Avete presente quei banchi di legno su cui ci si siede in chiesa? Bene, i sedili di questo aereo sono paragonabili esattamente a quelli per comodità. Non siamo ancora partite e la mia schiena sta gridando aiuto a gran voce, mentre Ludovica si sta ritoccando il trucco davanti ad uno specchietto fregato chissà dove. Nonostante questo, ed il fatto che io abbia paura di volare, sono felice.
L'arrivo previsto all'aeroporto di El Prat è alle 21.15 circa ma, grazie ad una signora psicopatica che ha deciso di manifestare i suoi diritti proprio nel momento del decollo, faremo ritardo.
Ludo si è occupata di prenotare tutti gli hotel del nostro giro per il mondo ed io immaginavo che mi avrebbe riservato qualche "sorpresa" al riguardo. Questo è quello che ho pensato quando mi ha detto che il nostro hotel alle 22 avrebbe chiuso. No dico, ma quale hotel chiude a quest'ora? Ma perché gli hotel chiudono? A Barcellona poi.
"Ma che razza di albergo hai scelto?" le dico già in preda all'ansia.
"In realtà è un ostello ma tranquilla, abbiamo una camera doppia con bagno e poi è in una posizione strategica" mi risponde cercando di rassicurarmi.
"Ah bè allora, questo si che mi conforta! E adesso come facciamo ad entrare se chiudono alle 22?"
"Provo a mandare una mail alla proprietaria, magari ci dice come fare". Si, "magari".
"Ludo se mi fai dormire una notte fuori giuro che ti ammazzo" le dico minacciosa.
"Statte tranquilla, è tutto sotto controllo".
Arriviamo in aeroporto che sono le 22 passate e facciamo appena in tempo a prendere l'ultimo autobus che ci porta al centro della città. Ludovica non riesce a frenare la sua gioia e urla a chiunque le passi accanto "siamo a barcellona!", mentre io sto facendo mille scongiuri affinché riusciamo a raggiungere l'albergo sane e salve. La proprietaria dell'ostello ha scritto a Ludo che avrebbe lasciato le chiavi della struttura in un bar lì vicino, e la cosa inizia a diventare parecchio strana. Per lei "posizione strategica" significava mezz'ora di cammino con tanto di valige ed esseri non ben identificati che cercavano di importunarci alle ormai 23 di sera.
Il bar in questione era uno dei peggiori bar di Caracas, in cui c'erano solo il barista, un signore ubriaco steso sul bancone ed io che ero entrata a prendere il mazzo di chiavi sigillato alla meglio in una busta bianca. Questo viaggio di sicuro rimarrà nella storia.
Apriamo il portone e saliamo lungo una scalinata che sembra infinita, più che un ostello mi sembra un normale palazzo con vari appartamenti su ogni piano.
La nostra stanza ha due letti singoli, non ha la tv ed il bagno è minuscolo. il tutto guarnito da un piccolo balcone che si affaccia su una strada in cui sfrecciano macchine in continuazione. Guardo Ludo con un leggero disappunto e mi butto sul materasso che almeno sa di pulito. Siamo sfinite e pochi minuti dopo esserci sistemate crolliamo in un sonno profondo.
L'indomani apro gli occhi e noto con piacere che fuori c'è il sole, Ludo ancora dorme ed ho scoperto stanotte che parla nel sonno, adesso è avvolta dal lenzuolo tipo mummia egizia con la bocca mezza aperta.
Faccio per toccarle la gamba con il braccio ma non c'è verso di svegliarla, oggi è il grande giorno ed io sono talmente tesa che solo lei mi può aiutare a calmarmi.
"Ire e basta co sto braccio, sono sveglia!" mi dice con una voce assonnata.
"E meno male! Dai alzati che andiamo a fare colazione" ribatto portando fretta.
"E va bene, va bene mi alzo! Ma quanto rompi oh.." dice mettendo le gambe fuori dal letto e stirandosi lentamente.
Ci prepariamo e scopriamo che la colazione di questo posto comprende dei semplici biscotti con dello zucchero sopra ed un caffè che in confronto al nostro é acqua sporca.
Prendo Ludo per un braccio e le suggerisco di uscire e prenderci un cappuccino come si deve, se la mattina non faccio colazione non parto ed oggi mi serve il pieno di energia."Ma ci pensi?" mi dice Ludo mentre sto mettendo lo zucchero nel cappuccino.
"A cosa?" le chiedo io sapendo già a cosa si riferisce.
"A tutto sto giro che stiamo a fà, no? E che stasera rivedi er ragazzetto tuo!" dice ridendo.
Io ho ancora il caffè in bocca e se rido rischio di combinare un casino, per esperienza personale. "Non è il mio ragazzo" dico dopo aver buttato giù il tutto "però si, è abbastanza elettrizzante".
"Ma come farai ad avvicinarlo? Sai che ai concerti difficilmente si arriva a parlare con il cantante, magari potevo farlo io con Gigi d'alessio!" dice con occhi sognanti.
"Gigi d'alessio? Ma da quando sei appassionata di musica neomelodica?" le chiedo sbalordita.
"Ma da sempre oh! Sei te che non te ne sei mai accorta!"
"Comunque, per rispondere alla tua domanda, non lo farò nel senso che non mi avvicinerò a lui" rispondo.
"Come? E che ce semo venute a fà fino qua? Na vacanza? Per carità, bello però.."
"Per ora voglio solo vederlo, magari ci penserò più avanti" dico cercando di parlare d'altro.Il Razzmatazz è il locale più famoso di Barcellona, almeno da quanto ho letto su internet. A giudicare dalle foto é uno spazio gigantesco adibito principalmente a discoteca, ma dove si esibiscono anche band ed artisti di vario genere. Per raggiungerlo dal nostro hotel abbiamo dovuto prendere la metro e fermarci in un posto chiamato Bogatell, da lì poi il passo è breve.
Io sono un misto di euforia e paura, mi sono messa le prime cose che ho trovato in valigia e non mi sono neanche truccata un po'. Non credo che capiteró in prima fila, tanto non voglio farmi riconoscere a patto che lui si ricordi la forma del mio viso. Ludo ha letto che prima di entrare dobbiamo passare all'oveja negra, un pub enorme con tanto di sala biliardo e karaoke annesso, tutte lei le sa ste cose. Infatti è l'unica che riesce a buttare giù uno shot di non so cosa, nel suo look ovviamente sobrio.
"Non capisco come fai" le dico battendo nervosamente il piede sul pavimento.
"No, io non capisco come fai te! Dovresti buttare giù qualcosa, così ti sciogli!" mi dice chiamando il cameriere.
"Lo sai che quando devo fare una cosa importante mi si chiude lo stomaco" le rispondo con un nodo in gola.
Lei sorride dolcemente ed avvicina la sua mano alla mia per rassicurarmi. "Andrà tutto bene, vedrai".
Finalmente siamo dentro al locale, hanno da poco aperto la sala dove si svolgerà il concerto ed è già piena di persone pronte a tirarsi i capelli nel caso qualcuno spingesse oppure rubasse il proprio posto. Capitiamo proprio nel mezzo della sala ed abbiamo da aspettare ancora una mezz'ora prima che tutto inizi. Ovviamente l'attesa mi uccide, ma ora sono qui.
Di solito più sei in ansia e più il tempo sembra non passare mai, ma tra una chiacchiera ed un altra all'improvviso si spengono le luci e le persone iniziano ad emettere urletti vari ed a darsi pacche sulle spalle in segno di eccitazione.
Il mio cuore è praticamente in gola, tra un secondo lui sarà a pochi passi da me anche se non mi vedrà ed io non lo potrò neanche sfiorare con un dito.
Quando escono e si posizionano davanti a tutti Ludo inizia a strattonarmi come una pazza, mentre io per un momento non riesco ad alzare neanche lo sguardo come se non avessi il coraggio di guardare. Alla fine lo faccio, lo vedo e mi viene una sorta di commozione, non avrei voluto piangere e non avevo neanche pianificato di farlo ma l'emozione è troppo forte per contenerla.
I suoi capelli sono sempre lunghi fino alle spalle, il suo viso è quello scavato di qualche anno fa ed a me sembra di essere tornata indietro nel tempo. Indossa una giacca nera con niente sotto e dei pantaloni stretti sulle gambe che mostrano la sua fisicità slanciata ed asciutta.
Il tutto iniziava con un filmato proiettato su vari schermi non troppo grandi, in cui apparivano delle frasi che alcuni haters gli avevano rivolto. Della serie "non arriverete da nessuna parte" oppure "un idiota che si esibisce in tacchi a spillo attaccato ad un palo" e via dicendo. Un inizio davvero coinvolgente che prometteva una grande serata.
Al suono della sua voce perdo un battito di cuore, lo vedo ballare e muoversi come se ci fosse nato lì sopra, ma questo già lo sapevo. Sembrava quasi che ad un tratto avesse incrociato il mio sguardo, anche se sapevo che era impossibile dato che ero troppo lontana affinché mi vedesse. Ma io facevo finta che fosse così, era bello pensarlo."E allora?" mi chiede Ludo tutta sudata. Ha ballato e cantato durante tutto il concerto, a differenza mia che sembravo in catalessi.
"Non lo so, é stato strano. Bello ma strano" dico seria.
"Che effetto ti ha fatto rivederlo?" dice lei.
"Avevo il cuore in gola, ti giuro. Sembra che non sia cambiato niente eppure sono passati anni, lui è una bomba" rispondo con un timido sorriso.
"Eccola! Aspettavo questo tuo commento da un momento all'altro stasera, e comunque sia ti dò ragione! So troppo bravi" risponde ridendo con una mano sulle mie spalle.
"Si, è così. Ero sicura che ce l'avrebbe fatta" dico mentre ci incamminiamo verso l'albergo.
Adesso non lo do a vedere ma se potessi urlerei a più non posso per sfogare le mie emozioni. Non posso credere di aver buttato tutto questo tempo al vento quando la risposta era davanti ai miei occhi stasera, ma come ho fatto? Tutto quello che volevo era lui e, anche se non sapevo se ci sarei riuscita, avrei fatto qualunque cosa pur di riprenderlo.
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Mai come ieri 2-Il mio punto felice
ФанфикIl passato, si sa, a volte torna sempre. Con questo pensiero in testa Irene decide di tornare sulle tracce del suo amore di sempre, Damiano. Dopo 3 anni in cui non si sono visti né sentiti, in cui ognuno ha fatto la propria vita, lei farà un viaggio...