19. Damiano

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In questa stanza sta iniziando a fare leggermente caldo, negli hotel regolare il termostato è sempre un impresa. Sono in boxer eppure grondo già di sudore, mi giro e non vedo nessuno. Lei non c'è, probabilmente sarà andata via poco fa.
Sinceramente non mi meraviglio, in un certo senso me l'aspettavo. Sicuramente adesso si starà facendo un sacco di paranoie, si starà chiedendo se ha fatto bene a filarsela oppure se avrebbe fatto meglio a rimanere in questo letto. So già la risposta, le piacciono quelle cose romantiche e sdolcinate che a me fanno quasi schifo, anche se stando con lei avevo anche imparato ad apprezzarle. Se non avesse avuto paura sarebbe rimasta qui a guardarmi fino a che non mi sarei svegliato, ed io sarei stato sicuramente più felice di come sono ora.
Forse anche io dovrei farmi qualche domanda, della serie cosa significa quello che abbiamo fatto?
Lei mi piace, da matti. Ha sempre esercitato su di me un fascino inspiegabile, della serie che quando la vedi ti attira come una calamita e non te ne frega niente del resto. Quello che ha fatto per me, il fatto di farsi tutte le tappe del tour solo per vedermi è notevole. Ma non riesco a decidere, voglio davvero rimettermi con lei?
Perchè se lo faccio devo essere consapevole che dev'essere una cosa seria, non devo di certo starci per accontentarla, questo è fuori discussione.
Mentre penso a tutte queste cose mi sono vestito e sto per andare in aeroporto con gli altri, domani ci aspetta l'ultima data di questo fantastico tour europeo. Non mi sembra ancora vero: uno scapestrato come me, una frana a scuola che si è buttato a capofitto in un avventura così grande e che è riuscito a lasciare una firma seppur piccola sulla linea del tempo. Chi l'avrebbe mai detto?
Ovviamente stanno aspettando solo me che sono sempre il solito ritardatario della compagnia. Sono tutti molto sbattuti, evidentemente ieri sera se la sono spassata alla grande alla festa: Vic con i suoi immancabili occhialoni da sole, Ethan seduto su una sedia che a momenti casca per il sonno, Thomas cerca di tenersi impegnato strimpellando qualcosa con la chitarra.
Quando arrivo con le valigie mi guardano tutti con un sorrisetto beffardo sulla faccia.
"Dov'è?" mi fa Vic girandomi intorno.
"Chi?" rispondo io facendo il finto tonto, cerco di trattenere un sorriso.
"Ma come chi! Non fare quello che casca dalle nuvole che proprio non ci riesci! Che avete combinato ieri sera tu e l'amichetta mia?" dice alzando decisamente troppo la voce.
"Ma lascialo in pace, dai" sbotta Ethan che si è risvegliato dal coma profondo in cui era precipitato.
"Oh, Damià guarda c'è Irene!" grida Thomas indicando col dito verso l'ingresso dell'hotel.
Io mi giro di scatto, il ritmo del cuore già accelerato, quasi quasi ci stavo per credere. Era uno scherzo.
"Aaaah anvedi come te sei girato oh! Io lo sapevo, tu la ami! Adesso la chiamo" esclama Vic tutta entusiasta.
"A Vic, nun t'azzardà! Sono cose mie" ribatto io quasi infastidito, ma è questa la verità?
Senza dire più nulla, ci dirigiamo verso il gate che ci porterà a Lugano. Guardo il telefono in continuazione ma non trovo nulla, nè chiamate nè un messaggio. Mi sembra strano, lei è sempre quella che scrive romanzi infiniti quando manda messaggi, le piacciono le conversazioni infinite e non tanto le telefonate perchè si imbarazza. E ora? Ma poi perchè mi sto facendo tutte queste paranoie? Niente, ha contagiato pure me.
Mi stupisco di me stesso, inizio a pensare che quello che ha detto Vic non sia poi così sbagliato.
Non so se stasera lei verrà, non so se ha cambiato idea sul mio conto, se magari si è stufata di uno come me.
Ma se verrà dovrò parlarle, devo necessariamente prendere una decisione o esco fuori di testa.

Mai come ieri 2-Il mio punto feliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora