione. Spero di diventare amica anche dei ragazzi, senza che il mio sesso o la mia posizione li condizioni troppo. Dovremmo imparare a conoscerci per forza, se vogliamo giocare al meglio delle nostre capacità e fare un perfetto gioco di squadra. Siamo un team, dopotutto. Questo significa che devo mettere da parte i dubbi e i pregiudizi e diventare amica di Riccardo, nonostante il mio sesto senso non sia convinto al cento per cento di quest'idea, come se ci fosse qualcosa che mi spinga a dubitare di lui.

Magari è solo una brutta impressione iniziale...

«Ci siamo!!» l'esclamazione di Arion mi fa distrarre dai miei pensieri, la figura di mio padre in piedi di fronte ad una delle porte del campo, le mani sui fianchi e un sorriso deciso sul viso. «Alla fine siamo solo noi...» borbotto guardandomi intorno, i miei occhi castani vagano alla ricerca degli altri miei compagni, senza successo. «Non credo che saremmo gli unici...» afferma JP, indicando qualcuno nascosto negli alberi dietro di noi «Uh?» il mio sguardo incrocia brevemente quello di Eugene, un altro centrocampista titolare, «Oh, cavolo!!» esclama bloccandosi di scatto, la voce tremante per l'imbarazzo mentre Adé va a sbattere contro la sua schiena, non accortosi che il ragazzo di fronte a lui si è fermato senza un'apparente motivo. «Ahia!» mi lascio scappare una leggera risata, intanto che il corvino tira un coppino sulla testa dell'occhialuto «Lo trovi divertente?» sputa acido il ragazzo dai capelli celesti, che non sembra gradire il mio arrivo in squadra, Michael mi pare si chiami e da quanto vedo non nutre simpatia nei miei confronti, anzi sono convinta di stargli molto antipatica. «Michael, lasciala stare.» lo ammonisce Sam, chiedendomi scusa con lo sguardo «Tsk..» l'attaccante soffia sul ciuffo che gli copre l'occhio, le braccia incrociate al petto con fare scocciato «C'è qualcosa che non va, Michael?» Jade si mette di fronte a me come a volermi fare da scudo, il tono di voce più duro e la manica destra piegata fino al gomito mentre il ragazzo alza le mani in segno di resa, bisbigliando qualcosa come “Questa non me la racconta giusta” o qualcosa del genere.

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora