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«E....y! Ci....enti?» una voce ovattata si fa largo nelle mie orecchie ma non riesco a distinguere con certezza chi sia, «E...ily!!» provo ad aprire gli occhi ma li sento troppo pesanti e bloccati per fare anche questo semplice movimento, «P...è n...si...eglia?» riconosco la voce preoccupata di Arion e qualcuno stringermi la mano, ricambio la stretta mentre tutto ritorna ovattato; nonostante sia stato un movimento leggero è come se abbia richiesto una forza smisurata, riducendomi completamente senza energie.

Che sia stato lo Spirito Guerriero?

Quando l'ho evocato mi sono sentita strana, come se quest'ultimo mi abbia prosciugato tutta la forza, per non parlare dell'insopportabile dolore alla caviglia che mi ha costretta a rallentare; ma quando ho tirato il secondo goal, ho sentito tutta l'energia sparire. E dopo cos'è successo? Perchè vedo ancora tutto scuro? Perché sento tutti i rumori così ovattati?

«Emily» riconosco la voce e il tocco di mio padre che mi accarezza la guancia, inizio ad aprire gli occhi lentamente, il corpo ancora indolenzito insieme alla testa pesante, mi strofino gli occhi per riabituarli alla luce e mi porto piano a sedere, sentendo qualcosa di caldo avvolgermi la caviglia, «Cosa...cosa...?» non riesco a finire la domanda che mi ritrovo Jade e Arion attaccati al collo. «Stai bene! Stai bene!» le lacrime di gioia della mia amica mi bagnano le maniche della maglietta «Abbiamo temuto il peggio!» esclama il centrocampista stringendo la presa su di me, «Non dimenticarti che parli con la figlia di Evans» controbatto con modestia, «Siamo felici che tu stia bene» mi dice Riccardo stringendo la mia mano con un sorriso «Ma non farci più spaventare!» Gabriel si fa spazio fra i due per abbracciarmi, «Vi ho fatti preoccupare così tanto? Davvero?» domando stupita «Naturalmente! Ormai sei parte della Raimon, è ovvio che ci preoccupiamo!» afferma Subaru ricevendo l'approvazione di tutti e sorrido nel confermare che ormai non c'è più tensione tra me e miei compagni.

«Ma ringraziamo Victor» il mio sguardo si posa automaticamente su Eugene che, appena realizza ciò che ha detto, si para dietro Adè, «Cosa intendi dire?» gli chiedo curiosa «Intendo dire che...beh...ecco...» balbetta mentre il suo corpo trema per paura di una possibile reazione, possibile che questo ragazzo sia così fifone? «Eugene, parla!» il mio sguardo non si stacca da lui e questo lo fa spaventare ancora di più. «Lui ti ha aiutata» mi dice Michael facendomi sgranare gli occhi incredula «Quando sei svenuta, ti ha presa al volo per evitare che cadessi» continua, spostandosi leggermente il ciuffo dal viso; il porcospino blu che mi dà una mano? Lo stesso che prima dice che sono finta e poi combina i nostri tiri?

C'è qualcosa che non va...

Devo assolutamente parlare con lui per sapere il perché del suo comportamento, perché prima mi insulta e poi mi aiuta? Perché ho notato una strana luce nei suoi occhi, quando ha proposto di combinare i tiri? Perché è così strano? Perché sembra che nasconda qualcosa?
«Dov'è adesso?» chiedo, facendo vagare lo sguardo sui presenti alla ricerca del suo ciuffo blu «È qua fuori, ma non capisco perché non sia voluto entrare» risponde Skie dirigendosi verso la porta, «Potete lasciarci soli?» domando nell'esatto momento in cui il ragazzo mette piede nella mia stanza con il viso rivolto verso il basso, i miei compagni si scambiano delle occhiate contrariate e Riccardo sta quasi per dire la sua, ma mio padre interviene subito obbligandoli a uscire; «Dirò a Cammy di aspettare qualche minuto» mi dice prima di schioccarmi un bacio sulla guancia.

Quando la porta si chiude è come se il tempo si sia fermato, il silenzio ha la meglio su di noi e l'unica cosa che posso sentire con certezza è lo sguardo del blu addosso, giro gli occhi nella direzione di Victor ma lui, prevenendo il mio movimento, abbassa di nuovo lo sguardo sulle sue scarpe; perché non riesco ad articolare una parola o a chiedergli per quale motivo mi ha aiutata? Perchè non ricordo cosa devo dirgli? Perchè ho come l'impressione di star soffocando quando lo guardo o quando sento la sua presenza affianco a me? Dovrei solamente chiedergli delle spiegazioni, ma mi sembra impossibile.

«Ciao Emily» la sua voce rompe tutta la quiete che si è creata, costringendomi a girarmi nella sua direzione, «Sei in questa stanza da venti minuti e mi saluti solo ora?» gli chiedo con un leggero sorriso «Mi scusi vostra altezza, la prossima volta non accadrà» mi dice fingendo un tono regale e facendo scoppiare entrambi a ridere; è in questo momento che sento uno strano calore fraterno avvolgerci, come se fossimo amici da sempre e stare vicini ci faccia stare bene, il che è strano dopo tutto quello che è successo. «Allora...» Victor si stringe nelle spalle e io inizio a sudare freddo «Cosa devi dirmi?» mi chiede schietto, senza giri di parole «Perchè?» controbatto guardando un punto indefinito «Perchè ti sei comportato così? Perchè hai fatto tutto ciò? Qual'è il motivo??» continuo, senza guardarlo negli occhi; il silenzio prende di nuovo piede e mi perdo a contemplare il vuoto, isolando qualsiasi rumore e concentrandomi ad osservare il muro di fronte a me senza un motivo preciso, aspettando la risposta di Victor o il momento giusto per rincalzarlo nuovamente. «Emily» la sua mano si posa sulla mia spalla mentre il materasso si piega sotto il suo peso, giro leggermente la testa ritrovandomi il blu a pochi centimetri di distanza e solo ora riesco a notare i suoi occhi leggermente lucidi, «L'ho fatto perché quelli del Fiducia mi stanno antipatici» non so se ridere per il tono finto che ha usato o perchè sembra che debba scoppiare a piangere, «Mi credi così stupida?» le mie pupille color mogano s'incontrano con le sue arancioni e noto quella strana luce attraversarle, confermando sempre di più la mia teoria: nasconde qualcosa.

«Victor» poggio la mano sulla guancia dove gli ho tirato lo schiaffo «Cosa succede veramente?» gli chiedo senza staccare i nostri occhi, «E non mentire» si morde il labbro inferiore mentre l'ansia di sapere mi divora, voglio solamente scoprire cosa lo tormenta per poterlo aiutare, ma a quanto pare non si fida ancora; per quale motivo ha paura? Cosa lo spinge a non dirmi nulla e a fidarsi del Quinto Settore? «C'è una cosa troppo importante dietro a tutto ciò» mi dice, dopo altri minuti passati in silenzio a guardarci negli occhi, studiandoci a vicenda. «E cos'è?» domando facendolo irrigidire «Non posso dirtelo» risponde alzandosi, «Perchè?» lo blocco per il polso ma lui riesce a divincolarsi dalla mia presa «Perchè scappi sempre? Perché non vuoi dire a nessuno cos'hai? Perché non ti fidi? Perchè cerchi di allontanare tutti da te? Qual'è il motivo?» sento gli occhi diventare lucidi mentre il ragazzo si blocca di fronte alla porta, incerto se uscire o meno.

«Perchè ti interessa tanto?» mi chiede senza girarsi «Perchè ti sei comportato in modo troppo strano: prima mi dici che sono finta e poi mi dai una mano, prima segni un autogol e poi ne segni due a nostro favore. All'inizio non sembravi neanche tu!» la mia risposta è così schietta che mi stupisco da sola, «Come puoi saperlo?» si gira lentamente e senza scomporsi «Come fai a dire che non ero io?» sibila, mettendo le mani in tasca. Appena do la mia risposta, esce immediatamente dalla stanza sbattendo violentamente la porta, lasciandomi sola a riflettere su tutto ciò che è successo e confermando la mia ragione: «Perchè sono certa che il vero te, ami il calcio».

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora