1. Roma

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3 anni non sono tanti. Ma sono abbastanza per capire chi sei, cosa vuoi fare nella vita, quali progetti hai in mente di realizzare. Io non avevo capito ancora niente di tutto ciò, ero solo stata brava a mandare all'aria ogni cosa che mi teneva legata a Roma. Ero andata via, sembrava che volessi fuggire a tutti i costi anche se quella era la mia casa, anche se lì avevo trovato una seconda famiglia. Il rapporto che io avevo con Damiano era molto forte, tanto da voler sempre essere il centro del suo universo e, sapere che per lui non era lo stesso, mi uccideva ogni giorno di più.
Così ho mollato casa ed amici cancellando ogni traccia di quello che avevo lasciato, sempre se ero riuscita a dare un pezzo di me a chi mi aveva conosciuta. Di sicuro il pezzo più grande se l'era preso lui ed era ancora lì da qualche parte nel suo cuore, sicuramente dimenticato e rimpiazzato varie volte da qualcosa di più importante.
Ero riuscita a trovare un lavoro come traduttrice di libri, era un impiego che svolgevo in maggior parte a casa e mi permetteva di gestire le giornate come meglio credevo.
Ero abbastanza soddisfatta ma c'era qualcosa che mi mancava, qualcosa a cui non sai dare un nome ma che sai che c'è.
Era da un po' che ripensavo a quel momento ed ogni volta un brivido correva lungo la schiena, ogni volta compariva un sorriso sulla mia faccia e gli occhi guardavano giù imbarazzati. Non avevo più sentito Damiano da allora, anche se le sue canzoni si sentivano ormai ovunque ed era come averlo vicino a me. Come quando lo vedevo con dei fogli pieni di appunti davanti e la matita in bocca mentre pensava ad un nuovo pezzo da scrivere. Come quando gli veniva un lampo di genio e si alzava di scatto per venire a raccontarmelo entusiasta e saltava qua e là facendomi scordare cosa stavo facendo.
Proprio in quell'attimo, mentre pensavo a tutte quelle cose, mi venne in mente un'idea. Un'idea così folle su cui forse nessuno avrebbe mai scommesso, una vera e propria pazzia.

Il piano è questo. I Maneskin partiranno a breve per un tour europeo, ho scoperto il tutto navigando su internet in uno di quei giorni in cui diventi nostalgica ed inizi a dare di matto. Dal momento che il mio nuovo lavoro non richiede la mia presenza in un posto fisso, posso spostarmi da ogni parte del mondo e continuare a fare il mio dovere da buona scolaretta.
Voglio vedere Damiano e per farlo mi sposterò in ogni capitale europea in cui andrà, senza farlo accorgere della mia presenza. Nell'ultima data, forse, mi farò vedere e gli parlerò. Per fare tutto questo ho bisogno di una compagna di viaggio, e Ludo è la persona più indicata (e più fuori di testa) che conosca. Chiamasi follia, lo so.
Ci sono molte cose da organizzare in poco tempo, biglietti ed hotel da prenotare, ma posso farcela. Nel giro di qualche ora prendo le prime cose che mi capitano davanti e parto per Roma, senza neanche un posto dove stare e senza alcuna certezza che Ludovica prenda in considerazione la mia proposta.
Dopo i vari "O mio Dio, ma sei tu?!" per esserci sentite dopo molto tempo le chiedo di incontrarci e lei in automatico mi invita a restare da lei per la notte.
Ludo è seduta di fronte a me a tavola ed il boccone le va di traverso quando sente quello che ho da dirle.
"Ma tu sei tutta matta! Lo sapevo che continuavi a pensare a quello, è na piaga! Na persecuzione" dice gesticolando come suo solito. Io la guardo con una calma invidiabile, anche se dentro di me ho paura che dica di no ed in quel caso dovrei arrangiarmi da sola. Sto giocando da qualche minuto con la mollica del pane, che a forza di essere schiacciata di continuo sta per diventare plastilina. La scenetta si svolge sotto gli occhi increduli di Ludovica che non smette di guardarmi neanche per sbattere le palpebre, in attesa che io dica una parola. "Allora?" mi chiede lei vedendo che non parlo "non hai niente da dire?".
"No, cioè si, so che è una pazzia mica sò scema. Solo che ho voglia di vederlo e devo parlargli, non ci siamo lasciati bene anni fa e non l'ho più sentito da allora..devi aiutarmi" la imploro.
"A parte che se lo vuoi vedè ce stanno un miliardo de foto su internet quindi puoi stà comoda sul divano a sbavarci sopra, ma poi sò passati 3 anni Dio santo! Non hai pensato che magari lui nun te vole più sentì, oppure che c'ha n'artra? Secondo me c'ha più de n'altra, però.." dice soddisfatta del suo discorsetto.
Io guardo in basso e poi alzo la testa per fissarmi su di lei. Ha ancora i capelli corti a caschetto che portava una volta ed i suoi occhi sono sempre truccati con una matita nera pesantissima, sembra un cerbiatto per quanto sono grandi e limpidi. Puoi guardarci dentro.
"Io non lo so se lui ha un altra, certo è possibile, ma questo non mi impedisce di fare quello che voglio fare. Pensavo che mi avresti appoggiata in qualche modo, dato che sei un esperta quando c'è da fare una pazzia, ma evidentemente mi sbagliavo." le dico seria.
Lei continua a fissarmi, sospira e muove freneticamente il piede sotto al tavolo facendo un rumore fastidioso. Mi alzo facendo finta di sparecchiare, non é casa mia e non so manco dove stanno i piatti ma devo fare qualcosa.
"Ire?" dice ad un tratto Ludo con il telefono in mano e lo sguardo addolcito.
"Eh, che c'è?" le rispondo leggermente scocciata, vorrei che la serata finisse qui ed ora.
"Quando partiamo?" mi domanda con un sorriso gigante stampato in faccia.
Senza rispondere le vado incontro e la stringo in un abbraccio che a momenti perdiamo l'equilibrio e cadiamo. Sapevo di aver puntato sulla persona giusta, il mio istinto non mi ha tradita.
E adesso, che inizino le danze.

Mai come ieri 2-Il mio punto feliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora