Il tempo è prezioso ed in questo caso non posso permettermi di sprecarlo. Dopo aver raccontato la conversazione, Ludo si alza di scatto e mi fa "Bè, che stai a fà ancora là? Muoviti che andiamo!".
Non sono per niente preparata a questo, non l'avevo programmato. Ma da quando in qua le cose vanno come diciamo noi? Mai. Cerco di studiarmi qualche discorso da fare, di scegliere con quali parole iniziare nel momento in cui me lo sarei trovato davanti. Ma sapete che c'è? Non me ne frega niente, dirò quello che sento.
Ludo non fa altro che sorridermi e saltellare nervosamente con le mani a pugno, i suoi occhi sono pieni di orgoglio e forse anche un po' lucidi. Mia bella Ludo, che romanticona sei.
Vorrei urlare, vorrei saltare pure io come un grillo ma resto ferma e magicamente sono in prima fila. Non lo so, è uno di quei giorni in cui tutto è al suo posto. Si è aperto una sorta di varco e ci hanno fatto passare, senza manco menarci nè lanciare insulti senza senso nel rispetto della fila. C'era lo zampino di qualcuno, di sicuro. Sto toccando la transenna e non mi sembra vero, per tutte queste sere ero sempre in disparte, sempre attenta a non farmi scoprire ed ora sono qui appunto, proprio per farmi scoprire. Nel mio posto al mondo preferito, con le mie persone preferite.
Spero che qui fuori ci sia un ambulanza pronta a raccogliermi in barella, perché non ce la faccio. Ludo mi ha suggerito di indossare un cappellino con la visiera, in modo da non svelare subito la mia identità. L'idea mi sembra stupida, ma in questo momento non capisco più niente e quindi seguo quello che mi dice, sembro caduta sotto l'effetto di una potente ipnosi.
"Sei felice?" mi chiede Ludo sempre col sorriso stampato in faccia.
"Ho una paura fottuta, ma si lo sono. Cazzo, Ludo! Non ci credo che siamo qui"
"Lo so, lo so! Sò emozionata pure io, e guai a lui se te dice de no eh!"
Le luci calano ed il concerto inizia. Ormai lo conosco a memoria, ma stasera è diverso. Non mi danno fastidio neanche gli spintoni della gente, non vedo altro che lui e la sua camicia bianca che gli cade a pennello.
Breezeblocks è la canzone in cui lui scende dal palco per passare davanti alla folla, ed è adesso che capisco che il mio momento è arrivato. Buttati, mi ripeto più nervosa che mai.
Eccolo, scende giù e guarda negli occhi tutti, ha il fiato corto ma continua a mettere tutta la voce che ha in quello che è sempre stato il suo sogno. Ad un tratto è proprio davanti a me, inizia a intonare "Please don't go, Please don't go..love you so, love you so.." ed io mi butto, mi tolgo il cappellino e lascio cadere i miei capelli lunghi e lisci lungo la schiena. Siamo occhi negli occhi, ha un espressione che mai scorderò nella vita. È colpito ma continua a cantare davanti a me, mette la sua mano sopra la mia che è poggiata sulla transenna e la stringe forte. Mi dedica uno dei suoi sorrisi più belli mentre le altre persone si fissano a guardarci non capendo cosa sta succedendo, mormorando tra di loro e probabilmente lanciandomi qualche insulto davvero comprensibile da parte mia.
All'improvviso la tensione si allenta, mi sento più leggera e vorrei spostare questa cazzo di transenna per raggiungerlo ed abbracciarlo. Mi sporgo in avanti per toccarlo e lui mi da un bacio, si un bacio.
Ludo si commuove, Vic sta saltando sul palco, le persone urlano e io sono su un altro pianeta. Non posso credere che l'abbia fatto, proprio qui e davanti a tutti. Credevo di trovarmi davanti una persona diversa, forse cambiata dal tempo ma in realtà mi rendo conto che nulla è cambiato. Siamo ancora io e lui, siamo ancora quelli che vivevano in un monolocale e che si bastavano a vicenda, è rimasto tutto uguale.
Si allontana e mi fa un segno con la mano, come per dire "ci vediamo dopo".
Ecco, vedete com'è? Non pianificate mai nulla perché nulla va come avevamo previsto, lasciate scorrere le cose come vengono e vedrete che sarà ancora meglio di come l'avete immaginato.A fine concerto, faccio schifo. Ho i capelli appiccicati in faccia dal sudore, la matita nera sbavata sugli occhi e le gambe che fanno male per il troppo stare in piedi. Ma mi sembra di volare e non ho mai provato niente di simile, sembra di camminare a qualche metro da terra e sono leggera come una piuma.
"Vai!Corri!" mi urla Ludo mentre riesco a trovare la strada per andare nel dietro le quinte. Inizio a correre come una pazza e all'improvviso Damiano è proprio davanti a me, con una faccia incredula ma visibilmente felice.
Senza dire una parola mi butto tra le sue braccia e credo di non averlo mai stretto forte come ora, il cuore si fonde ancora una volta con il suo e tutta la tensione di queste settimane svanisce per incanto.
Nel frattempo i ragazzi si sono riuniti dietro di noi e stanno fischiando e facendo urletti vari, anche Ludo è con loro ed ha tirato fuori un fazzoletto per asciugare qualche lacrimuccia. Cavolo, non la facevo così sentimentale. In fondo anche chi sembra una roccia ha delle emozioni, ed il suo cuore era grande.
"Non posso credere che tu sia qui" mi sussurra infine lui nell'orecchio.
Io sembro una rimbambita, davvero ho gli occhi spiritati e le orecchie mi fischiano ancora per il volume della musica. Sono stordita e felice, senza alcun dubbio.
"Sono qui per te" riesco a dire finalmente, mentre continuo a tenerlo stretto quasi a non volerlo far scappare.
"Ma voi lo sapevate?" chiede a Vic, Ethan e Thomas.
Loro si scambiano occhiate equivoche e cercano di soffocare delle risate prendendosi a pacche sulle spalle.
"A stronzi!" dice lui "perché non me l'avete detto prima?"
"Era una sorpresa" dice Ethan sorridendo dolcemente "non potevamo rovinare tutto".
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Mai come ieri 2-Il mio punto felice
FanficIl passato, si sa, a volte torna sempre. Con questo pensiero in testa Irene decide di tornare sulle tracce del suo amore di sempre, Damiano. Dopo 3 anni in cui non si sono visti né sentiti, in cui ognuno ha fatto la propria vita, lei farà un viaggio...