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È passato un mese dalla partita contro il Fiducia Incrollabile e ancora non riesco a capacitarmi del comportamento di Victor, dopo la nostra breve chiacchierata in ospedale ha iniziato a evitarmi e ogni volta che viene alla Raimon, fa molta attenzione a non far scontrare i nostri sguardi. Jade mi ha detto che dovrei lasciarlo perdere ma non ci riesco, è più forte di me dover scoprire cosa nasconde per aiutarlo; so che in lui c'è del buono che deve solamente venire fuori e io gli darò una mano a farlo.

«Ehi Em!» Arion mi mette un braccio attorno al collo facendomi tornare alla realtà «Ho pensato d'invitare Skie e JP a casa mia, ti va di unirti?» mi chiede con un sorriso, «Non posso» scuoto la testa lentamente mentre il sorriso del centrocampista si affievolisce «Perchè no? Dai, ci divertiremo!» cerca di stimolarmi ma senza successo, «Arion, per quanto sia tentata devo rifiutare» gli dico abbassando lo sguardo «E poi...non vorrei reggere la candela» sorrido maliziosamente facendo tingere di rosso il viso del ragazzo; in questo mese alla Raimon il rapporto fra i due è notevolmente cambiato, all'inizio ho pensato che avessero litigato e in effetti è stato così, hanno avuto una discussione perché Arion non si è accorto dei sentimenti di Skie e quando lei mi ha chiesto aiuto le ho consigliato di parlargliene. Il risultato è stato un lungo e intenso bacio al campo al fiume durante il tramonto, seguito dall'esultanza della sottoscritta che, nascosta dietro un cespuglio insieme a Jade e Rosie, ha seguito tutto. Ovviamente abbiamo giurato di non dire niente a nessuno ma loro hanno promesso che il prima possibile diranno pubblicamente che stanno insieme.

«Emily, vai a casa?» Gabriel si para di fronte a me bloccandomi la strada «In teoria sì, perché?» gli chiedo, sistemandomi la borsa della squadra sulla spalla «Io e Riccardo volevamo andare al nuovo centro commerciale e volevamo sapere se vuoi venire» mi dice, scrutandomi con i suoi occhi azzurri «Scusami, ma non posso» lo liquido senza pensarci e prima che qualcun altro mi fermi per chiedermi di uscire, m'incammino verso l'uscita della scuola con passo svelto. «Possiamo andare» dico, senza guardare in faccia mio padre che mi sta aspettando da ormai qualche minuto «È tutto apposto?» domanda alzando il sopracciglio «Sì» rispondo con sguardo basso, «Sai che non ti credo» afferma posandomi una mano sulla spalla; lui è l'unica persona che capisce sempre quando c'è qualcosa che non va, forse perché caratterialmente siamo uguali o perché con lui ho creato un legame particolare, diverso dal classico rapporto padre-figlia. Per me è la mia ancora, il mio punto di riferimento, la spalla su cui piangere, perfino mia madre lo ha notato e non fa altro che ripeterci quanto siamo simili. «Non posso nasconderti nulla, eh?» accenno un lieve sorriso mentre lui annuisce, guardandomi dall'alto con sguardo serio «E va bene...» sospiro sconfitta «Ho bisogno di schiarirmi le idee su tutto ciò che è successo, ma gli altri continuano ad assillarmi e non capiscono il mio problema» mentre parlo è come se mi stia liberando di un peso, sapere che c'è qualcuno che finalmente ascolta ciò che ho da dire mi da un senso di conforto, «E questo problema di cui parli è Victor?» arrossisco di colpo nel sentire la sua domanda mentre lui sghignazza divertito «N-no! Che m'importa d-di Vi...» le parole mi muoiono in gola appena lo vedo uscire a testa bassa, con le mani in tasca e lo sguardo perso nel vuoto.

«Prova a parlarci» la mia attenzione viene di nuovo catturata da mio padre «Se vuoi chiarire con lui, l'unica cosa che puoi fare è parlarci, non credi?» mi chiede facendomi l'occhiolino, «Non so se...» non ho tempo di chiedergli altro che lui chiama il blu dicendogli che devo dirgli una cosa. «Ci vediamo a casa» mi dice mentre il ragazzo, con mia grande sorpresa, si avvicina «Che succede?» domanda «No, n-n-nulla» balbetto, Victor alza le spalle e fa per andarsene, se non fosse per qualcosa che mi stimola a fermarlo; non posso permettere che se ne vada di nuovo, non voglio passare un altro mese a pensare a come avrei potuto chiarirci, devo parlargli ora che ne ho l'occasione. «Aspetta!» lo afferro per il polso ma nel farlo mi sbilancio in avanti, cadendo dritta tra le sue braccia «S-S-Scusami!!» mi stacco velocemente da lui con il viso più rosso di prima e lo sento trattenere le risate mentre mi sistemo, «Lo trovi divertente?» gli chiedo infastidita «Visto dalla mia prospettiva, sì» risponde con un leggero sorriso.

|Due cuori in un pallone| Victor BladeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora