Damiano non ha chiamato. Ho guardato lo schermo del telefono tipo un migliaio di volte sperando di avere sue notizie ma niente, la cosa non mi ha sorpresa. Evidentemente avevo ragione, tutto quello che era successo non era significato nulla per lui rispetto all'importanza che gli avevo dato io. Per tutto il tempo avevo rivissuto quella notte, potevo perfino risentire le sue mani su di me ed il suo respiro sul collo, potevo rivederlo addormentato con un aria soddisfatta. Ed ogni volta che ci pensavo mi veniva una fitta al cuore per quanto era stato bello.
Fino all'ultimo ho meditato di non andare al suo ultimo concerto europeo. Mi sono detta, cosa vado a fare se per lui non valgo niente? Non avrò di certo un posto nel suo cuore, non come lo spazio enorme che gli avevo riservato io. Avevo fatto le valigie ed ero pronta a tornare a casa, stavolta per davvero, un po' più leggera di prima ed anche molto malinconica. Ma si sa, un viaggio ti lascia sempre qualcosa e quando riparti ti prende proprio una cosa brutta che non so neanche io come chiamare, il triste ritorno alla normalità.
Ma poi Ludovica mi ha fatto un discorso lungo due ore e non è proprio da lei prodigarsi tanto per qualcosa o qualcuno, mi ha detto che ero una cretina a mollare dopo essere stata presente a tutte le tappe. Mi ha detto che qualsiasi cosa fosse successa, nel bene o nel male io dovevo essere lì, sotto quel palco. E, sempre a detta sua, avrei dovuto godermela più delle altre volte, avrei dovuto cantare e ballare e sudare come mai avevo fatto prima, era l'ultima data cavolo. L'ora della verità, anche se presumevo che non sarebbe andata come volevo io. Così mi ha convinta e siamo salite sull'ultimo aereo all'inseguimento di questo tour la cui bellezza mi è difficile da descrivere. In questo viaggio ci ho messo l'anima e non avrei mai pensato di poterlo portare a termine se non fosse stato per la mia compagna di viaggio che in tutti i modi mi ha spronato a continuare, che mi ha imposto di rialzarmi dopo ogni caduta e che mi ha fatto sorridere dopo ogni vittoria.
"Elena, che faccio?" chiedo alla mia amica che in questo momento è a Roma, mi andava di chiamarla e sentire la sua voce rassicurante.
"Fatti bella. Truccati, sistemati i capelli e metti un vestito che ti fa sentire donna. Non devi farlo per nessuno, solo per te, in qualsiasi maniera dovesse andare. So che puoi farlo, giusto?" mi dice dandomi la carica.
"Ma io.." rispondo molto, molto dubbiosa.
"Ma te niente Ire, sei lì ok? Hai fatto tanta strada per arrivarci, le cose magari non sono andate come speravi ma che importa! Pensa solo a divertirti, io ti penserò da qui e ti porterò fortuna. Però ora basta paranoie, capito? E corri a prepararti, sono sicura che andrà tutto bene".
Ludovica mi strappa il telefono dalle mani e comincia a buttare sul letto qualche vestito dei suoi con tanto di scarpa ed accessori abbinati.
"Adesso basta parlare al telefono" dice facendo il gesto di chi sta aprendo un sipario su qualcosa di meraviglioso "ecco! Tu non devi far altro che scegliere, al resto ci penso io" e mi mostra una serie di vestiti adagiati sul letto.
"Ludo, ma come ti viene in mente di farmi indossare uno dei tuoi vestiti? Sei molto più magra di me, non ci entrerò mai!" le dico divertita ma nello stesso tempo amareggiata.
"Infatti non sono i miei" mi dice soddisfatta "mentre tu eri via ho deciso di fare un po' di shopping per te. Sai, ero un po' triste per non so quale motivo e ho pensato che per te questa sera sarebbe stata speciale, così ho deciso di prenderti questi. Ovviamente non hai il mio fisico, ma farai lo stesso una bella figura" mi dice dandomi una gomitata con un sorrisetto ironico, so che stava scherzando. Scherzava, vero?
Comunque non so cosa dire e per ringraziarla la stritolo in un abbraccio, il più forte che potevo darle in quel momento. È stato un istante davvero memorabile, in quell'abbraccio c'era tutto quello che avevamo passato in quelle settimane ed in più tutta l'adrenalina che provavo in quel momento. L'avrei sicuramente ricordato per tutta la vita.
Comunque alla fine avevo scelto un vestito color blu notte, leggermente scollato sul davanti e con una cintura sottile in vita che a detta di Ludovica mi slanciava di più. Aridaje.
Poi mi aveva truccato in modo molto naturale, la fortuna era che mi aveva dato retta altrimenti mi avrebbe messo in faccia due quintali di matita nera ed ombretto scuro sulle palpebre. Mi aveva anche messo al collo una collanina sottile, il ciondolo raffigurava un cuoricino che luccicava qualsiasi movimento facessi. Era un regalo di Ludovica, le piaceva pensare che quella collana poteva portarmi fortuna.
Ma d'improvviso, mentre stiamo per uscire per l'ultima volta dall'ennesima stanza d'hotel, mi blocco. Ho paura, mi sembra di rendermi ridicola e la cosa più semplice adesso sarebbe scappare. Come ho sempre fatto nelle situazioni in cui venivo messa alle strette, come quando l'ansia diventava talmente insostenibile che la prima cosa che mi veniva da fare era proprio quella, fuggire.
Inizio a piangere e le lacrime scorrono via una dopo l'altra come un fiume in piena, non vogliono saperne di fermarsi. Questa è l'ultima sera, l'ultimo concerto.
Forse non avrò mai più l'opportunità di rivivere questo sogno, forse non rivedrò neanche più Damiano, o Vic con i suoi occhiali scuri e le calze a rete, o gli altri. Sembra che tutte le emozioni, tutte le sensazioni che ho vissuto in questo viaggio siano venute fuori ora, tutte insieme senza fare sconti.
Ero uscita sul balcone, mi sentivo male, ero triste. Sento una mano sulla spalla e so che Ludo è proprio dietro di me, mi aspetto una sua ramanzina da un momento all'altro. Ma quando mi giro vedo che anche lei ha le lacrime agli occhi, ormai la matita le sta colmando lungo il viso e per la prima volta sembra non fregarsene di questo. Si porta una mano sotto l'occhio per asciugarsi, mi fa un sorriso malinconico che dice tutto.
"Prima che tutto questo finisca volevo dirti una cosa. Non ero per niente convinta di seguirti in questo viaggio, conosci bene la mia nota antipatia per Damiano. Ma ho visto la tua espressione quando me l'hai chiesto, ho visto la luce che emanavano i tuoi occhi al solo pensiero di poter partire e realizzare quello che avevi in mente. E poi mi sono detta, Irene che decide di fare un viaggio folle con poco preavviso? Lei, la solita precisina che deve avere sempre tutto sotto controllo? Ci sto! Ed ho capito quanto era importante per te.
Ascoltami, qualunque cosa succederà stasera mi devi promettere che resterai sempre forte come sei e come hai dimostrato finora. Non ti far abbattere da niente, neanche da uno stronzo capellone con l'ego smisurato, capito? Andrà tutto come deve, lui ti deve molto e lo sa. Ultima cosa, so che non è da me parlare così tanto e pure in italiano corretto, ma grazie. Grazie per la pazza idea che hai avuto, grazie di avermici trascinato dentro ed aver scelto me come compagna di viaggio, grazie per avermi insegnato che bisogna sempre credere all'amore anche quando tutto sembra perduto. Goditi tutto stasera, ogni minima cosa anche una goccia di sudore che ti scende dalle tempie, anche la voce che va via perché hai cantato troppo. Ti voglio bene, ma adesso ricomponiti perché ti aspetta la serata più bella della tua vita".
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Mai come ieri 2-Il mio punto felice
Fiksi PenggemarIl passato, si sa, a volte torna sempre. Con questo pensiero in testa Irene decide di tornare sulle tracce del suo amore di sempre, Damiano. Dopo 3 anni in cui non si sono visti né sentiti, in cui ognuno ha fatto la propria vita, lei farà un viaggio...