Nono capitolo

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La mia sveglia suonò alle 7:45.
Con una forza che non credevo possibile balzai giù dal letto e corsi verso il bagno per prepararmi.
Non avevo tempo di fare niente, maledetto me stesso per aver impostato male la sveglia.
Mi lavai la faccia e tornai in camera prendendo dei vestiti a caso, non mi sorprenderei di uscire con un calzone rosso e una maglia viola.
Ma fortunatamente pesco roba decente come un semplice jeans scuro e una maglia nera con i miei adorati stivali che molti ritengono orribili.
Non capiscono la buona moda.
Passai svariate volte la mano nei capelli per tentare di sistemarli, cosa inutile, e poi scesi di corsa giù, salutai Gemma e mia madre e in men che non si dica balzai in macchina per andare a scuola.
Riuscii ad arrivare con dieci minuti di ritardo.. avevamo Religione quindi non me ne feci un dramma.
La classe era stranamente tranquilla già da fuori, bussai ma non ricevetti risposta.
Sbirciai dal buco della serratura, la classe era vuota.
La bidella mi informò che la mia classe era stata divisa. Fu lieta di accompagnarmi sono ad essa.
Bussò alla porta chiedendo il permesso di entrare e mi salutò dicendo che dovevo essere diviso in quella classe, vidi immediatamente Tommy e Aurora.
Circa la metà dell'aula mi guardò e fece uno strano per poi guardare Aurora e sorridere mentre lei arrossì di botto.
Ignorando il tutto vado a sedermi al posto libero vicino a Tommy e gli chiedo immediatamente di Louis, cosa alquanto ovvia.
"Non è potuto venire." risponde con nonchalance posando il cellulare nella borsa.
"Come mai?"
"Da quanto ho capito ha preso posto come cassiere da Toy's e quindi non verrà a scuola."
Rimasi pietrificato. Voleva dire che non avrei più potuto vedere Louis?
Mentre pensai a come riuscire a vederlo suonò la prima ora, proprio in quel momento alzai lo sguardo dal banco sentendo Tommy ridere e mi ritrovai una decina di ragazze tutte intorno al nostro banco intente a scrutarmi.
Mi chiesero di tutto, dalle domande più innocue a quelle più improbabili.
"LASCIATE STARE IL MIO RAGAZZO!" tuonò una ragazza dietro di loro.
Sorrisi e mi alzai. Non seppi perchè ma se volevo togliermi quelle ragazze da torno dovevo fingere di essere il presunto "fidanzato" di Aurora. Mi chiesi solo come la penserà Louis.
Aspetta, e da quando a Louis importerebbe qualcosa di me?
"Ciao.. amore."
"È la prima volta che mi chiami amore." squittì arrossendo.
Tommy mi tirò la maglietta portandomi a sedere e mi sussurrò cosa mi stesse succedendo. Gli mimai un "ti spiego dopo" e ritornai a parlare con le altre.
Per tutto il tempo feci altro che pensare a lui. Probabilmente ero ossessionato da quel ragazzo ma era così perfetto che non riuscii a pensare ad altro.
Finita anche quell'ora tornammo in classe.
"Allora ragazzi. Verifica in classe. Potete scegliere fra due traccie che sono già scritte sul vostro foglio che ora vi darò, dovete solo scrivere il tema. Mi raccomando non meno di due colonne e mezzo!" esclamò il professore non dandoci nemmeno il tempo di posare le chiappe sulla sedia.
Mi arrivò il foglio e scelsi la traccia numero due, ovvero di parlare di qualcosa che ci aveva colpito molto.
Penso voi possiate immaginare cosa la mia mente andò a pensare in quell'istante.
"Il solletico sui fianchi. Le carezze. Le stelle e i desideri. I messaggi che fanno sorridere gli occhi, il cuore, tutto. Gli abbracci improvvisi. Le mani grandi. I baci sul collo. Sulla fronte. Sulle labbra. I sospiri. Il suo profumo. Lui che resta."
La campanella suonò e ci ritrovammo ad affrontare le ore di scienze.
Quando anche quelle ultime ore finirono uscimmo come una mandria di elefanti dalla scuola.
Mi avvicinai alla macchina ma sentii una mano sulla spalla, la mano di Tommy.
"Che ne dici se facciamo un passo da Toy's?"
Annuii "Ci sto."
Sorrise ed entrò in macchina al posto del passeggero e io al posto del guidatore. Tommy mi indicò la strada più veloce per arrivare da Toy's. Sentivo il cuore martellarmi nelle orecchie man mano che ci avvicinammo al negozio di giocattoli e aggeggi vari.
Parcheggiai bruscamente quando vedi l'insegna del negozio e un ragazzo che conoscevo fin troppo bene entrarci.
Le mani mi tremavano e il mio cuore sembrava stesse spaccando il petto per uscirne. Dio.
"Devi solo vede un amico non devi mica vedere la regina Elisabetta!"
"S..Si hai ragione. Sono solo un po' nervoso.. sai.. non vedo Louis da quel giorno."
Alzò gli occhi al cielo avviandosi verso il negozio.
Dopo vari sospiri decisi che era arrivato il momento di raggiungere Tommy.
"Buon giorno signori come posso... oh ciao Hazza! Ciao Tommy!"
Sorrise venendo di noi. Il mio cuore fece un balzo all'indietro dalla gioia quando mise un braccio sulle mie spalle e mi dette un bacio sulla guancia. Sorrisi e ricambiai il gesto arrossendo.
Tommy ci squadrò da testa a piedi e battendo le mani esclamò "Siete così carini!"
Lo guardai male "Non sono gay, né tanto meno lo è lui." Rimasi soddisfatto quando le parole uscirono dalle mie labbra esattamente come volevo che uscissero.
Aspre.
Louis face spallucce.
"Allora come mai qua?" chiese tornando alla sua postazione di lavoro.
"Harry voleva vedert..."
"DOVEVO COMPRARE UNA COSA E NON SAPEVO CHE LAVORAVI QUI!" la buttai lì rivolgendo uno sguardo assassino a Tommy che scoppiò a ridere.
Alzai nervosamente gli occhi al cielo e andai verso alcuni scaffali facendo finta di cercare qualcosa.
Mancavano pochi giorni al compleanno di Louis ed io ancora non sapevo cosa regalargli.
"Serve un aiuto?"
"Ah? No.. cioè si.. cioè... dovrei fare un regalo ma non so cosa prendere." balbettai distogliendo lo sguardo dal ragazzo dagli occhi azzurri.
"Parlami della persona a cui devi fare il regalo."
"Oh si.. ehm... prima di tutto è un maschio."
"Un.. maschio?" assottigliò gli occhi e io annuii non capendo a pieno la sua reazione.
"E' un tipo molto giocherellone, spensierato e ha.. un anno in più di me."
"Mmmh... gli piace la musica?"
"Oh.. si penso di si. In realtà non lo so."
Annuì e andò a prendere qualcosa. Poco dopo tornò con un raccoglitore molto grande e un Ipod nero. Me lo porse e lo ispezionai.
"Un Ipod per le canzoni e un raccoglitore per foto. Credo sia il regalo adatto." sorrise e glielo riporsi.
Cacciai il portafoglio per pagare ma Louis alzò una mano scuotendo la testa.
"Perchè?"
"Non preoccuparti."
"No ma quando mai. Quanto costa?"
"Harold ho detto di non preoccuparti. Non voglio essere pagato." scrollò le spalle appoggiandosi al muro.
Harold?
E per dare voce ai miei pensieri dissi "Harold?"
"Ho detto Harold?"
"Hai detto Harold."
"Non ho detto Harold." rispose incrociando le braccia al petto.
Sospirai, presi la busta e con un cenno del capo salutai Louis avviandomi alla porta ma un colpo di tosse mi fece voltare ritrovandomelo vicino.
"Vuoi uno strappo?"
"Sono venuto con la macchina. Inoltre Tommy mi sta aspettando."
"Tommy è tornato a piedi a casa. Ha detto che doveva fare una cosa. E comunque io sto chiudendo ora."
"Oh.. ehm.. si va bene."
Presi un bigliettino scrivendoci 'Buon compleanno amico mio. Xx Harry' per poi posarlo nella busta.
Misi in moto ma vidi Louis guardare fisso nel vuoto, lo chiamai varie volte ma non mi rispose.
Al quinto richiamo si voltò con uno sguardo perplesso.
"Qualcosa non va?" chiesi preoccupato.
"Haz a chi era quel regalo?"
"Perchè..?"
"Eri molto contento mentre mi parlavi di lui. I tuoi occhi luccicavano ed in ogni parola che dicevi la dicevi in modo strano, ogni volta che lo descrivevi.. non so.. mi sembravi innamorato."
"Louis, non sono gay."
Ero solo un ragazzo etero che bacia un altro ragazzo etero.
Dopo una decina di minuti di tragitto arrivammo fuori casa sua ed uscì senza dire nulla. Allora uscii anch'io e lo afferrai per il polso, lui si girò e potetti vedere i suoi occhi lucidi.
"Ne vuoi parlare?"
Era titubante.
Volevo solo che si fidasse di me, chiedevo troppo?
Mi sedetti e lui fece lo stesso.
"Allora?"
"Mi sono innamorato."
Il mio cuore sprofondò.
"Ah.. e di chi?"
"Non posso dirlo, ma ha già la sua vita con una persona." mi si stinse il cuore.
"La conosco?"
"Più di quanto pensi.. ma non ho possibilità che si innamori di me." sospirò e gli scese una lacrima, poi due, tre fin che il suo bel viso non fu bagnato da lacrime amare.
Rimasi sbigottito, avevo sempre ritenuto Louis come una persona che odia mostrarsi debole alle persone. Eppure in quel momento me lo ritrovai davanti a piangere.
"Hey, non piangere." mormorai accarezzandogli una guancia.
"Non puoi capire.."
"Cosa non posso capire?"
D'un tratto mi ricordai una vecchia conversazione mia e sua, dove però ero io quello a dire che lui non poteva capire. D'improvviso mi illuminai, vi prego, vi scongiuro ditemi che Louis era gay.
Via il dente via il dolore, no?
"Louis, per curiosità, sei gay?"
Non parlò.. ma le lacrime scesero più violente. Il labbro gli tremava e capii che la risposta era un si.
Si precipitò fra le mie braccia e lo strinsi forte cercando di consolarlo.
"Dai Lou.. non fa niente avere gusti diversi."
Guardai le sue labbra così invitanti e così dannatamente vicine alle mie, non riuscii a resistere e lo baciai.
Era un bacio salato a causa delle lacrime ma nonostante quello quelle labbra erano perfette così come le immaginavo.

Paradise -l.s [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora