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«Umh...» un mormorio fuoriesce dalle mie labbra «Non so...non è proprio nel mio stile, ecco» affermo poggiandolo delicatamente sul letto. In risposta mi arriva la prima occhiata contrariata da parte di mia madre, «Emily Evans. Non iniziare a fare il maschiaccio come tuo padre.» la posa autoritaria, le braccia incrociate e il petto in fuori.
«Devo proprio? Non so neanche se mi piace o se ci sto bene...» controbatto subito alle sue parole, ma questo non basta per farla tentennare. «Ti starà alla perfezione. Ora indossalo.» la sua voce ferma e decisa mi spingono a sedermi sul letto, lo sguardo basso e fisso sui miei piedi leggermente accavallati.

In questa piccola frazione di secondo ne approfitto per prendere un profondo respiro, cercando di non far notare la frustrazione dovuta dalla situazione creatasi e che mi vede momentaneamente sconfitta e arresa alla volontà della mia genetrice. «Devo davvero mettermi quel coso?» le domando per la seconda volta, alternando lo sguardo dal pavimento in legno di camera mia al suo volto statico e impassibile. In risposta ricevo un esasperato "Sì".
«Ma non posso andare con l'uniforme della squadra? Sarei davvero in tema...» cerco di assumere l'espressione più tenera e carina che conosco per sperare di farle cambiare idea, ma il risultato è peggio di quanto pensassi. Una strana luce, infatti, le attraversa le pupille castane per un millisecondo, tempo che mi serve soltanto per indietreggiare sul materasso, senza poter provare a reagire. «Assolutamente no!!» tuona senza alcun contegno, afferrando malamente l'indumento fresco di lavanderia che fino a pochi secondi fa si trovava sul letto, a qualche centimetro dalla mia figura. «Che intenzioni hai?» deglutisco spaventata mentre un impercettibile brivido mi attraversa la spina dorsale; le mie spalle nel frattempo arrivano a toccare il muro. Sono definitivamente in trappola.
«Se non hai intenzione d'indossarlo da sola...» con una sola falcata mia mamma riesce ad azzerare la distanza che ci stava dividendo, il materasso si piega leggermente sotto il peso del suo ginocchio ricurvo. «Te lo farò indossare io.» un sorriso malefico di forma sul suo viso e a nulla servono le mie lamentele o promesse di pulire casa per i prossimi mesi. Vuole che indossi il vestito che ha comprato e lo indosserò senza possibilità di recriminare.

Sospiro rassegnata mentre lei mi sfila la canottiera e apre la cerniera dell'indumento acquistato pochi giorni prima della finale. Se c'è una cosa, una sola cosa, che ho imparato nel corso degli anni, è che se mia madre, Nelly Raimon, s'impunta per arrivare a qualcosa che brama con tutta sé stessa, sarà sempre in grado di ottenerla. Non importa cosa o chi si trovi sulla sua strada. Lei riuscirà sempre nel suo obiettivo, sia con le buone maniere che con quelle più cattive e/o meno consone.
Forse è stato questo suo lato così tanto deciso e sfrontato che ha fatto impazzire mio padre, al punto di sposarla appena compiuti i diciotto anni, altrimenti non saprei spiegarmi come fa un tipo calmo e tranquillo come lui a starci insieme.

Dopo una mezz'ora abbondante, in cui sono stata costretta a sedermi di fronte allo specchio contro la mia volontà, mia mamma emette un leggero gridolino euforico mentre inizia ad acconciarmi i capelli. «Guardati!!» esclama tirandomi leggermente una ciocca e provocandomi un lieve fastidio alla cute «Stai benissimo!!» continua senza smettere di esultare. Emetto l'ennesimo sospiro mentre mi lascio scivolare malamente sulla sedia; la prossima volta che Arion propone di fare una festa con tutti, devo ricordargli di limitarla solamente a noi giocatori della Raimon. Non che l'idea di festeggiare la vittoria del Cammino Imperiale mi dispiaccia, ma se non l'avesse detto di fronte a mia madre a quest'ora non sarei obbligata ad indossare un vestito. Ho sempre odiato le gonne di qualsiasi tipo, da quella dritta a quella più svasata, nonostante le frequenti intenzioni di mia mamma nel farmele indossare per, a detta sua, "sembrare un po' più femminile" . Purtroppo per lei, ho sempre preferito le tute, gli shorts o qualsiasi altro tipo di pantalone, ribadendo più volte che gli abbigliamenti "aggraziati" e "femminili" non fanno per me e mai ne avrei indossato uno.

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora